SANTA MESSA PER L'AMMINISTRAZIONE DEL SACRAMENTO
DELLA CONFERMAZIONE NELLA BASILICA VATICANA
OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II
Domenica, 29 maggio 1983
“O Signore nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra” (Sal 8, 2).
1. Cari fratelli e sorelle, e voi, carissimi ragazzi e ragazze che state per ricevere il sacramento della Confermazione, queste parole del Salmo responsoriale dell’odierna Liturgia ci pongono trepidanti e adoranti davanti al grande mistero della Santissima Trinità, di cui oggi celebriamo solennemente la festa. “Quanto è grande il tuo nome su tutta la terra”! Eppure l’estensione del mondo e dell’universo, per quanto sconfinato, non eguaglia, l’incommensurabile realtà della vita di Dio. Di fronte a lui occorre più che mai accogliere con umiltà l’invito del Sapiente biblico, quando ammonisce: “Il tuo cuore non si affretti a proferir parola davanti a Dio, perché Dio è in cielo e tu sei sulla terra” (Qo 5, 1).
Dio, in effetti, è l’unica realtà che sfugge alle nostre capacità di misura, di controllo; di dominio, di esauriente comprensione. Per questo è Dio: perché è lui a misurarci, a reggerci, a guidarci, e a comprenderci, anche quando non ne avessimo coscienza. Ma se questo è vero per la Divinità in genere, tanto più vale per il mistero trinitario, e cioè tipicamente cristiano, di Dio stesso. Egli è insieme Padre, Figlio e Spirito Santo. Ma non si tratta né di tre dèi separati - questo sarebbe una bestemmia - e neppure di semplici modi diversi e impersonali di presentarsi da parte di una sola persona divina: questo significherebbe impoverire radicalmente la sua ricchezza di comunione interpersonale.
Del Dio Uno e Trino noi siamo in grado di dire più quello che non è di quello che è. Del resto, se potessimo spiegarlo adeguatamente con la nostra ragione, vorrebbe dire che l’avremmo catturato e ridotto a misura della nostra mente, l’avremmo quasi imprigionato nelle maglie del nostro pensiero; ma allora, l’avremmo rimpicciolito nelle meschine dimensioni di un idolo!
2. E invece: “Quanto è grande il tuo nome su tutta la terra”! Cioè: quanto sei grande tu ai nostri occhi, quanto sei libero, quanto sei diverso!
Tuttavia, ecco la novità cristiana: il Padre ci ha tanto amati da donarci il suo Figlio unigenito; il Figlio per amore ha versato il suo sangue in nostro favore; e lo Spirito Santo addirittura, come si esprime la seconda lettura biblica odierna, “ci è stato dato” in modo tale da introdurre in noi l’amore stesso con cui Dio ci ama (cf. Rm 5, 5).
Il Dio Uno e Trino, dunque, non è solo qualcosa di diverso, di superiore, di irraggiungibile. Al contrario, il Figlio di Dio “non si vergogna di chiamarci fratelli” (Eb 2, 11), condividendo “il sangue e la carne” (Eb 2, 14) di ciascuno di noi; e, dopo la Risurrezione di Pasqua, si realizza per ogni cristiano la promessa del Signore stesso, quando disse durante l’Ultima Cena: “Verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14, 23). Allora è evidente che la Trinità non è tanto un mistero per la nostra mente, quasi si trattasse soltanto di un intricato teorema. Molto di più, è un mistero per il nostro cuore (cf. 1 Gv 3, 20), poiché è un mistero d’amore. E noi non capiremo mai, non dico tanto la natura ontologica di Dio, quanto piuttosto il perché egli ci abbia amati a tal punto da identificarsi agli occhi nostri con l’Amore stesso (cf. Gv 4, 16).
3. Cari cresimandi, il Sacramento che voi ora riceverete conferma e suggella ciò che già in voi si è misteriosamente operato con il Battesimo, quando siete diventati a pieno titolo figli adottivi di Dio, cioè beneficamente inseriti nel raggio d’azione del suo amore: non solo dell’amore che egli ha per ogni essere in quanto creatore, ma soprattutto dell’amore specialissimo che egli ha dimostrato per l’uomo in Gesù Cristo in quanto redentore.
Con la Cresima voi acquisite un rapporto del tutto particolare proprio con il Signore Gesù. Di lui venite ufficialmente consacrati come testimoni davanti alla Chiesa e davanti al mondo. Egli ha bisogno di voi, e di voi vuole disporre come di ragazzi forti, lieti, generosi. In qualche modo voi gli prestate il vostro volto, il vostro cuore, la vostra persona intera, così che egli si comporterà davanti agli altri come vi comporterete voi: se sarete buoni, convinti, dediti al bene altrui, fedeli servitori del Vangelo, allora sarà Gesù stesso a fare bella figura; ma se foste fiacchi e vili, allora offuschereste la sua vera identità, e non gli fareste onore.
Vedete, dunque, che siete chiamati ad un compito altissimo, che fa di voi dei cristiani veri, completi. La Confermazione, infatti, vi introduce nell’età adulta del cristiano; cioè, vi affida e vi riconosce un tale senso di responsabilità che non è dei bambini. Il bambino non è ancora padrone di sé, dei suoi atti, della sua vita. L’adulto, invece, ha il coraggio delle proprie scelte, sa portarne le conseguenze, è capace di pagare di persona, poiché ha acquisito una tale pienezza interiore che può decidere da solo, impegnare come meglio crede la propria esistenza, e soprattutto dare amore invece di riceverlo soltanto.
4. Cari ragazzi e ragazze, tutto questo potrete farlo non da soli. Guai, se voi confidaste solo sulle vostre forze. Nessuno riesce ad essere un autentico discepolo di Cristo, se vuole esserlo da solo, di propria iniziativa e con le proprie energie. È impossibile. Si metterebbe in atto soltanto una caricatura del vero cristiano. Come non si può diventare umanamente adulti, se non c’è un nuovo e decisivo apporto della natura, così è per il cristiano ad un altro livello. Ma con la Cresima voi riceverete un’effusione e una dotazione particolare dello Spirito Santo, il quale, proprio come il vento, da cui la parola deriva, vivifica, spinge, rinfranca.
Egli è la nostra forza segreta, direi quasi la riserva inesauribile e l’energia propulsiva di tutto il nostro pensare e operare da cristiani. Egli vi dà coraggio, come agli Apostoli nel cenacolo della Pentecoste. Egli vi fa capire la verità e la bellezza delle parole di Gesù, come abbiamo letto nel Vangelo odierno tratto da san Giovanni.
Egli vi dà la vita, come ben si esprime l’apostolo Paolo (cf. 2 Cor 3, 6). Egli, infatti, è lo Spirito di Dio e lo Spirito di Cristo. E ciò significa che, venendo a voi, non viene da solo, ma porta con sé il sigillo del Padre e del Figlio Gesù. Nello stesso tempo, egli vi introduce in quel mistero trinitario, il quale, se è difficile parlarne, non per questo cessa di essere il fondamento e il timbro inconfondibile della nostra identità cristiana.
Se queste sono cose grandi, pensate che d’ora in poi, proprio in quanto adulti nella fede, voi non potete e non dovete più farne a meno.
5. Carissimi, vi auguro di tutto cuore che i vostri polmoni siano sempre pieni di questo vento dello Spirito, che oggi riceverete in abbondanza, e che permette a voi e alla Chiesa intera di respirare secondo il ritmo di Cristo stesso.
Io pregherò in special modo per tutti voi e sono lieto di impartire a voi e ai nostri cari, al termine della Messa, la mia benedizione apostolica. Il Signore sia con voi sempre e vi aiuti ad essere dei testimoni coraggiosi nella fede.
© Copyright 1983 - Libreria Editrice Vaticana
Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana