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VIAGGIO APOSTOLICO IN CANADA

CELEBRAZIONE DELLA PAROLA CON I SACERDOTI, I RELIGIOSI E I LAICI

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Cattedrale di St. Mary (Halifax)
Giovedì, 13 settembre 1984

 

Cari fratelli e sorelle in Cristo.

1. La Visitazione di Maria a sua cugina Elisabetta è davvero un bell’episodio nel Vangelo di san Luca. È l’incontro drammatico di due madri incinte, due donne il cui cuore è pieno di gioia nell’anticipazione del “miracolo umano” che si sta schiudendo nel loro corpo. Il racconto ha anche un importante messaggio teologico: esso mostra come Giovanni il Battista, il più grande tra i profeti dell’Antico Testamento, rese testimonianza a Gesù già dal grembo di sua madre. Esso richiama allo stesso modo l’attenzione sulla fede di Maria: “Beata colei che ha creduto all’adempimento delle parole del Signore” (Lc 1, 45).

Insieme con queste riflessioni, noi siamo portati a comprendere anche un altro significato che il Vangelo ha per noi. Siamo indotti ad apprezzare il commovente gesto umano di Maria nel recarsi amorevolmente da sua cugina Elisabetta. Ella ci offre non solo un modello di servizio agli altri, ma anche un esempio di come, quali suoi figli e figlie spirituali, noi dovremmo aprire i nostri cuori alla compassione verso quelli che attendono ansiosamente che Cristo venga a loro per mezzo nostro.

L’idea di servizio, cari fratelli e sorelle, è infatti essenziale nell’apostolato laicale e a ogni ministero. Il servizio è davvero al centro di ogni vocazione nella Chiesa: il servizio di Dio e del prossimo che è al tempo stesso ardente e umile, sempre ispirato al desiderio di compiere la volontà di Dio quale si manifesta attraverso la mozione dello Spirito Santo che opera nella Chiesa.

2. Desidero dirvi quanto sono felice di essere con voi questa sera. Voi siete venuti dalle fattorie, dai villaggi, dalle città e dai grandi centri della Nuova Scozia e dell’Isola Principe Edoardo. Dalla grazia di Dio ciascuno di voi è stato chiamato a dare testimonianza a Cristo in un modo particolare. Voi avete inteso questa chiamata e avete risposto generosamente ad essa. Vi ringrazio per la vostra attiva dedizione alla Chiesa, e vi saluto nel nome del nostro Signore Gesù Cristo e nel nome di Maria sua Madre in questa basilica di Halifax a lei dedicata.

3. Nel Vangelo leggiamo: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna” (Gv 3, 16). Gesù Cristo, il Figlio di Dio, prese carne umana “non per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti” (Mc 10, 45). Dopo la sua risurrezione, Cristo apparve ai suoi discepoli, infondendo in essi il suo Spirito e inviandoli a continuare la sua prossima missione: “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi” (Gv 20, 21).

Così comprendiamo che la Chiesa fu fondata sugli apostoli per continuare la missione di Cristo, che è di guidare tutta l’umanità alla vita eterna mediante la fede. Ogni attività intrapresa dalla Chiesa con questo scopo fa parte del suo apostolato, e questo apostolato è la sua risposta alla missione affidatale da Cristo.

4. Mediante il Battesimo e la Confermazione ognuno è chiamato a partecipare alla missione salvifica della Chiesa. Quale membro dell’organismo vivente che è il corpo mistico di Cristo, nessun cristiano può svolgere una parte puramente passiva. Ogni persona deve partecipare attivamente alla vita della Chiesa. Poiché la vocazione cristiana è, per sua natura, una vocazione all’apostolato.

È Cristo, il capo del corpo, colui che personalmente delega i suoi membri all’apostolato. Partecipando alla missione della Chiesa, ogni fedele partecipa alla missione di Cristo. L’effettivo contributo di ciascuno richiede che egli viva della fede, speranza e carità riversate nel suo cuore dallo Spirito Santo. E il precetto della carità, che è il più grande dei comandamenti del Signore, spinge ciascuno a lavorare per la gloria di Dio e per la comunicazione della vita eterna a tutti; cosicché tutti possano conoscere il solo vero Dio e Gesù Cristo che egli ha mandato (cf. Gv 17, 3).

Tra i membri della Chiesa esiste una diversità di servizi all’interno di un’unità di missione. Agli apostoli e ai loro successori Cristo ha affidato il ministero di insegnare, di santificare e di governare nel suo nome e con il suo potere. Ma ai laici è stato dato di partecipare alle funzioni sacerdotali, profetiche e regali di Cristo (cf. Lumen Gentium, 31). Per adempiere al ruolo che è loro proprio, essi devono unire i loro sforzi al ministero dell’intero popolo di Dio e lavorare in unione con coloro che lo Spirito Santo ha designato al governo di tutta la Chiesa (cf. At 20, 28). Al tempo stesso, a tutti i cristiani incombe l’obbligo di lavorare per portare a tutti il messaggio divino della salvezza in tutto il mondo.

In quanto laici, voi siete chiamati a dare testimonianza a Cristo nel contesto delle vostre famiglie, dei vostri villaggi, delle vostre città e metropoli. Voi contribuite alla missione della Chiesa prima di tutto mostrando coerenza tra la vostra condotta e la vostra fede. Con le parole e con le opere voi dovete proclamare Cristo, la luce del mondo. Questa è la chiamata generale all’apostolato che tutti i cristiani hanno ricevuto. Come laici, voi avete anche lo specifico compito di rinnovare l’ordine temporale, permeandolo dello Spirito del Vangelo.

Provenendo, com’è nel vostro caso, da differenti retroterra culturali e sociali, voi potete infondere lo spirito cristiano nella mentalità e nella pratica, nelle leggi e nelle strutture della comunità nella quale vivete. Così pure, voi svolgete una speciale opera e responsabilità impegnandovi nell’apostolato del “simile verso il simile”: famiglie che evangelizzano famiglie, studenti che evangelizzano studenti, giovani che portano a Cristo altri giovani. Qui specialmente la testimonianza della vostra vita è completata dalla testimonianza della vostra parola (cf. Apostolicam Actuositatem, 13). Attraverso una vita che manifesta una profonda integrità e con la vostra perseverante pratica della carità fraterna nel tratto con gli altri, coloro che voi incontrate nel vostro lavoro e con i quali vi ritrovate a diversi livelli della vita sociale possono essere profondamente influenzati.

Voi avete la specialissima missione di parlare al mondo in un modo pratico: manifestare la verità e la giustizia nella vostra vita; proclamare con l’azione il vostro rispetto per la vita, il vostro interessamento sociale, il vostro rifiuto del materialismo e del consumismo. Siete chiamati a dare esempio di purezza di vita e, se sposati, di essere segno vivente della fedeltà coniugale e dell’indissolubilità del matrimonio, come Cristo le ha predicate. Siate certi, cari fratelli, che la parola di Dio ha il potere di effettuare questo in voi: “Voi siete il sale della terra... Voi siete la luce del mondo” (Mt 5, 13-14).

5. Ma, oltre a ciò, ciascuno di voi ha ricevuto un carisma, il dono dello Spirito Santo che vi dispone ad avere una speciale attitudine per un servizio particolare dentro la Chiesa. Come ci dice san Paolo, lo Spirito Santo è dato in un modo particolare a ciascuna persona: “Abbiamo doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi. Chi ha il dono della profezia la eserciti secondo la misura della fede; chi ha un ministero attenda al ministero; chi l’insegnamento, all’insegnamento” (Rm 12, 6-7).

Questo esercizio dell’apostolato cristiano può essere praticato come individui o come membri di gruppi di persone che lavorano insieme per lo stesso particolare scopo. Dentro l’ampia varietà dell’apostolato, alcuni sono chiamati a proclamare la parola di Dio come catechisti, insegnanti o come coloro che guidano altri adulti attraverso il rito dell’iniziazione cristiana. Alcuni si dedicheranno al servizio delle famiglie, dei malati, dei carcerati, degli handicappati, dei giovani o degli anziani. Altri eserciteranno l’assistenza nel campo della giustizia sociale o della sanità o dell’ecumenismo. Altri ancora metteranno le loro capacità amministrative al servizio dei consigli diocesani o parrocchiali, o nei vari organismi richiesti per coinvolgere la più ampia comunità cristiana. Movimenti specializzati di rinnovamento spirituale per individui e gruppi, specialmente per famiglie, possono grandemente contribuire alla missione della Chiesa.

Il ruolo svolto dalla famiglia nel servizio del Vangelo è tenuto in speciale onore dalla Chiesa. Nella mia esortazione apostolica sul ruolo della famiglia cristiana nel mondo moderno, sottolineavo che “il ministero di evangelizzazione dei genitori cristiani è originale e insostituibile” (Ioannis Pauli PP. II, Familiaris Consortio, 53). A questo riguardo, i bambini hanno anch’essi un ruolo da svolgere e devono essere incoraggiati a dare il loro contributo. Secondo le parole del Concilio Vaticano II, “anche i fanciulli hanno la loro attività apostolica” (Apostolicam Actuositatem, 12).

6. Poiché lo scopo primario dell’apostolato della Chiesa è di annunciare al mondo con la parola e con l’azione il messaggio di Cristo e di comunicare ad esso la grazia salvifica di Cristo, il mezzo principale per attuare ciò è il ministero della parola e dei sacramenti. Questo compito è assolto in un modo specifico attraverso i ministeri ordinati, conferiti dal sacramento degli Ordini. Cristo stesso ha istituito il sacerdozio ministeriale per rendere accessibile a tutto il popolo di Dio il Sacrificio eucaristico, che è “fonte e apice di tutta la vita cristiana” (Lumen Gentium, 11). Ne deriva che ogni ministero è orientato a questo Sacrificio come a suo termine e centro.

Alcuni laici sono chiamati ad essere associati in modo particolare alle attività dei vescovi, dei sacerdoti e dei diaconi, o ad esercitare taluni compiti pastorali o ministeriali in maniera stabile. Quando c’è scarsità di clero, questo aspetto del ministero laicale è particolarmente provvidenziale. Già tutti i laici sono permanentemente designati da Cristo stesso al servizio del suo Vangelo nell’unità della sua Chiesa. La Chiesa si rallegra quando clero, religiosi e laici lavorano insieme, ciascun gruppo secondo la sua specifica chiamata, per dare al mondo la testimonianza unitaria di una comune missione: la missione di Cristo.

7. C’è così tanto da fare. Ci sono interi settori della vita umana che sembrano sfuggire ad ogni influenza etica o religiosa. In questa situazione, ci viene alla mente Gesù: “Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore. Allora disse ai suoi discepoli: "La messe è molta ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!"” (Mt 9, 36-37). Il vero discepolo è bramoso di annunciare Cristo con la parola, sia ai non credenti, per attirarli alla fede, sia ai fedeli, per istruirli, rinvigorirli e spingerli a una vita cristiana più fervente (cf. Apostolicam Actuositatem, 6). C’è veramente un urgente bisogno nella Chiesa di oggi di più numerosi laici impegnati nell’insegnare ai giovani la dottrina cristiana.

La varietà dei bisogni umani richiede una diversificazione di risposte da parte della Chiesa. La Chiesa è una, come lo è il suo Vangelo di salvezza e la sua Eucaristia, ma essa conta sulla sollecitudine dei suoi membri per scoprire modi efficaci di affrontare i nuovi problemi e i nuovi bisogni. Paolo VI ha chiaramente delineato il quadro della Chiesa: “Non senza provare nel nostro intimo una grande gioia, osserviamo una legione di pastori, di religiosi e di laici i quali, appassionati della loro missione evangelizzatrice, cercano modi sempre più adatti di annunziare efficacemente il Vangelo” (Pauli VI, Evangelii Nuntiandi, 73).

8. Sappiamo che il fondamento e la fecondità di ogni apostolato e ministero della Chiesa dipende dalla nostra vissuta unione con Cristo nostro Signore e Maestro. Questa vita di intima unione con Cristo è mantenuta e alimentata dalla preghiera. Nel vero senso della parola possiamo dire che l’apostolato è il manifestarsi dell’amore di Gesù per gli altri dal di dentro di noi stessi. Tuttavia, senza quella unione con Cristo che è alimentata per mezzo della preghiera, il nostro vigore illanguidisce, perdiamo fervore e corriamo il rischio di diventare “un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna” (1 Cor 13, 1).

Inoltre, ogni ministero richiede il sostegno di tutta la comunità cristiana, specialmente mediante la nostra perseveranza nella preghiera l’uno per l’altro. Quanto abbiamo bisogno di pregare gli uni per gli altri! Quanto apprezzo e sento il bisogno delle vostre preghiere! Quanto i vostri vescovi, sacerdoti e diaconi fanno assegnamento sul sostegno delle vostre preghiere! Essi sanno quanto voi contribuite al bene di tutta la Chiesa, quanto voi fate per promuovere la missione salvifica della Chiesa verso il mondo.

9. Di questa vita spirituale apostolica troviamo un modello nell’umile Vergine di Nazaret, la Madre di Gesù, la Regina degli apostoli. Il Concilio Vaticano II dice di lei: “Mentre viveva sulla terra una vita comune a tutti, piena di sollecitudine familiare e di lavoro, era sempre intimamente unita al figlio suo e cooperò in modo del tutto singolare all’opera del Salvatore; ora, poi, assunta in cielo, "con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo ai pericoli e affanni fino a che non siamo condotti nella patria beata"” (Apostolicam Actuositatem, 4).

10. Fratelli e sorelle, rendete grazie a Dio per la possibilità che egli vi dà di servire Cristo e la sua Chiesa. Servite con gratitudine e con gioia! Ringraziate Dio per la fede che avete ricevuto nelle vostre famiglie e nelle vostre comunità, e che si è diffusa ovunque nel vostro Paese, e anche attraverso il mondo. Ringraziate Dio per tutti coloro che lo hanno servito prima di voi, per tutti coloro che hanno annunciato il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo lungo queste spiagge dell’Atlantico. Ringraziate Dio per i vostri genitori, i vostri educatori e i vostri pastori che sono stati i primi ad iniziarvi al Vangelo!

Come un servitore di Cristo che ama voi tutti, vi esorto vivamente, miei compagni nella fede, pellegrini con me in questo viaggio verso il Padre, ad ascoltare le parole che san Pietro scriveva alla prima comunità cristiana:

“Ciascuno viva secondo la grazia ricevuta, mettendola a servizio degli altri, come buoni amministratori di una multiforme grazia di Dio. Chi parla, lo faccia con parole di Dio; chi esercita un ufficio, lo compia con l’energia ricevuta da Dio, perché in tutto venga glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo, al quale appartiene la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen” (1 Pt 4, 10-11).

 

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