Index   Back Top Print

[ FR  - IT ]

VIAGGIO APOSTOLICO IN TOGO, COSTA D'AVORIO II, CAMERUN I,
REPUBBLICA CENTRO-AFRICANA, ZAIRE II, KENYA II, MAROCCO

INCONTRO CON LA COMUNITÀ DIOCESANA NELLA CATTEDRALE

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Solennità dell'Assunzione della Beata Vergine Maria
Kinshasa (Zaire) - Giovedì, 15 agosto 1985

 

Cari amici.

1. In questa festa dell’Assunzione, dopo la messa solenne nella quale, stamane, ho avuto la gioia d’annunciare la beatificazione della vostra sorella Anuarite nella vostra terra, sono felice d’incontrarvi in questa cattedrale insieme ai vostri vescovi.

Porgo il mio cordiale saluto a tutti voi, che portate il compito di animare l’evangelizzazione di questo grande Paese, nella diversità delle vostre situazioni e delle vostre funzioni. Vi porto gli auguri e l’incoraggiamento del successore di Pietro, il quale scriveva ai primi cristiani: “Servo e apostolo di Gesù Cristo, a coloro che hanno ricevuto in sorte con noi la stessa preziosa fede per la giustizia del nostro Dio e salvatore Gesù Cristo: grazia e pace sia concessa a voi in abbondanza, nella conoscenza di Dio e di Gesù signore nostro” (2 Pt 1, 1-2).

Apprezzo il vostro desiderio di situare il nostro incontro nel quadro di una liturgia della parola, culminante nella professione religiosa di molti vostri fratelli e di molte vostre sorelle. Che magnifico seguito della nostra celebrazione di questa mattina, sotto il patrocinio di Notre-Dame dello Zaire e della beata Anuarite!

2. Abbiamo ascoltato il Vangelo. Vorrei meditare sull’insegnamento di questa parabola di Gesù: egli la rivolge ai suoi discepoli, a voi stessi, agenti dell’evangelizzazione nello Zaire.

Vi propongo di rendere grazie per i talenti che vi sono affidati dal Signore. Innanzitutto è il vostro bel Paese, nel quale la terra è generosa. Poi è la vita che avete. Le vostre qualità di spirito e di cuore. La comunità umana nella quale siete nati, che vi ha formati, che vi trasmette il retaggio delle sue qualità ancestrali, dei suoi insostituibili valori. È la natura dell’uomo e l’opera tutta del Creatore!

Tra i talenti che avete ricevuto vi è anche l’instancabile fedeltà di Dio alla propria creatura, anche quando essa si allontana da lui, quando degrada la sua opera, quando non sa più riconoscere il viso del Padre di amore totale. Dio si è unito a noi, moltiplicando le alleanze con noi. Quando ne è stato il tempo, ci ha mandato il suo stesso Figlio, che ha dato la sua vita per riunirci nel suo amore. Ci ha chiamati a portare al mondo la sua parola di speranza, a costituire la sua Chiesa, il suo popolo.

Di fronte al nostro Creatore e nostro Salvatore, che ci affida tante vere ricchezze, noi siamo i servitori felici di farle fruttare.

3. Ed è nostra responsabilità, la parabola dice anche questo, non lasciare nascosti i talenti. Ci riempie di dignità il fatto che il Maestro conti su di noi perché partecipiamo alla sua opera creatrice e salvifica. Certo, ciascuno di noi non è che un modesto costruttore, che invano si affaticherebbe, se il Signore non desse all’edificio solidità, e alla comunità vitalità (cf. Sal 127, 1). E ci vuole responsabili al punto che la nostra stessa vita eterna sia interessata dalla risposta che diamo alla sua fiducia. La parabola dei talenti non ci permette di dimenticare la gravità del nostro rifiuto.

Fratelli e sorelle, vi ripeto in nome del Signore: siate servitori buoni e fedeli. Affinché il tesoro dia frutti, vi viene richiesto di utilizzare le vostre capacità, ciascuno secondo il proprio ruolo, per far scoprire ai vostri fratelli il disegno di Dio. Giorno e notte portate la parola di verità e di speranza. Andate a dire ai vostri fratelli: “Abbiamo trovato il Messia” (Gv 1, 41)! “Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato”; voi potete adempiere la missione, affidata da Cristo risuscitato, la potete adempiere, perché la promessa è certa: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28, 19-20). Dividete con gli altri l’amore del quale siete amati! Edificate il tempio spirituale (cf. 1 Pt 2, 5)!

So che potete essere stanchi, e tentati di prendere altre strade rispetto alla via nella quale vi ha chiamati il Signore. So quali contraddizioni incontrate in un mondo indifferente e talvolta ostile al messaggio di cui siete portatori. Tuttavia non scoraggiatevi. Ascoltate Gesù che vi dice: “Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno” (Lc 12, 32).

4. È una felice circostanza che siano qui riuniti sacerdoti, religiosi e laici, poiché è allo stesso compito che siete occupati. I vostri ruoli diversi contribuiscono a un’opera unica, così come le diverse membra formano uno stesso corpo. Affinché dia frutto in questa terra dello Zaire l’ammirevole talento che costituisce la base della Chiesa, che tutti uniscano i loro sforzi, siano nati in questo Paese o siano venuti da fuori di esso, siano ministri che hanno ricevuto l’ordinazione, uomini e donne consacrate, oppure laici impegnati.

Guidati dalla parola di Dio, rassicurati dalla presenza del Signore, voi rendete possibile l’incontro fecondo tra l’uomo africano e il Vangelo. Il radicamento nella cultura, se bene inteso, significa crescita della Chiesa in questa terra, rappresenta la forma concreta dell’alleanza tra Dio e gli uomini, in questo luogo e in questo tempo. È l’accoglimento della verità universale da parte di una comunità umana dotata di una sua particolare sensibilità, formata dalla propria lunga ricerca del senso della vita. Così cresce la pianta, e diventa un albero che “fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra” (Mc 4, 32).

Ricordiamoci sempre che l’alleanza di Dio con gli uomini risulta dall’iniziativa del Creatore e Salvatore. La fedeltà del popolo al proprio Signore suppone un’apertura piena di umiltà al messaggio evangelico, che non gli è propria, nonché l’osservare alcune fondamentali regole di vita. Mettere in atto l’alleanza per costruire la Chiesa esige da parte nostra l’adesione ai valori espressi dal Vangelo, e che sono stati universalmente vissuti dalla Chiesa nel corso dei secoli. I vostri compiti di animazione della comunità, di formazione, di predicazione, di sostegno contribuiscono a illuminare i vostri fratelli e sorelle affinché conducano la propria vita nello spirito della morale cristiana.

5. Tra i numerosi ambiti nei quali operate, vorrei ricordarne solo alcuni, con poche parole, per via della loro particolare importanza affinché la dignità della persona umana venga rispettata sia nella vita sociale che nelle decisioni individuali.

Penso innanzitutto alla famiglia, alla santità del matrimonio. Aiutate i giovani a preparare consapevolmente la propria unione, affinché la fedeltà del loro amore rispecchi quella di Dio. Che gli sposi siano sufficientemente generosi perché la coppia sia stabile, felice, costituisca un ambiente favorevole allo sbocciare dei figli. Conoscete la dottrina della Chiesa. Fate tutto il possibile affinché sia capita e seguita.

Molti di voi hanno responsabilità educative, e io so quanto la Chiesa si adoperi ad aiutare i giovani perché siano ben preparati ad entrare nella vita attiva e a far fronte, con maturità e col massimo di capacità, alle difficoltà che inevitabilmente li aspettano. Sostenete la loro fede, aiutateli a trovare il senso della loro vita e a capire la loro vocazione, nella luce del Vangelo e nello spirito comunitario al quale la tradizione africana può così bene disporli.

Altri assicurano numerosi servizi nel campo della salute. Siano essi incoraggiati dall’attenzione privilegiata che sempre il Signore ha manifestato ai malati. Contribuire a iniziare il maggior numero possibile di persone all’opera nel campo della salute e accompagnare coloro che soffrono è un nobile compito nel quale la Chiesa ha sempre visto l’esercizio di un autentico amore verso il prossimo.

Nella comunità nazionale, anche tutto ciò che ha a che fare con lo sviluppo costituisce un dovere. Prendendo parte ad esso, i cristiani si inseriscono nel disegno della creazione, rispondono alla parola del Signore che sin dalle origini affida la terra all’uomo perché possa vivere di essa (cf. Gen 1, 26-29). La partecipazione allo sviluppo è indispensabile; so che vi dedicate ad essa con la sollecitudine per la giustizia e l’armonia nella società, e in particolare che sostenete i più poveri e vi preoccupate dell’occupazione giovanile.

6. Cari amici che assumete tante responsabilità tra i cristiani dello Zaire, la vostra vocazione vi ha portato a prendervi carico dei “talenti” affidati dal Signore. Siate voi sacerdoti, religiosi o laici impegnati, è una grazia poter rispondere generosamente a questo appello. Affinché, nel corso degli anni, siate servitori buoni e fedeli di Cristo, vi esorto vivamente a unificare nella vostra vita personale l’impegno attivo e disinteressato con la vita di preghiera e con la cultura intellettuale.

Naturalmente il tipo di formazione varierà secondo la vostra condizione di vita e la natura del vostro compito. Tuttavia il mio pressante invito è rivolto a tutti. Raggiungerete l’equilibrio e sarete felici se non smetterete mai d’approfondire la vostra vita spirituale, di studiare la parola di Dio e la dottrina della Chiesa, mentre progredirete nella padronanza delle tecniche più diverse che sono utili all’esercizio delle vostre funzioni. E a questo arriverete tanto meglio quanto più sarete aperti allo scambio fraterno nella comunità nonché alle indicazioni dei vostri pastori e dei vostri responsabili superiori.

Per quanto riguarda il senso del messaggio cristiano, è importante considerarlo in tutta la sua ampiezza, ricercare una visione d’insieme senza trascurare taluni aspetti apparentemente più difficili, a vantaggio di altri nei quali più spontaneamente si ritrovano i propri centri di interesse. Il generoso dinamismo dell’evangelizzazione raggiunge meglio il suo scopo se passa attraverso una buona comprensione del contenuto del messaggio nella sua interezza, nonché attraverso la profonda disponibilità spirituale del latore del messaggio nei confronti del Signore che lo manda ai suoi fratelli.

Cari fratelli e sorelle, è a tutti voi che mi sono rivolto, perché voi siete agenti di una stessa evangelizzazione.

La Chiesa conta in modo particolare sul ruolo specifico dei laici in seno al mondo, nonché su coloro che, a tempo pieno o parziale si impegnano in compiti essenziali con immensa dedizione, nella catechesi, nella liturgia, nell’animazione di gruppi di preghiera e di altri movimenti nei servizi di carità.

7. Ora vorrei esprimere ai sacerdoti che partecipano al sacerdozio plenario del loro vescovo, quanto io apprezzi il loro disinteresse personale nei confronti del ministero. I sacerdoti diocesani nati qui, quelli che fanno parte degli istituti missionari internazionali e quelli venuti per “fidei donum” assicurano insieme un servizio di primaria importanza. È loro richiesto molto, poiché il talento loro affidato è il sacerdozio istituito da Cristo alla vigilia della sua passione. Attraverso di essi, il Signore riunisce i suoi, poiché li manda ad essere i pastori del suo gregge. Attraverso di essi, la grazia della presenza concreta del Salvatore è offerta a tutti. Attraverso il loro sacerdozio, la Chiesa di un dato luogo è unita a quella della diocesi e alla Chiesa universale che è il grande corpo di Cristo, uno solo nel mondo. Attraverso la loro partecipazione al sacerdozio di Cristo, essi dimostrano che la comunità non trae da se stessa ciò che la fa vivere, quanto piuttosto che lo riceve come un dono.

Sacerdoti, fratelli miei, come successore di Pietro vengo a incoraggiarvi. Voi avete un compito esigente che richiede la disponibilità di tutta la vostra vita, di tutto il vostro cuore. Prego perché il Signore vi renda felici in questo ministero sacerdotale nel quale siete i servitori dei servitori di Dio, seguendo Gesù Cristo che, amandoci fino alla fine, ha preso in mezzo a noi il posto di colui che serve (cf. Gv 13, 1; Lc 22, 27).

8. Questa giornata è particolarmente importante per voi, cari fratelli e sorelle impegnati nella vita religiosa. Questa mattina abbiamo ricordato e celebrato la vostra beata sorella Anuarite. Ora, in mezzo a questa grande assemblea pastorale, un gruppo di religiosi e di suore prendono a loro volta la via dell’impegno.

Anuarite ha risposto appieno alla sua vocazione. La vediamo offrire la propria vita per devozione al Signore, al quale ha offerto la propria castità, obbedienza e povertà. Essa rifulse come un segno nel cuore delle vostre comunità, al centro della Chiesa dello Zaire. La vostra vocazione è quella di essere, anche voi, segno che il servizio del Signore e dei suoi fratelli è un valore fondamentale, a tal punto che alcuni uomini e donne vi consacrano tutta la propria vita, tutte le proprie energie, tutto il loro proprio amore. Alcuni mesi prima del martirio, in un giorno di riflessione, Anuarite aveva scritto l’essenziale nel suo diario personale: “La nostra vocazione è l’amore. Servire Dio. Il Signore Gesù quando ci ha chiesto il sacrificio: il sacrificio delle cose di questo mondo, sacrificio dell’amore umano, sacrificio della nostra stessa persona”.

Illuminati dalla devozione di Anuarite, tutti i religiosi e tutte le religiose, tutte le persone consacrate che vivono in questo Paese rinnovano il loro impegno senza riserve al seguito di Cristo. Tutti si uniscono nelle lodi al Signore. Penso in modo particolare ai monasteri contemplativi che sono testimoni privilegiati della vita offerta a Dio nella Chiesa.

Cari fratelli e care sorelle che state per compiere la professione dei voti perpetui e che sarete consacrate al Signore, sappiate che insieme alle vostre superiori, il Papa, i vostri vescovi e tutta la comunità vi danno il loro incitamento e vi esprimono la loro riconoscenza per la vostra devozione. Nei vostri istituti, voi impegnate a Dio tutta la vostra persona. Il popolo di Dio tutto intero fa assegnamento sulla vostra fedeltà, sulla forza del vostro esempio e sulla vostra preghiera. La Chiesa conta sui servizi ai quali vi dedicate negli anni, in particolare a favore dei più poveri, di coloro che aspettano che si faccia loro sentire e capire la parola di Dio, delle comunità che hanno bisogno di essere animate e sostenute dal vostro appoggio.

Nell’offrirvi a Dio, voi promettete di vivere povere, caste e obbedienti. Le rinunce necessarie siano per voi una gioia, poiché sono segno di vero amore. Per il sacrificio a cui acconsentite, la forza dello Spirito Santo non vi mancherà: egli vi permetterà di compierlo assieme a Gesù nell’alleanza nuova ed eterna. Per voi che pronunciate i primi voti, la croce che riceverete sarà testimonianza quotidiana della presenza nella vostra vita di Gesù morto e risorto. A voi, suore professe, le vostre superiore consegneranno tra breve un anello che io benedico; che esso sia il segno della vostra unione, senza riserve, al Dio fedele, nella comunità delle vostre sorelle. La Chiesa intera, coi santi che ora invocheremo, prega per la vostra fedeltà all’impegno preso.

Sacerdoti, laici, religiosi e religiose che state intorno a queste nuove professe, rendiamo grazie al Signore!

Che Notre-Dame dello Zaire vi sostenga con la sua intercessione materna!

E che il Dio di speranza vi colmi di ogni gioia e di ogni pace nella fede!

Che l’esempio di Anuarite resti per voi un segno indelebile.

Amen.

 

© Copyright 1985 - Libreria Editrice Vaticana



Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana