VISITA PASTORALE ALLA PARROCCHIA ROMANA
DI SANTA MARIA DELL'OLIVO A SETTECAMINI
OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II
Domenica, 5 maggio 1991
“Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati”.
1. Carissimi fratelli e sorelle, nel clima gioioso del tempo pasquale, mentre celebriamo la pienezza dell’amore di Dio per l’umanità, manifestato e comunicato a noi nel suo Figlio morto e risorto, la liturgia odierna ci riconduce alla considerazione di questo grande “dono”, dal quale scaturisce il comandamento dell’amore ai fratelli.
Contempliamo, innanzitutto, l’amore di Dio per l’uomo, quale si è rivelato pienamente in Cristo, suo Figlio.
“Dio è amore”, ci ha ricordato l’apostolo Giovanni. È amore perché “comunione” che unisce il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo nella vita trinitaria. È amore perché è “dono”. L’amore di Dio, infatti, non resta chiuso in se stesso, ma si diffonde e si riversa nel cuore di tutti coloro che egli ha creati, chiamandoli ad essere suoi figli.
L’amore di Dio è un amore gratuito, che previene l’attesa e il bisogno dell’uomo. “Non siamo stati noi ad amare Dio, ma è Lui che ha amato noi”. Ci ha amati per primo, ha preso Lui l’iniziativa. È questa la grande verità che illumina e spiega tutto ciò che Dio ha compiuto e compie nella storia della salvezza.
L’amore di Dio, inoltre, non è riservato ad alcuni, a pochi, ma si rivolge e vuole abbracciare tutti gli uomini, invitandoli a formare una sola famiglia. Lo afferma lo stesso apostolo Pietro nel suo discorso di evangelizzazione tenuto in casa del centurione Cornelio, dove erano convenute molte persone: Dio - egli afferma - “non fa preferenze di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto”.
L’amore di Dio per gli uomini non conosce confini, non si arresta di fronte ad alcuna barriera di razza o di cultura: è universale, è per tutti. Chiede solo disponibilità e accoglienza; esige soltanto un terreno umano da fecondare, fatto di coscienza onesta e di buona volontà.
È, finalmente, un amore concreto fatto di parole e di gesti che raggiungono l’uomo nelle diverse situazioni, anche quelle di sofferenza e di oppressione, perché è amore che libera e salva, offre amicizia e crea comunione. Tutto ciò in forza del dono dello Spirito, effuso come dono d’amore nel cuore dei credenti, per renderli capaci di glorificare Dio e annunciare le sue meraviglie a tutti i popoli.
2. Dalla contemplazione dell’amore di Dio scaturisce l’esigenza di una risposta, di un impegno. Quali? È doveroso chiederselo. E la parola di Dio, appena ascoltata, colma la nostra attesa.
È chiesto anzitutto all’uomo di lasciarsi amare da Dio. Ciò avviene quando si crede al suo amore e lo si prende sul serio, accogliendo il dono nella propria vita per lasciarsi trasformare e modellare da esso, specialmente nei rapporti di solidarietà e di fraternità che uniscono gli uomini fra loro.
Cristo Gesù, infatti, chiede a coloro che sono stati raggiunti dall’amore del Padre di amarsi tra loro e di amare tutti come Lui li ha amati. L’originalità e la novità del suo comandamento risiedono appunto in quel “come”, che dice gratuità, apertura universale, concretezza di parole e gesti veri, capacità di donazione fino al supremo sacrificio di se stessi. In questo modo, la sua vita può diffondersi, trasformare il cuore umano e fare di tutti gli uomini una comunità radunata nel suo amore.
Gesù domanda ancora ai suoi di rimanere nel suo amore, cioè di dimorare stabilmente nella comunione con Lui, in un rapporto costante di amicizia e di dialogo. E ciò per godere la gioia piena, per trovare la forza di osservare i suoi comandamenti e, finalmente, per portare frutti di giustizia e di pace, di santità e di servizio.
3. Carissimi fratelli e sorelle della Parrocchia di Santa Maria dell’Olivo, sono lieto di trovarmi oggi in Visita pastorale in mezzo a voi, in questa ampia zona della Borgata Settecamini; sono venuto per annunciare questo messaggio di amore a ciascuno di voi e a tutta la comunità che si raduna in questa Chiesa parrocchiale.
Insieme all’Arcivescovo Monsignor Camillo Ruini, Pro-Vicario Generale, e a Monsignor Salvatore Boccaccio, Vescovo Ausiliare del Settore Nord, saluto tutti voi, cari fedeli, con particolare pensiero per i vostri bambini, per le persone anziane o malate e per quanti soffrono a causa dell’emarginazione, della solitudine o dell’abbandono.
Saluto, in particolare, il vostro Parroco, Monsignor Alessandro Mena, e i Sacerdoti che collaborano con lui nell’opera di animazione cristiana di questa vasta circoscrizione dell’Agro Romano. Esprimo il mio ringraziamento ai membri delle Associazioni dell’Azione Cattolica, delle ACLI e dei Movimenti Ecclesiali che prestano la loro collaborazione nell’ambito delle iniziative parrocchiali.
A tutti dico: amate la vostra Chiesa e testimoniate con la vostra vita la gioia e l’amore, propri del cristiano che crede nel Cristo Risorto.
4. Accogliete con rinnovata consapevolezza il Vangelo dell’amore che Cristo Gesù rivela con la sua parola e con la sua vita.
Egli vi ha scelti e, con il dono dello Spirito, vi ha “costituiti” e stabiliti in Lui, facendovi suoi amici e rendendovi partecipi, con il battesimo, della sua stessa vita. Restate nel suo amore, perseverate in esso, coltivate il dialogo della preghiera con Lui, crescete nella comunione attraverso la partecipazione ai sacramenti e alla liturgia, custodite fedelmente nel cuore la sua parola, osservate i suoi comandamenti.
E poi amatevi gli uni gli altri, perché “chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio”. L’amore fraterno, infatti, testimoniato e vissuto, rende credibile il Vangelo dell’amore di Dio a “coloro che sono fuori” e diviene così la prima forma di evangelizzazione per gli uomini del nostro tempo. Essi ve lo chiedono e hanno il diritto di aspettarselo da coloro che sono in Cristo Gesù e sono da Lui amati.
Questo amore vicendevole, nella concretezza della vostra comunità parrocchiale, è destinato ad esprimersi in forme molteplici d’impegno e di servizio.
Esige disponibilità ed accoglienza nei confronti di tutti e specialmente dei piccoli, dei poveri, dei sofferenti; chiede collaborazione fattiva ed armonica alle diverse iniziative miranti a creare e rafforzare la comunione; comporta la valorizzazione dei carismi personali e di gruppo, con l’intento di orientarli al bene comune e all’edificazione della comunità, superando le facili spinte all’individualismo e alla ricerca di interessi particolari. Vi domanda, in una parola, di “camminare insieme”, guidati da chi è pastore nella Chiesa, verso il comune traguardo del Regno di Dio.
5. Il Vangelo dell’amore, finalmente, chiede a tutti e a ciascuno di andare e portare frutto e un frutto che rimanga.
È il dovere della “missione”, che vi sollecita a portare la riconciliazione e la pace là dove c’è divisione e inimicizia; a creare solidarietà là dove c’è emarginazione e solitudine; a promuovere la vita là dove dilagano i segni della morte; a costruire condivisione là dove l’egoismo innalza barriere e pregiudizi: nella famiglia, nell’ambiente di lavoro, nella vita del quartiere.
“Con voci di giubilo date il grande annuncio, fatelo giungere ai confini del mondo: il Signore ha liberato il suo popolo. Alleluia”.
Carissimi, vivete nell’amore di Dio e nella gioia; venerate, soprattutto in questo mese di maggio a Lei consacrato, Maria SS.ma, celeste Patrona della vostra parrocchia, ed impetrate da Lei la pace, di cui l’ulivo è simbolo ed auspicio.
La liturgia di oggi è “gioia”: è gioia di andare insieme, è gioia di essere insieme come famiglia di Dio radunata intorno al suo altare, alla sua Eucaristia. È gioia speciale vedere questi bambini vestiti così solennemente, ragazze vestite in bianco, per ricevere la Prima Comunione. È gioia soprattutto dei cuori di questi bambini perché devono aprirsi a Gesù Cristo eucaristico e diventare la sua dimora come lui ci ha detto. È gioia per le famiglie che vivono così una grande giornata nel loro cammino della vita cristiana. È sempre gioia nella vostra comunità ecclesiale, nella vostra comunità parrocchiale questo giorno della Prima Comunione dei bambini, giorno di grande gioia pasquale. È gioia per me che ho potuto trovarmi nella vostra parrocchia in questo giorno in cui i vostri bambini ricevono la Prima Comunione e posso io personalmente dare Gesù Eucaristico a ciascuno e a ciascuna di loro. Che il Signore vi benedica tutti e vi aiuti nel cammino parrocchiale cristiano, specialmente in questo mese di maggio e durante tutta la nostra vita.
Sia lodato Gesù Cristo.
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