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CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA PER L’ORDINAZIONE
DI 10 NUOVI VESCOVI

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Solennità dell’Epifania del Signore - Venerdì, 6 gennaio 1995

 

“Alzati, rivestiti di luce...” (Is 60, 1).

1. Le letture dell’odierna liturgia trasmettono alla nostra Assemblea una sorta di interiore movimento. A ben vedere, infatti, la festa dell’Epifania celebra la manifestazione di quello che potremmo chiamare il “grande movimento”. Leggiamo in Isaia le parole rivolte alla città di Gerusalemme: “Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te. Poiché, ecco, le tenebre ricoprono la terra, nebbia fitta avvolge le nazioni; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te” (Is 60, 1-2).

“Viene la tua luce...”. Le parole del Profeta indicano movimento: dall’alto discende la gloria di Dio con la sua grazia. Epifania significa il movimento di Dio verso l’uomo. In conseguenza di esso inizia sulla terra l’altro movimento, quello che porta gli uomini dalle tenebre alla luce. Leggiamo: “Cammineranno i popoli alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio” (Is 60, 3-4). È il movimento in direzione della luce, verso Gerusalemme che è il suo centro. È il movimento del cuore umano verso Dio che è venuto nel mondo. Emmanuele.

Nella storia delle religioni questa è la novità assoluta: Dio è nato nel mondo, per condividere con l’uomo la sua sorte terrena.

2. Oltre a quella del movimento, nella Festa dell’Epifania è molto importante la dimensione del dono. Il Profeta parla delle ricchezze di oltremare, dei beni delle nazioni, parla dell’oro e dell’incenso che, tra i canti dei pellegrini, vengono portati verso Gerusalemme, nel luogo in cui Dio è venuto al mondo. I doni testimoniano il movimento interiore, il movimento del cuore dell’uomo. Dio che viene al mondo rivela se stesso come Dono per l’uomo, e l’uomo, conoscendo che per lui Dio si è fatto Dono, riconosce anche in se stesso la capacità di farsi dono per gli altri.

Proprio di questo scrive san Paolo alla comunità di Efeso nel brano che abbiamo ascoltato. E nel Vangelo i Magi, portando a Betlemme dall’Oriente oro, incenso e mirra, confermano la più profonda verità della rivelazione di Dio nella carne umana: Dio si è fatto Dono per la salvezza dell’uomo e per la sua redenzione; Egli chiama l’uomo a realizzarsi a sua volta mediante il dono sincero di sé.

3. La liturgia odierna diventa così epifania della grande missione, che partendo da Dio conduce all’uomo mediante la venuta nel mondo del Figlio di Dio, e si prolunga attraverso il cuore dell’uomo verso gli altri uomini, verso tutti coloro che ancora non conoscono la luce discesa su Gerusalemme e ignorano la strada per raggiungere la grotta di Betlemme.

Il cammino dei Magi giunti da Oriente è come un grande simbolo di tutte quelle vie sulle quali gli uomini, da vicino e da lontano, sin dagli estremi confini della terra, camminano nel corso dei secoli verso la luce di Cristo. Colui che ora, Neonato, si lascia trovare e adorare dai Magi, un giorno, al termine della sua missione terrena, dirà agli Apostoli: “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura” (Mc 16, 15), e con queste parole imprimerà una precisa direzione alla storia della Chiesa. Il grande movimento che conduce verso tutte le nazioni del mondo corrisponde, nel disegno di Dio, alla venuta di Cristo nella carne. Esso si ricollega anche al cammino dei Magi, i quali, mossi dall’apparire di un nuovo astro, di una nuova luce e certamente guidati dalla luce dello Spirito Santo, intrapresero il viaggio che li condusse a Gerusalemme e poi a Betlemme.

Coloro che sono succeduti agli Apostoli nella missione di portare la luce a tutte le nazioni, di predicare a tutte le nazioni, hanno indicato agli uomini la stessa via dicendo: Andate a Betlemme, là Cristo è nato; andate a Nazaret, là ha trascorso i trent’anni della sua vita nascosta; fermatevi sulle rive del lago di Galilea e in tanti luoghi della Terra Santa, dove Egli ha insegnato e operato miracoli, dando segni della sua potenza divina; e soprattutto andate a Gerusalemme, dove è stato crocifisso per togliere i peccati del mondo e rivelarsi come Redentore dell’uomo; andate a Gerusalemme, dove è risorto il terzo giorno manifestando la potenza di vita che è in Lui, vita più forte della morte fisica e spirituale.

4. Voi, cari Fratelli, che oggi nella Basilica di San Pietro ricevete la consacrazione episcopale, diventate in un modo particolare partecipi dell’Epifania di Cristo. Un giorno gli Apostoli ricevettero da Cristo il mandato: “Andate in tutto il mondo...”. Ricevettero anche la potenza dello Spirito Santo, che mediante l’imposizione delle mani avrebbero poi trasmesso ai loro successori.

Cominciando da Gerusalemme, si sviluppò così il grande movimento della “predicazione del Vangelo ad ogni creatura”. Sempre nuovi uomini, di generazione in generazione, hanno ricevuto lo Spirito Santo, per partecipare alla missione apostolica della Chiesa, che è di annunciare il Vangelo ad ogni creatura.

Oggi a questa spirituale catena dei successori degli Apostoli venite aggiunti voi, che qui avete recato i vostri doni: il dono della vostra umanità, il dono della vocazione, il dono del sacerdozio, il dono del servizio. La rivelazione della verità sull’uomo, riaffermata dal Vaticano II, che egli cioè realizza se stesso solamente mediante il dono sincero di sé, vi ha guidato sulla via della vocazione sacerdotale ed episcopale. Oggi siete venuti qui con questi doni. Nella vostra venuta si compie la profezia di Isaia sulle nazioni, le quali, in cerca della luce, camminano verso Gerusalemme. Voi recate le ricchezze delle vostre nazioni per deporle ai piedi della Santa Famiglia. E proprio mentre compite questo gesto, voi stessi ricevete un dono nuovo: il dono del pieno servizio pastorale nella Chiesa di Dio, l’Episcopato nel quale continua e costantemente si prolunga la missione apostolica nella Chiesa.

Partite, dunque, come i Magi d’Oriente, arricchiti dal dono di Dio, e recatelo là dove il servizio ecclesiale vi chiama. Recalo in Panamá, Mons. Bruno Musarò, Nunzio Apostolico in quel Paese in cui si congiungono il nord e il sud del Continente americano. Tu, Mons. Petko Christov, Vescovo di Nicopoli, recalo in Bulgaria, perché verità e libertà maturino là dove troppo a lungo vi è stata oppressione. Tu, Mons. Antonio Napoletano, Vescovo di Sessa Aurunca, lo recherai nel Meridione d’Italia, dove un’antica tradizione cristiana attende una nuova evangelizzazione. Porta il tuo dono, Mons. Zacharias Jimenez, Vescovo di Pagadian, nelle Filippine, che mi appresto a visitare per gettare un ponte verso le nuove generazioni dell’Asia. Recalo negli Stati Uniti d’America, Mons. Raymond Leo Burke, Vescovo di La Crosse, così che in quella terra possano essere rinvigorite le radici evangeliche. Tu, Mons. Javier Echevarría Rodríguez, Prelato della Prelatura personale della Santa Croce e dell’Opus Dei, diffondilo come pegno di rinnovata testimonianza in ogni ambiente di vita. Nel moderno areopago dei mezzi di comunicazione lo recherai tu, Mons. Pierfranco Pastore, che da anni svolgi il tuo apprezzato servizio quale Segretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. E tu Mons. StanisLaw Szyrokoradiuk, Ausiliare del Vescovo di Zytomir, portalo in Ucraina, perché sia seme di piena unità tra ortodossi e cattolici. Voi, infine, Mons. Pawel Cieslik e Mons. Stefan Regmunt, Ausiliari rispettivamente del Vescovo di Koszalin-Kolobrzeg e di quello di Legnica, recate il dono di Dio in Polonia, come degni ministri di quella amata Chiesa.

Carissimi e venerati Fratelli, siate fedeli testimoni della Verità, testimoni della divina Epifania! Questa Verità, attraverso il dono sincero della vostra vita, parli agli uomini, indichi loro il cammino verso quella luce che rifulse a Betlemme, verso quella luce che è Cristo.

Possa il vostro ministero contribuire all’avverarsi della parola del Salmo poc’anzi proclamato: “Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra” (Sal. resp.)

Tutti i popoli, Signore! Amen.

 

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