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LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II
AI VESCOVI FILIPPINI RIUNITI IN ASSEMBLEA PLENARIA

 

L’imminente Assemblea plenaria mi offre la gradita opportunità di rivolgermi ancora una volta a voi, cari confratelli nell’episcopato, per manifestarvi il mio più vivo affetto per voi e per le comunità affidate al vostro ministero pastorale e per condividere con voi alcune riflessioni, rispondendo così all’auspicio espressomi dal cardinale Ricardo Vidal. A lui rivolgo un saluto particolare, perché è stato chiamato a ricoprire l’incarico di presidente della Conferenza episcopale in un momento difficile per la storia del Paese e per la Chiesa che condivide pienamente la gioia e le speranze, le preoccupazioni e le difficoltà dei suoi abitanti.

Cristo nostra salvezza

In questo momento di transizione, contrassegnato da gravi e complessi problemi di diversa natura, desidero rivolgere una parola di incoraggiamento a tutti voi, e - nell’esercizio della missione affidata dal Signore Gesù a Pietro e ai suoi successori di confermare i suoi fratelli nella fede - vi invito a riporre tutta la vostra fiducia in Cristo, che è la nostra forza e la nostra salvezza.

Gli avvenimenti politici che nei mesi scorsi hanno profondamente modificato la vita pubblica delle Filippine sono stati oggetto della mia attenzione e anzi preoccupazione, come ho avuto occasione di esprimere pubblicamente a questo riguardo, invitando i nostri fratelli nella fede di altri paesi a unirsi in preghiera con il popolo filippino. È grazie alla divina protezione e al profondo spirito cristiano del vostro popolo - ben noto per la sua cordiale, accogliente e pacifica apertura a tutti - che durante le gravi tensioni non vi è stato ricorso alla violenza, come si era temuto.

Una seria e attenta guida morale

Da allora è trascorso solo poco tempo, ed esistono numerosi e impellenti problemi sociali, economici e politici che attendono una risposta concreta ed effettiva. Capisco dunque la vostra inquietudine e il desiderio, come pastori, di esprimere più esplicitamente la vostra comunione con il popolo a voi affidato, e di offrirgli una seria e attenta guida morale.

La Chiesa nelle Filippine non può dimenticare che una vasta fascia della popolazione si trova a vivere in condizioni economiche e sociali che sono estremamente difficili e talvolta intollerabili, e chiede una vita più umana, più in armonia con la dignità di figli di Dio. L’amore preferenziale per i poveri, che già in passato non ha mancato di ispirare il vostro ministero pastorale, deve diventare una delle principali linee di azione di questo ministero, nel contesto della solidarietà con tutti gli esseri umani e la loro storia.

Questo servizio di amore e di fedeltà all’uomo deve tuttavia essere in conformità con la natura della missione della Chiesa, che non è di ordine temporale, ma di ordine spirituale, non di ordine sociale, politico o economico, ma religioso (cf. Gaudium et Spes, 42). Ciò significa, dunque, che la Chiesa è chiamata non a prendere posizioni di carattere politico o a prendere parte in conflitti tra fazioni, ma a offrire alla società il contributo esperto che le è proprio, come pure la luce spirituale e la forza che possono contribuire alla costruzione e al consolidamento della comunità umana. Questo servizio all’uomo richiederà un intenso sforzo evangelico, che è la proclamazione della salvezza divina, in ogni contesto in cui la gente vive e lavora. Esso deve essere dunque fedele a una proclamazione integrale del Vangelo che deve diffondere la sua luce sulle realtà terrene, in modo tale che l’uomo possa essere aiutato a liberarsi da tutto ciò che lo opprime e lo aliena, così che egli possa essere reso capace di incamminarsi verso la sua piena autorealizzazione, sia terrena che trascendente.

Servizio disinteressato al bene comune

Nel momento presente, quando il paese sembra più che mai richiedere il contributo di un servizio disinteressato al bene comune e un esempio di grande integrità morale e virtù sociali, i vostri sforzi devono cercare di garantire la necessaria formazione delle coscienze dei fedeli a tutti i livelli di responsabilità nella società. In questo modo vi sarà possibile promuovere la preparazione dei laici ad assumere le loro responsabilità, come cristiani e come cittadini, nella costruzione politica e nell’organizzazione della vita sociale. Lo stesso Concilio Vaticano II ha affermato chiaramente che “l’impegno di informare dello spirito cristiano la mentalità e i costumi, le leggi e le strutture della comunità in cui uno vive, è compito e obbligo dei laici così che non può mai essere debitamente assolto dagli altri” (Apostolicam Actuositatem, 13). Non vi è dubbio che si tratta di una questione che richiede il supporto della guida spirituale dei vescovi e dei sacerdoti.

In questo ministero di insegnamento e di guida, al servizio della verità e della giustizia, nessun pastore può dimenticare che anch’egli è chiamato ad essere uno strumento di riconciliazione e di comunione.

Superare ogni divisione

A voi che siete consacrati ad avere cura dell’intero gregge, senza esclusioni di sorta, è affidata la promozione di una riconciliazione nazionale effettiva e concreta. Voi avete la missione non di provocare o di accentuare le divisioni, ma di contribuire a superare urgentemente e con decisione quelle che si sono create o che almeno sono sorte tra la popolazione nel corso degli ultimi avvenimenti. Anche questa attività pacificatrice produrrà, tuttavia, i risultati desiderati solo nella misura in cui essa è basata su di una intensa attività evangelizzatrice.

La proclamazione della buona novella che deve essere portata avanti - naturalmente nel contesto concreto della vita del popolo e come risposta ai suoi problemi più gravi - produrrà una profonda unità che non è intaccata dalle diverse opzioni politiche o socio-economiche.

Fraternità umana e soprannaturale

Ogni filippino si sentirà, dunque, in un riscoperto senso di solidarietà - conseguenza concreta della fraternità umana e soprannaturale - coinvolto con i fratelli nella fede e con tutti gli uomini di buona volontà nella soluzione delle difficoltà del paese. La prospettiva dell’unità e l’accresciuta solidarietà comprendono la sollecitudine per l’attuale stesura della nuova costituzione.

Confido che tutti coloro ai quali è stato affidato questo compito daranno il loro esperto contributo e saranno vivamente consapevoli della dignità dell’uomo e delle sue più profonde aspirazioni.

Conscio della sensibilità del popolo filippino verso tutto ciò che riguarda la vita religiosa e della vostra attenzione in questo particolare settore, sono certo che la nuova Magna Charta riconferma in maniera adeguata il diritto di tutti i cittadini alla libertà religiosa e garantirà la libertà della Chiesa a svolgere la sua missione, anche nell’ambito dell’insegnamento e dell’assistenza.

Al termine di questa lettera, desidero ripetervi che sto seguendo con costante attenzione e profondo affetto il vostro difficile ministero. Accompagno i lavori della vostra Assemblea plenaria con la mia preghiera e imparto la mia speciale benedizione apostolica, che vorrei estendere a tutte le comunità diocesane.

Cordialmente vi affido alla materna protezione di Maria, Madre della Chiesa.

Dal Vaticano, 28 giugno 1986.

IOANNES PAULUS PP. II

 

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