LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II
AL CARDINALE AGOSTINO CASAROLI,
LEGATO PONTIFICO A POMPEI PER IL I CENTENARIO DELL'INCORONAZIONE DELL'IMMAGINE
DELLA VERGINE DEL SS. ROSARIO
Al nostro venerabile fratello
card. Agostino Casaroli,
salute e apostolica benedizione.
Se è lecito in qualche modo parlare, come anche noi abbiamo fatto recentemente nella enciclica riguardante la Vergine Maria, di una particolare “geografia” della fede e della pietà mariale, in cui il popolo di Dio cerca l’incontro con la Madre di Dio, a maggior ragione rivendica giustamente tale dignità di luogo sacro e questa consuetudine di profonda religiosità il pontificio santuario di Pompei, dedicato alla Vergine Maria del Santissimo rosario, la cui fama secolare viene celebrata in tutte le nazioni sparse sulla terra. I suoi tesori di grazia divina sono sperimentati in profondità e percepiti in abbondanza da tutte le comunità ecclesiali nei vari paesi, per la consuetudine di recitare il rosario mariano, per i pellegrinaggi che si svolgono sotto questo nome, per il culto della fede cattolica frequentato assiduamente a esempio del fervore vissuto a Pompei.
Poiché dunque per bontà di Dio onnipotente si sta ormai per compiere il centesimo anniversario da quanto l’eccelsa immagine della Madonna di Pompei fu coronata di regale diadema per opera di un vicario del Romano Pontefice appositamente inviato, anche noi non abbiamo voluto tralasciare né di esaltare convenientemente la memoria di questo fatto né di celebrare utilmente insieme il titolo e il luogo, il significato vero e il ruolo eccelso della Vergine di Pompei nel tempio dedicato ai misteri del suo rosario.
Perciò con il medesimo affetto di grandissima riverenza per la Vergine Madre di Dio, con cui abbiamo emanato recentemente l’enciclica, perché fosse maggiormente onorata la “Madre del Redentore” (Ioannis Pauli PP. II, Redemptoris Mater, 28), e con il medesimo intento con cui abbiamo indetto l’Anno Mariano in modo che fosse illuminata la sua nascita e l’inizio della nostra salvezza, con grande gioia ti destiniamo, venerabile fratello nostro, e ti creiamo fiduciosi con questa lettera nostro legato a celebrare i riti solenni e bellissimi della supplica della Madonna di Pompei, che si svolgeranno il prossimo 8 maggio, affinché vengano esaltati i primordi della nuova Pompei e dello stesso santuario e continuino a prosperare e siano confermate da nuovo impulso le mirabili e molteplici opere di carità, promosse dal beato Bartolo Longo e fiorenti ininterrottamente per tutti questi cento anni.
Sarai dunque presente a nome nostro a Pompei, venerabile fratello nostro, e in quel fausto momento testimonierai tutta la nostra benevolenza verso i responsabili del santuario e dell’opera benefica, esortando i presenti e i lontani secondo la nostra intenzione e la nostra voce, all’accrescimento illuminato della pietà mariana, al culto appassionato dell’anno mariano, all’affetto sempre più tenero verso la Vergine di Pompei. Infine impartirai in abbondanza la nostra benedizione apostolica a tutti i singoli partecipanti, affinché, come abbiamo scritto, incontrandosi con la Madre di Dio “nell’ambito della stessa materna presenza di “colei che credette”, trovino la conferma della loro fede” (cf. Ioannis Pauli PP. II, Redemptoris Mater, 28).
Dato a Roma, presso la basilica di San Pietro, col sigillo dell’anello del Pescatore, il 13 aprile 1987, anno nono del nostro pontificato.
GIOVANNI PAOLO PP. II
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