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VIAGGIO APOSTOLICO IN PORTOGALLO
(10-13 MAGGIO 1991)

LETTERA DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II
 INVIATA DA FATIMA
AI VESCOVI DELL'EUROPA

 

Venerati e cari fratelli!

Dal Santuario di Fatima rivolgo un affettuoso pensiero a tutti voi, fratelli nell’episcopato del Continente Europeo, mentre sono in corso intensi lavori di preparazione all’Assemblea Speciale per l’Europa del Sinodo dei Vescovi, desiderando di mettere in risalto alcuni aspetti di tale iniziativa, che mi sta molto a cuore.

Tale Assemblea, nella prospettiva dell’inizio ormai prossimo del Terzo Millennio dalla nascita del Cristo Signore, vuole rispondere ai segni dei tempi, nei quali per noi si manifesta la misericordiosa Provvidenza divina. Il luogo stesso dal quale ne ho annunciato la convocazione, Velehrad in Moravia, legato alla Missione degli Apostoli degli Slavi, allude all’importanza e alle ragioni del raduno. Ne parla altresì la data, 22 aprile 1990, così vicina e connessa alla nuova situazione, creatasi con gli avvenimenti degli ultimi mesi dell’anno 1989.

L’Assemblea Speciale per l’Europa del Sinodo dei Vescovi è necessaria affinché la Chiesa nel Continente possa incontrarsi nelle persone di tutti i suoi Pastori. Ciò non era possibile prima. Occorre inoltre che si incontrino le due tradizioni spirituali dell’Europa, rappresentate dai suoi Patroni: quella occidentale, che riconosce come suo protettore San Benedetto; quella orientale, che vanta come padri nella fede i Santi Cirillo e Metodio. Tale incontro è particolarmente importante, nel contesto dei cambiamenti che tendono vigorosamente all’avvicinamento delle Nazioni e degli Stati del Continente.

I lavori preparatori svolti finora mostrano con evidenza la pluralità delle culture e delle situazioni della Chiesa in Europa. Ciò costituisce una singolare ricchezza, ma comporta anche un compito che si prospetta arduo e complesso. Si tratta di ritrovare le dovute vie per arrivare alla cooperazione nella vita e nella missione della Chiesa. Questa missione consiste nella evangelizzazione, considerata sia nelle sue antiche radici, sia nel suo aspetto di evangelizzazione nuova quale si impone a motivo degli attuali condizionamenti e delle moderne sfide, scaturite in gran parte dagli avvenimenti del presente momento della storia.

Come vi è noto, la preparazione della prossima Assemblea Speciale è giunta ora ad una fase decisiva. Dopo la prima riunione con i Presidenti delle Conferenze Episcopali, nel giugno 1990 è stato costituito un Gruppo di lavoro, composto da Vescovi dell’Occidente e dell’Europa Centro-orientale. Nel corso di numerose riunioni si è cercato di elaborare un documento preparatorio del futuro incontro, insieme con un questionario adatto per raccogliere i contributi dei Pastori delle Chiese del continente europeo. La documentazione pervenuta è ora nelle mani di tutti i Vescovi dell’Europa e mi auguro che essa costituisca una importante base per i lavori dell’Assemblea Speciale.

A nessuno sfugge l’importanza, in questo periodo preparatorio del Sinodo, del lavoro svolto da anni in seno al Consiglio delle Conferenze Episcopali dell’Europa (CCEE), mediante simposi ed incontri su diversi temi pastorali, per opportuni scambi di informazioni e pareri circa il comune impegno dell’evangelizzazione e dell’unità dell’intera Chiesa in Europa.

Per il Sinodo è essenziale che le singole Conferenze Episcopali affrontino tali argomenti nel corso dei prossimi mesi, avvalendosi della collaborazione di ecclesiastici e laici competenti, così che si possa avere un più ampio contributo per il comune lavoro.

L’Europa possiede una grande eredità di culture tra loro collegate, in diversi modi, dal fermento dell’unica radice evangelica. Allo scopo di approfondire la consapevolezza di questo fatto e trarne utili spunti per il Sinodo stesso, sarà organizzato dal 28 al 31 ottobre prossimo in Vaticano un Simposio presinodale sul tema: “Cristianesimo e cultura in Europa: Memoria, Coscienza, Progetto”, a cura del Pontificio Consiglio della Cultura, in collaborazione con la Segreteria Generale del Sinodo. Alcuni esperti delle diverse tradizioni culturali dell’Europa rifletteranno insieme per poter offrire ai Padri Sinodali il frutto della loro competenza.

Pensando all’evangelizzazione del nostro Continente nella prospettiva dell’Anno 2000, dobbiamo mettere in particolare risalto la cooperazione ecumenica. È ben noto, infatti, che cospicue comunità cristiane in Europa sono di tradizione ortodossa e protestante. I loro rappresentanti sono invitati all’Assemblea Speciale per l’Europa a titolo singolare, come Delegati di Comunità unite a noi dal legame fraterno che esiste tra tutti i Cristiani. Contiamo sul fatto che essi possano contribuire in maniera adeguata per le scelte utili alla evangelizzazione, mettendo a frutto le acquisizioni raggiunte finora mediante il dialogo ecumenico e, nello stesso tempo, nutriamo la speranza che la collaborazione sinodale aiuti la ricerca delle vie da percorrere, per avvicinarci a quella pienezza di unità che Gesù Cristo vuole.

Il Sinodo che avrà luogo in Vaticano dal 28 novembre al 14 dicembre di quest’anno, dovrà esser preparato da noi tutti, non soltanto con la riflessione e il dialogo, ma ancor più con il “metodo” della preghiera. Chiedo insistentemente questa preghiera a tutti, particolarmente alle comunità contemplative, e non soltanto ad esse. Occorre che l’intera Europa cristiana partecipi alla preghiera per il Sinodo, rendendosi conto che qui veramente “res nostra agitur”.

Scrivo queste parole mentre per la seconda volta dopo dieci anni mi trovo a Fatima, in pellegrinaggio riconoscente alla Madre di Cristo. Sembra venuto ora il tempo per tutti noi di ripetere alla Vergine con particolare fiducia le parole dell’inno liturgico: “Monstra Te esse Matrem!”.

Con tali sentimenti e con la speranza che tutta la Chiesa ripone nell’orazione di Cristo, nell’amore del Padre per noi e nella forza dello Spirito Santo, invio a tutti voi, fratelli nell’Episcopato, la benedizione apostolica.

Dal Santuario di Fatima, il 13 maggio dell’anno 1991, XIII di Pontificato.

IOANNES PAULUS PP. II

 

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