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LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II
AL VESCOVO DI AREZZO-CORTONA-SANSEPOLCRO
IN OCCASIONE DELLE CELEBRAZIONI
 PER IL BICENTENARIO DELLA MADONNA DEL CONFORTO

 

Al Venerato Fratello
GIOVANNI D’ASCENZI
Vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro

1. "Bianca Regina, Madonna del Conforto, eccoci ai tuoi piedi, al termine del divin Sacrificio, per affidare al tuo cuore di Madre il popolo di questa Città e della Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro". Con queste parole iniziava l’atto di affidamento a Maria, che insieme abbiamo recitato al termine della mia Visita pastorale a codesta diletta Comunità diocesana, il 23 maggio 1993.

Ebbi modo allora, mentre già fervevano i preparativi per le celebrazioni bicentenarie del prodigio del 15 febbraio 1796, di costatare quanto intensa sia la devozione dei fedeli aretini verso la Vergine Santissima, alla quale essi continuano a ricorrere con fiducia, come già fecero i loro antenati nel terremoto del febbraio 1796, che seminò paura e dolore nella Città e nelle contrade circostanti. Arezzo ha voluto far memoria di tale evento con significative manifestazioni che, nel corso di questo anno particolarmente dedicato a Maria, sono state motivo di festa e di interiore rinnovamento spirituale.

Invocata col dolce titolo di "Madonna del Conforto", la Vergine Madre di Dio non cessa di camminare a fianco della popolazione di codesta regione: la sostiene nella fatica, la sprona a costante fedeltà a Cristo e al Vangelo e la protegge in ogni circostanza con materna sollecitudine. In particolare, il ricordo di quanto avvenne due secoli fa, ha dato modo alla Comunità cristiana di approfondire l’importanza della propria missione, per essere pronta a rendere ragione a tutti della speranza che porta in sé e di cui va fiera (cf. 1 Pt 3, 15 ).

2.

E proprio per commemorare con la dovuta solennità tale storica ricorrenza, la Comunità diocesana sotto la sua sollecita guida, venerato Fratello, ha intrapreso il cammino di un Giubileo Mariano straordinario, durante il quale ha avuto modo di riscoprire il ruolo provvidenziale di Colei che, con la sua protezione, offre a ciascuno rifugio e conforto nel quotidiano ed arduo pellegrinaggio della fede.

La luce materna della Vergine del Conforto continui a guidare i fedeli di codesta Comunità diocesana nell’impegnativo itinerario della costante conversione al Vangelo! Non è forse questo lo scopo preminente dell’Anno Mariano diocesano, che si concluderà il prossimo 26 maggio? Maria è Madre dei credenti e Stella fulgida che indica il cammino della salvezza. È quanto lascia chiaramente intendere il racconto evangelico dell’Annunciazione: in virtù del libero assenso alla volontà di Dio, Maria è diventata Madre di Cristo Signore (cf. Lc 1, 26-38 ) e, in Lui, di tutta l’umanità per la quale Egli ha compiuto il suo sacrificio redentore. Con sollecitudine materna Ella quindi si preoccupa degli uomini di ogni epoca e di ogni luogo e va "incontro ad essi nella vasta gamma dei loro bisogni e necessità" (Redemptoris Mater, 21).

Questa amorevole azione di Maria a favore dell’umanità, specialmente nei momenti difficili, richiama fortemente il tema del valore della vita e, in modo speciale, della famiglia, santuario della vita dal suo primo istante fino al suo termine naturale. Il periodo giubilare mariano, che la Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro sta vivendo, costituisce un’occasione propizia per pregare e per riflettere circa il ruolo della famiglia nell’attuale momento storico. Il focolare domestico, nonostante le non poche difficoltà che sta oggi attraversando, rimane il luogo privilegiato dell’amore, dell’accoglienza e della solidarietà. Occorre che la famiglia acquisti consapevolezza sempre maggiore di questa sua missione e vi si impegni con determinazione, perché da ciò dipende la solidità e il progresso dell’intera Comunità.

3.

Nella famiglia, infatti, avviene la prima trasmissione di quei fondamentali valori, che aiutano la persona a crescere armonicamente e ad inserirsi con frutto nel contesto sociale. È ancora la famiglia che provvede ad offrire l’ambiente idoneo in cui il dono della fede può germogliare e svilupparsi. Quando gli sposi, vivendo appieno la loro vocazione, crescono nella reciproca comunione, non possono non scambiarsi anche i doni della loro appartenenza a Cristo. Essi diventano così missionari dell’amore, solleciti nel condividere con i figli che Dio ha loro donato il patrimonio della gioiosa adesione al Vangelo. Possano le famiglie cristiane di codesta amata terra aretina essere, nella preghiera e nell’amore, vere "chiese domestiche", primo centro propulsore dell’auspicata civiltà dell’amore.

Dove il bene e il rispetto dell’altro formano il criterio dei rapporti reciproci, là regna la vera libertà, che poggia sul fondamento saldissimo della legge di natura, oltre che della legge della grazia. L’individuo non perde la sua identità, se sa andare generosamente incontro all’altro, aiutandolo a porre in atto le potenzialità che il Creatore ha deposto in lui. "È il vangelo dell’amore l’inesauribile sorgente di tutto ciò di cui si nutre la famiglia umana come "comunione di persone". Nell’amore trova sostegno e senso definitivo l’intero processo educativo, come frutto maturo della reciproca donazione dei genitori" (Lettera alle Famiglie, 16).

Mentre ci avviamo verso il terzo millennio cristiano, si fa sempre più urgente l’impegno dei credenti ad essere evangelizzatori. Nella famiglia si realizza la prima evangelizzazione, che poi s’espande nei vari ambiti della società per alleviare, col balsamo della carità, le necessità dei tanti poveri che il Signore ha quasi lasciato in eredità alla sua Chiesa (cf. Mc 14, 7 ).

4.

Venerato e caro Fratello, le celebrazioni del bicentenario della Madonna del Conforto, che si avviano verso la loro conclusione, costituiscono una importante tappa di riflessione per la Comunità aretina nel suo lodevole sforzo di rinnovamento; esse spingono tutti i credenti a riaffermare la propria adesione a Cristo, quale prima e fondamentale preparazione al grande Giubileo del Duemila.

Invito tutti a proseguire generosamente in tali impegnativi propositi. Essi, ne sono certo, consentiranno a ciascuno di affrontare senza paura le quotidiane sfide del nostro tempo. La grazia divina non mancherà di effondere i doni della pace, della concordia civile, dell’unità ecclesiale e dell’integrità delle famiglie. Su tali presupposti potranno anche sbocciare numerose vocazioni al servizio del Vangelo e dei fratelli.

Durante la mia Visita pastorale di tre anni or sono ebbi modo di rivolgermi alla Madonna del Conforto con parole che ripeto nuovamente oggi, unendomi spiritualmente a Lei, venerato Fratello, ed all’intera Comunità diocesana: "Guardi Maria con materna sollecitudine alle situazioni di precarietà economica e morale, che affliggono non poche famiglie. "Si conforti il tuo cuore", ripete oggi Maria alla Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro... Sì, Maria è Madre, segno sicuro della nostra speranza" (Insegnamenti XVII, 1304).

Con tali sentimenti invoco il sostegno della Vergine Santissima per Lei, venerato Pastore della Diocesi, per i sacerdoti suoi diretti collaboratori, per i religiosi e le religiose, per i laici attivamente impegnati nel lavoro apostolico e missionario, per i malati e gli anziani, per i giovani e le famiglie. Su tutti scenda la costante protezione di Maria, Madonna del Conforto!

Con la mia Benedizione.

Dal Vaticano, 2 Febbraio 1996.

IOANNES PAULUS PP. II

 

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