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 MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II
AL CONSIGLIO MONDIALE DELLE CHIESE
PER LA VII ASSEMBLEA IN CORSO A CANBERRA

 

In occasione della VII Assemblea del Consiglio Mondiale delle Chiese invio a lei e a tutti i partecipanti i miei cordiali saluti, e le assicuro la mia vicinanza nella preghiera mentre vi radunate per riflettere sul tema: “Vieni Spirito Santo: rinnova tutta la creazione”.

Il fatto che il Consiglio Mondiale delle Chiese abbia scelto per la propria assemblea un tema dedicato allo Spirito Santo è significativo ed opportuno. Esso richiama alla mente la costante presenza dello Spirito che è stato con la Chiesa lungo tutta la sua storia e che è tra noi ora nell’adempimento delle parole di Nostro Signore Gesù Cristo che ha detto: “Lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome . . . vi insegnerà tutto e vi farà ricordare tutto ciò che vi ho detto” (Gv 14, 26).

Il movimento ecumenico, di cui la vostra assemblea è un importante forum, è sorto per la grazia dello Spirito Santo (Unitatis redintegratio, 1). È lo Spirito, infatti, che sostiene le nostre preghiere, la nostra apertura alla conversione della mente e del cuore, e la fedeltà alla parola di vita trasmessa nel Vangelo e nella Chiesa. Veramente possiamo affermare che il progresso verso il ristabilimento dell’unità tra i cristiani dipende soprattutto dalla guida dello Spirito Santo.

Nei sette anni dalla vostra ultima assemblea lo Spirito ci ha fatto avanzare lungo la strada che porta all’unità. La mia visita al Consiglio Mondiale delle Chiese nel 1984 e la vostra successiva visita a Roma hanno sottolineato i significativi sforzi verso l’unità in cui siamo impegnati. Ad Assisi nel 1986, quando i rappresentanti di molte comunità cristiane e di altre tradizioni religiose generosamente risposero alla mia chiamata per una Giornata di Preghiera per la Pace, abbiamo avuto un’esperienza toccante della direzione in cui lo Spirito ci sta guidando.

Anche il dialogo teologico ha reso importanti contributi alla ricerca per l’unità e sta aiutando a chiarire questioni che necessitano di ulteriori studi. A questo proposito, sono consapevole del valore della consultazione intrapresa riguardo al documento “Battesimo, Eucaristia e Sacerdozio”.

Questi aspetti positivi della nostra ricerca per l’unità visibile nella fede sono certamente un segno dello Spirito Santo che ci conduce più vicino all’unità che Cristo desidera per i suoi discepoli. Le difficoltà che sperimentiamo nei nostri sforzi ecumenici non devono scoraggiarci ma piuttosto ci spingano ad impegnarci in modo nuovo nel compito in corso. Possa la vostra assemblea essere l’occasione per una rinnovata consapevolezza dei doni dello Spirito a questo riguardo.

La attuale tragica situazione del nostro inquieto mondo conferma ancora una volta il bisogno dell’umanità di riconciliazione, il suo bisogno di una testimonianza ancor più autentica al messaggio biblico di pace, giustizia e integrità della creazione. Ma il fatto triste è che la nostra testimonianza a questi valori sarà meno convincente finché il mondo continuerà ad essere affrontato dalle nostre divisioni. Qui si pone l’urgenza di un compito ecumenico.

È mia preghiera che il Signore benedica la vostra assemblea e che lo Spirito Santo guidi i vostri comuni sforzi verso l’unità della fede. Possa lo stesso Spirito illuminare tutti coloro che si riuniscono a Canberra per riflettere insieme sui grandi problemi dei nostri tempi alla luce della Parola di Dio. “La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi” (2 Cor 13, 13).

Dal Vaticano, 30 gennaio 1991.

IOANNES PAULUS PP. II



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