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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
 AI PARTECIPANTI AL 33° CONGRESSO
 DELLA «CONFÉDÉRATION INTERNATIONALE
DES SOCIÉTÉS D'AUTEURS ET COMPOSITEURS»

Venerdì, 8 ottobre 1982

 

Signore,
Signori.

1. Riuniti in Congresso a Roma, avete avuto la delicatezza di chiedere un incontro con me. Vi ringrazio vivamente, perché mi offrite così l’occasione di testimoniare l’interesse che la Chiesa nutre nei confronti del vostro lavoro quotidiano e dei vostri sforzi di coordinamento nel quadro delle vostre associazioni nazionali e anche a livello internazionale.

Scrittori, artisti, compositori, editori, voi tutti avete ricevuto un dono prezioso di cui il mio predecessore, il Papa Paolo VI, ha sottolineato la ricchezza singolare durante un’udienza che vi accordò circa vent’anni fa.

Infatti, la vostra missione vi pone al servizio della cultura umana. E i mezzi moderni di comunicazione sociale vi offrono uno strumento che permette di condividere con un numero sempre più grande di persone le vostre intuizioni e le vostre ricerche nei campi dell’arte e del pensiero. Si stabilisce così tra voi, che svolgete un’attività creativa, e un pubblico immenso, una possibilità di comunione nella ricerca dei numerosi valori che permettono all’uomo di andare oltre, allorquando egli rifiuti di rimanere racchiuso nei limiti della sua dimensione economica.

2. Allo stesso tempo, queste nuove possibilità di diffusione della cultura vi conferiscono delle accresciute responsabilità nei campi etici, spirituali e politici. Diffondere la cultura non può infatti essere confuso con un tipo di condizionamento delle intelligenze e delle sensibilità. Al contrario, il vostro impegno consiste nell’invitare ciascuno a partecipare ad un libero incontro degli spiriti e dei cuori. È importante dunque che il vostro desiderio di far partecipare il vostro pubblico alle vostre idee e alle vostre scoperte attraverso le vostre opere sia unito ad un grande rispetto della libertà di tutti. Del resto la vostra consacrazione al servizio dello spirito non è forse in se stessa un appello a suscitare nel vostro lettore, spettatore o ascoltatore un suo passo personale sul cammino della libertà e della promozione di tutti i valori che l’uomo porta in sé? Perché la libertà autentica non è deleteria: al contrario, essa spinge l’uomo a divenire migliore e più fraterno.

3. Certo, la cultura non può rimanere appannaggio di alcune persone, o di un’élite; essa caratterizza popoli interi gli uni in rapporto agli altri. Ma stabilendo così una comunione tra tutti i figli di una medesima nazione, essa li invita a far propri gli ideali comuni. Questi mezzi moderni di comunicazione rafforzano più che mai il carattere popolare della cultura permettendo oggi l’accesso di un numero sempre crescente di persone ai valori che essa trasmette e che sono il cemento di una società veramente umana.

4. Per questo l’azione della vostra associazione, attraverso gli scambi fruttuosi che avete la possibilità di stabilire tra voi, mediante la scoperta della dimensione mondiale dei fenomeni culturali, mediante la volontà, che essa suppone, di rispettare i punti di vista diversi, contribuisce sicuramente a dare al vostro lavoro personale, e a quello di coloro che voi rappresentate, un carattere fraterno. Attraverso questo vi è possibile apprezzare meglio la natura e i limiti della vostra influenza nel senso che ho tentato di indicare prima e di valutare ciò che può favorire una più grande preoccupazione di salvaguardia dei valori umani e spirituali di ogni cultura.

Terminando, permettetemi di indirizzarvi i miei vivi incoraggiamenti. So quanto il vostro impegno creativo sia esaltante, quanto talvolta possa anche mostrarsi deludente. Si tratta di sforzi faticosi, lo so, e sono in grado di comprenderli e di apprezzarli. Possano contribuire ad apportare ai vostri compatrioti questo supplemento d’anima di cui essi hanno bisogno! Su voi stessi, sulle vostre famiglie, su coloro che voi rappresentate io imploro di tutto cuore le benedizioni di Dio.

 

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