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VISITA PASTORALE ALLA DIOCESI DI PADOVA

SALUTO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLE AUTORITÀ CIVILI IN PIAZZA GARIBALDI

Padova - Domenica, 12 settembre 1982

 

1. La ringrazio cordialmente, signor Ministro, per il saluto che, nella sua qualità di Rappresentante del Governo italiano, e soprattutto del signor Presidente della Repubblica, ha voluto rivolgermi; e con pari sentimento ringrazio lei, signor Sindaco, per le cortesi parole, con le quali si è fatto interprete dell’intera popolazione; esprimo poi il mio saluto e la mia gratitudine a tutti voi, carissimi padovani, per questa accoglienza così cordiale che avete voluto riservare al mio arrivo in questo nodo importante della terra veneta che mi è dato di toccare per la seconda volta, dopo la visita da me compiuta al paese natale del mio predecessore, l’amato Papa Giovanni Paolo I.

Questa mia visita è l’adempimento della promessa che avevo fatto due anni fa, accogliendo l’amabile invito delle Autorità religiose e civili, di onorare la tomba di sant’Antonio, in occasione del DCCL anniversario della sua morte. Vengo dunque come pellegrino tra i pellegrini, che qui accorrono innumerevoli da tutto il mondo, attratti dal richiamo del celebre Santuario che ne conserva le venerate spoglie e che, dedicato alla santa Madre di Dio è come il simbolo della fede antica e robusta di un popolo giustamente orgoglioso del suo passato e, nel contempo, aperto alle grandi possibilità del futuro.

2. Sono lieto di trovarmi a Padova, che nell’antichità era annoverata tra le “urbes opulentissimae” e che fu tra le prime ad aprirsi al cristianesimo, rimanendo, pur tra luci ed ombre che si alternarono nei secoli della sua storia, centro di culture ed esperienze diverse, come dimostrano le vetuste mura, le Chiese, i palazzi della Reggenza e dell’Università. Nel segno di queste gloriose memorie, ancor oggi operanti nel costume e nei tratti caratteristici della sua gente, esprimo l’auspicio di una sempre più responsabile presa di coscienza dei valori che devono animare le nuove, progredienti attività: intendo la religiosità anzitutto, che è patrimonio insostituibile e garanzia per la formazione dell’uomo e del cristiano; l’etica familiare, qui fortunatamente molto sentita, ma pur sempre insidiata; il rispetto delle civili istituzioni e delle leggi che le regolano; il senso della solidarietà e della reciproca collaborazione per la ricerca e la promozione del bene comune.

3. Il tributo poi che, insieme con voi, intendo ora rendere alla Vergine santa, deponendo una corona di fiori ai piedi di questa colonna che ne sostiene e ne esalta la cara immagine, sia invocazione della protezione della Madonna ed insieme auspicio di sempre più felici incrementi per questa città, per la sua vasta provincia e per la più vasta diocesi, sui cui abitanti invoco dal Signore l’abbondanza delle grazie celesti. 

                                        



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