DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI SACERDOTI ALUNNI DEL PONTIFICIO COLLEGIO PORTOGHESE
Sabato, 14 maggio 1983
Cari fratelli e sorelle, figli del Portogallo, e cari sacerdoti alunni del Pontificio collegio portoghese a Roma.
Qui congregati per la celebrazione dell’Eucaristia, per desiderio vostro a me gradito, nella mente e nel cuore abbiamo, certamente, Fatima: con la Madonna, ringraziamo, nell’anniversario, la visita pastorale del Papa in Portogallo e il suo pellegrinaggio al Santuario di Fatima.
In questo momento rivivo con voi, non senza una certa nostalgia, le grate emozioni che ho provato un anno fa soprattutto nella “Cova da Iria”. In voi, saluto cordialmente la nobile Nazione portoghese e, con particolare affetto, la Chiesa che è in Portogallo e che, soprattutto voi cari sacerdoti, qui rappresentate, come certezza di continuità e speranza di più e di meglio, al servizio della Redenzione.
Che per questo vi sia di profitto e, da parte vostra, approfittiate della permanenza in Roma; approfittate del vostro sacerdozio vissuto in sintonia con il Cuore di Cristo e di Maria! E approfittate ugualmente della vostra vita consacrata, carissime sorelle presenti!
All’inizio della Santa Messa, voglio comunicare con voi e chiedere che compartecipiate con me tutto ciò che mi ha portato a Fatima, affidando ancora una volta al Cuore Immacolato della Madre di Cristo Redentore, e nostra Madre, le suppliche che lì ho formulato e che rimangono attuali: in favore dell’uomo e del mondo, del Portogallo e della Chiesa, e per il successore di Pietro.
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