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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI VESCOVI DEL MALAWI
IN VISITA «AD LIMINA APOSTOLORUM»

Sabato, 15 ottobre 1983

Cari fratelli Vescovi,

1. Come Pastori del popolo di Dio nel Malawi, siete venuti a Roma per adempiere alle sacre funzioni di una visita “ad limina”. Da parte mia vi do il benvenuto con tutto il cuore. Ma è più di un benvenuto quello che io vi rivolgo. Desidero esprimere la mia profonda gratitudine per la vostra opera apostolica, dirvi la mia profonda stima personale, assicurarvi delle mie preghiere, ed esprimervi il mio amore fraterno in Cristo Gesù. Con le parole di san Paolo, voglio che voi sappiate che ricordo “davanti a Dio e Padre nostro il vostro impegno nella fede, la vostra operosità nella carità e la vostra costante speranza in nostro Signore Gesù Cristo” (1 Ts 1, 3).

2. La grande importanza che attribuisco a questa vostra visita è anche collegata al fatto che voi rappresentate e personificate le Chiese locali del Malawi. Queste Chiese locali del vostro Paese sono settori vitali della Chiesa universale; sono organicamente strutturate entro il Corpo di Cristo e manifestano in modo mirabile l’unità ecclesiale. Ciò che stiamo celebrando perciò è il mistero della Chiesa.

Nelle vostre persone e in tutte le comunità che sono spiritualmente presenti con voi qui presso la Sede di san Pietro, il mistero della Chiesa è reso presente nel suo aspetto missionario. È precisamente perché “la Chiesa che vive nel tempo è per sua natura missionaria” (Ad Gentes, 2), che i fedeli del Malawi sono oggi porzione stimata del gregge di Dio. Fu mediante il dinamismo missionario della Chiesa universale che le vostre Chiese locali hanno avuto la vita. Oggi non posso non cogliere questa occasione per lodare il piano di Dio, formulato nella sua Parola Eterna, di portare a compimento tutta la storia in Gesù Cristo “nel quale ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore” (Ef 2, 21). Per l’azione dello Spirito Santo, i fedeli del Malawi sono debitamente entrati nel tempio del Signore.

3. Desidero parimenti rendere omaggio agli strumenti scelti dalla divina saggezza per portare l’opera redentrice di Gesù nella vita del vostro popolo. Nel nome di Cristo e della sua Chiesa ringrazio in particolare tutti i missionari per quelle generose attività per mezzo delle quali hanno offerto il Vangelo della vita a tutti coloro che liberamente desideravano ascoltare il loro messaggio. Nella vostra unità collegiale oggi noi ricordiamo la testimonianza della loro vita, la loro predicazione fedele, e il loro arduo lavoro per costruire ogni comunità cristiana nella fede di Gesù Cristo. Riflettendo sul mistero della Chiesa nella sua natura missionaria, noi ricordiamo questa dimensione non solo per spiegare l’origine delle vostre Chiese locali, ma per chiarire il loro ruolo e per illustrare come esse sono chiamate a perpetuare lo zelo di Cristo che dice: “Bisogna che io annunzi il Regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato” (Lc 4, 43).

Celebrando il mistero della Chiesa missionaria, noi celebriamo dunque la presenza di Cristo in mezzo al vostro popolo. Questa presenza di Cristo nella comunità è il risultato dell’attività missionaria. Come afferma il decreto Ad Gentes: “Con la parola e la predicazione, con la celebrazione dei sacramenti, di cui è centro e vertice la santissima Eucaristia, l’attività missionaria rende presente quel Cristo, che della salvezza è l’Autore” (Ad Gentes, 9). Nello stesso tempo il Cristo che vive nel suo popolo lo spinge a impegnarsi nell’evangelizzazione.

4. La ragione per cui voi stessi siete chiamati a vivere, lavorare e morire tra il vostro popolo è di stabilire mediante la Chiesa questa presenza di Gesù Cristo. La Chiesa esiste al fine di manifestare la luce di Cristo a tutte le Nazioni. E nella sua relazione a Cristo, essa diviene segno e strumento di unità per tutta l’umanità (cf. Lumen Gentium, 1). La Chiesa in mezzo a voi, cercando di vivere la vita di Cristo e di proclamare il suo elevante messaggio, è una Chiesa che è chiamata a servire l’unità di tutta l’umanità. Mediante il fervore e la testimonianza della loro vita cristiana, i fedeli sono in grado di contribuire grandemente al bene di tutti i loro fratelli e sorelle. È veramente necessario per loro compiere ogni sforzo per presentare il contenuto della fede a tutti coloro che sceglieranno liberamente di ascoltare. Ma è altrettanto necessario che la carità cristiana di ogni individuo e ogni comunità del mondo abbracci tutti i gruppi senza distinzione di razza, condizione sociale o religione. I fedeli sono chiamati a collaborare con tutti gli altri nella giusta regolazione delle questioni della vita economica e sociale e a lavorare insieme per migliorare la condizione dell’uomo e promuovere la pace e l’armonia (cf. Ad Gentes, 12).

5. La vostra visita “ad limina”, cari fratelli, è una splendida opportunità per riflettere insieme sulla profonda realtà delle vostre Chiese locali e per trarre nuova forza da una rinnovata consapevolezza della grandezza della missione pastorale affidatavi da Gesù Cristo e dalla sua Chiesa. Tutte le vostre attività di Pastori del popolo di Dio devono essere viste alla luce del mistero della Chiesa. Questo mistero della Chiesa vi ispira anche in tutte le vostre iniziative individuali che siete chiamati ad esercitare nel nome di Cristo. Vorrei accennare brevemente ai tre ambiti di grande importanza per la vita della Chiesa del Malawi: catechesi, vocazioni e tirocinio nei seminari.

6. Desidero innanzitutto esprimere la mia gratitudine per gli sforzi che sono stati compiuti per preparare catechisti a collaborare alla missione della diffusione della Parola di Dio e della costruzione della Chiesa. Il Concilio definisce così i loro sforzi: “un contributo singolare e insostituibile alla propagazione della fede e della Chiesa” (Ad Gentes, 17). Potete esser certi che il Papa e tutta la Chiesa vi sostiene nel vostro sforzo di provvedere degnamente al tirocinio dottrinale e spirituale dei vostri catechisti e a istruirli bene nelle Sacre Scritture, la liturgia, il metodo catechetico e la pratica pastorale, cosicché con voi essi possano essere veramente araldi della fede.

Insieme con voi ringrazio Dio per le vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa che egli ha suscitato in mezzo a voi. Come Vescovi avete mostrato grande interesse per i religiosi e avete offerto loro sostegno e guida. Il Signore ha anche udito le vostre preghiere per le vocazioni al sacerdozio, anche se il bisogno non è stato ancora pienamente soddisfatto. Siate certi che egli vi assisterà nei vostri sforzi per mettere a disposizione dei vostri seminaristi un tirocinio sempre più efficace.

7. Questo tirocinio nei seminari deve davvero avere una priorità speciale nel vostro ministero, dal momento che il futuro delle vostre Chiese locali dipende in larga misura dai suoi risultati. Vi chiedo di continuare personalmente ad incoraggiare i vostri seminaristi a cercare la santità di vita attraverso una unione sempre più intima con Gesù Cristo nella preghiera. Compite ogni sforzo affinché essi siano formati nella parola di Dio quale si trova nelle Scritture e come è interpretata nel genuino insegnamento della Chiesa. Adoperatevi con tutte le vostre forze per comunicare ai seminaristi la grandezza della sfida alla quale sono chiamati da Cristo stesso. Con la grazia di Dio continuate a proporre ai giovani del Malawi gli altissimi ideali del sacerdozio di Cristo e il grande privilegio di servire il popolo di Dio in questo modo.

Vi chiedo di portare a tutti i vostri sacerdoti, religiosi, seminaristi e laici l’espressione del mio amore in Cristo Gesù. La mia speciale benedizione apostolica va a chi è ammalato e solo e a tutti coloro che soffrono in qualche modo per il Regno di Dio. Raccomando tutte le famiglie del Malawi alla amorevole protezione di Maria la Madre di Dio e Madre della Chiesa. Con l’assicurazione delle mie preghiere e il mio sostegno fraterno vi abbraccio nella grande speranza che è nostra quando proclamiamo e viviamo il mistero della Chiesa di Cristo. Venerabili e cari fratelli, l’apostolo delle Nazioni ci infonde un’immensa fiducia dicendoci: “A colui che in tutto ha potere di fare molto di più di quanto possiamo domandare o pensare, secondo la potenza che già opera in noi, a lui la gloria nella Chiesa e in Cristo Gesù per tutte le generazioni, nei secoli dei secoli! Amen” (Ef 3, 20-21).

 

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