DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI GIOVANI DELL' «UNIV 84»
Cortile di San Damaso - Domenica, 22 aprile 1984
A voi giovani ho parlato già abbastanza altre volte e non voglio aggiungere altro a quanto vi ho detto in altre circostanze. Vi ringrazio per questa vostra visita a Roma e per questo incontro nel cortile di San Damaso. Vi ringrazio e vi auguro di trascorrere bene tutto l’anno e di ritornare di nuovo. A me piace molto avere contatti con i giovani, come abbiamo fatto durante quest’Anno Santo. Vi sono stati dei bellissimi contatti nelle grandi assemblee di preghiera, nelle celebrazioni eucaristiche e nell’ascolto della parola di Dio; ma, ci vuole anche un altro incontro come quello attuale per comunicarci la gioia di questo giorno. Vi ringrazio per aver portato anche a me la vostra allegria; voi portate nei vostri cuori l’esuberanza della giovinezza. Siete pieni di vita; siete pieni di entusiasmo e, grazie a Dio, avete incontrato Gesù Cristo, che vi ha dato la possibilità di approfondire questa gioia e tutto ciò che costituisce il vero valore della giovinezza che vi fa camminare sulla strada sicura. Vi auguro di camminare su questa strada sicura ancora di più e di far camminare gli altri sulla strada di Cristo. Sono tanti, nel mondo intero, che aspettano sempre il Vangelo, che non possono conoscere il Vangelo, che sono molte volte, anche per forza, allontanati dal Vangelo; dovete pensare a tutti i vostri coetanei che si trovano in altre condizioni; dovete pregare molto per loro e per tutto il mondo. L’Anno Santo della Redenzione ci ha portato certamente nel pensiero, nel cuore la dimensione universale della redenzione. Cristo è morto e risorto per tutti e ci domandiamo quanti conoscono Cristo e quanti sono lontani da lui. Questa è la vera preoccupazione apostolica della Chiesa, del Papa e deve essere anche la preoccupazione di voi tutti. Questo non deve turbare la vostra gioia, anzi essa è una componente essenziale del Vangelo. Vi auguro questa gioia e insieme vi auguro di essere sempre più messaggeri di Cristo, di sentirvi sempre più nella missione della Chiesa che è missione universale. Vi auguro inoltre un buon proseguimento nell’anno universitario, nel lavoro interno che vi dà questa coerenza umana e cristiana tanto necessaria a tutti gli uomini e specialmente ai giovani.
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