VIAGGIO APOSTOLICO IN COREA, PAPUA NUOVA GUINEA,
ISOLE SALOMONE E THAILANDIA
CERIMONIA DI BENVENUTO
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALL'ARRIVO NELLE ISOLE SALOMONE
Campo Sportivo "Lawson Tama" - Honiara (Isole Salomone)
Mercoledì, 9 maggio 1984
Eccellentissimo governatore generale,
diletto popolo di Honiara e di tutte le isole Salomone
Grazie per questo cordialissimo benvenuto nel vostro Paese. Considero un dono di Dio, un grande privilegio, essere qui con voi in questo giorno, e vi ringrazio per questa calda accoglienza.
Fin dall’inizio del mio pontificato ho avuto una particolare sollecitudine per le isole Salomone. Solo un mese dopo essere stato eletto vescovo di Roma e successore di san Pietro, ebbi la gioia di istituire la prima provincia ecclesiastica della Chiesa cattolica in questa terra, designando Honiara come sede metropolitana e la diocesi di Gizo come sede suffraganea. Poi, meno di un anno e mezzo fa, ebbi l’ulteriore piacere di erigere la nuova diocesi di Auki, facendone una sede suffraganea dell’arcidiocesi di Honiara. Queste tappe storiche sono dei segni della forte vitalità e della crescente maturità della fede cristiana nel vostro Paese. Ed è per questa vitalità della vostra fede che io ho atteso con impazienza di essere tra voi.
Nella tradizione dei vescovi di Roma, vengo in mezzo a voi come “servo dei servi di Dio”, in visita pastorale ai fedeli cattolici della vostra nazione. È mio desiderio rafforzare i miei fratelli e sorelle nella fede, spronarli a tenersi saldamente ancorati al messaggio del Vangelo che essi hanno ricevuto per mezzo del generoso impegno dei missionari. Attendo con gioia di celebrare oggi l’Eucaristia con loro, così che insieme possiamo manifestare la nostra unità in Gesù Cristo il Figlio di Dio e Salvatore del mondo, e nel suo nome lodare e glorificare la Santissima Trinità.
Mi è poi gradita l’occasione per salutare con affettuosa amicizia tutto il diletto popolo di questa terra, e in particolare i miei fratelli e sorelle cristiani di altre comunità ecclesiali, specialmente di comunione anglicana. Ho udito che quasi tutti qui sono felici di essere cristiani, e sono lieto di venire a conoscenza dell’impegno ecumenico in atto. Tale fraterna collaborazione è davvero meritoria ed esprime concretamente il nostro comune desiderio di vedere esaudite le parole di Cristo: “Perché tutti siano una sola cosa” (Gv 17, 21).
Poiché Dio mi consente di posare il piede sul suolo di un Paese così vario negli idiomi e nei costumi, esprimo la mia ammirazione per la serena convivenza e l’armonia che caratterizzano questa nazione. Possiate sempre vivere in unità e in pace, e possa lo spirito di fratellanza crescere e consolidarsi fra voi.
Ringrazio Dio per questo giorno che comincia, il giorno della mia visita pastorale alle isole Salomone. Oggi i nostri cuori traboccano delle parole del salmo: “Questo è il giorno fatto dal Signore: rallegriamoci e esultiamo in esso” (Sal 118, 24).
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