VIAGGIO APOSTOLICO IN COREA, PAPUA NUOVA GUINEA,
ISOLE SALOMONE E THAILANDIA
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AL CLERO, AI RELIGIOSI E AI LAICI
Cattedrale di Bangkok (Tailandia)
Venerdì, 11 maggio 1984
Fratelli e sorelle in Cristo.
La grazia, la carità e la pace siano con voi da parte di Dio Padre e da parte di Gesù Cristo, il Figlio del Padre, in verità e amore (cf. 2 Gv 1, 3).
Ho atteso con ansia questo incontro con voi, sacerdoti, religiosi e laici. Ero impaziente di salutare voi, che svolgete un ruolo così importante nell’evangelizzazione e nella vita ecclesiale in Thailandia. Molto spesso dalla Sede di Pietro, principe degli apostoli, la cui tomba è conservata sotto l’altare maggiore della basilica Vaticana, i miei pensieri si sono rivolti a voi: “Io non cesso di rendere grazie per voi, ricordandovi nelle mie preghiere” (Ef 1, 16).
Nel contesto dei motivi pastorali della mia breve visita nel vostro Paese, do una particolare importanza a questo incontro. Infatti, a voi è stato affidato, a seconda dei vostri diversi ruoli, il compito di guidare il gregge di Cristo in unione con i vescovi, e di offrire una testimonianza chiara e non ambigua di vita cristiana, che nutrirà il popolo di Dio e parlerà al cuore e alla coscienza di tutti gli uomini di buona volontà.
1. “Io non cesso di rendere grazie per voi”: in primo luogo per le numerose vocazioni al sacerdozio che il Padre ha suscitato nella Chiesa in Thailandia. Rendo grazie anche per la vitalità delle molte congregazioni religiose che recano la testimonianza del fecondo carisma che lo Spirito di Cristo ha diffuso nella Chiesa in questo Paese. Ringrazio Dio per la forza e la perseveranza del laicato nella sua vita cristiana. E ringrazio voi tutti, e anche voi, fratelli e sorelle che non avete potuto essere presenti qui oggi, per la generosa risposta che avete dato come sacerdoti, religiosi o laici alla chiamata di Dio. Prego Dio di poter io stesso adempiere il compito di Pietro, che è quello di confermarvi nella fede: possiate vivere nella fede nel Figlio di Dio che vi amò e diede se stesso per voi (cf. Gal 2, 20); possiate essere fedeli alla vostra chiamata e mai perdere di vista il vostro grande privilegio: collaborare nell’annunciare Cristo al mondo e costruire il regno di santità, di giustizia e di amore.
Come tutti ben sapete, il privilegio di una vocazione cristiana richiede una risposta totale. Richiede ogni giorno la nuova conferma del vostro “sì” all’invito di Cristo. Richiede un rinnovamento del vostro impegno battesimale, un rinnovamento della vostra consacrazione religiosa e delle vostre promesse sacerdotali. La vostra gioia sia il seguire fino in fondo la strada che avete intrapreso alla sequela di Gesù Cristo, Figlio di Dio e Salvatore del mondo.
2. Conosco i molti e vari modi in cui svolgete il vostro servizio al popolo di Dio. Tra le vostre attività, comunque, c’è una differenza che corrisponde alla vostra vocazione specifica.
Prima di tutto desidero dire una parola a voi sacerdoti. In modo particolare, voi dovete tenere in considerazione l’insegnamento degli Atti degli apostoli. I primi discepoli consideravano loro compito principale dedicarsi “alla preghiera e al ministero della parola” (At 6, 4). Voi siete privilegiati perché avete un contatto quotidiano con Cristo attraverso la preghiera personale e liturgica. In particolare, dalle celebrazioni di fede dei sacramenti, primo fra tutti il sacrificio eucaristico che è “fonte e apice di tutta la vita cristiana” (Lumen Gentium, 11) voi trarrete gioia e forza. Nella meditazione sulla parola di Dio rivelata, troverete “intima comunione e familiarità col Padre” (Optatam Totius, 8), attraverso suo Figlio Gesù Cristo. In questo modo diverrete strumenti migliori della potenza dello Spirito Santo per trasformare il popolo di Dio in dimora di Dio: “Siamo infatti collaboratori di Dio” (1 Cor 3, 9).
3. Il vostro servizio al mondo comprende il compito di catechizzare adeguatamente le vostre comunità cristiane, in modo che esse possano vivere la loro fede in maniera matura e responsabile. Ciò richiede che troviate il tempo per studiare e vi impegniate costantemente a seguire l’esortazione della prima lettera di Pietro: “Pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi, con dolcezza e rispetto” (1 Pt 3, 15). Né potete tralasciare il compito di presentare correttamente il primo annuncio del messaggio cristiano a coloro che non sono stati ancora confortati dal Vangelo di Cristo.
L’annuncio della buona novella di Dio deve essere accompagnato dall’esempio di vita che trova la sua ispirazione in Gesù stesso. Permettetemi, cari sacerdoti, di dirvi ciò che san Paolo ha scritto ai Filippesi: “Soltanto però comportatevi da cittadini degni del Vangelo, perché nel caso che io venga e vi veda, o che di lontano senta parlare di voi, sappia che state saldi in un solo spirito, e che combattete unanimi per la fede del Vangelo” (Fil 1, 27). Vi assicuro che questa è la mia preghiera quotidiana per voi!
4. Il dovere di essere esempio vivente di vita cristiana appartiene anche, e in modo specifico, ai religiosi della Chiesa. Cari religiosi: in voi che siete stati consacrati al Signore, i credenti e i non-credenti di questo mondo attendono di riconoscere quell’amore speciale che Cristo ha insegnato come suo “nuovo” comandamento: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13, 35). La carità di Cristo, pilastro e sostegno della vostra vita in comunità è forza animatrice della vostra attività pastorale, sarà la più efficace proclamazione della verità del Vangelo, conferendo forza interiore e vitalità alla Chiesa in Thailandia. Desidero assicurarvi del mio affetto, e dirvi con quanta fiducia io riponga in voi le mie speranze!
5. Nella comunione che è la Chiesa, il laicato ha il suo particolare e indispensabile ruolo da svolgere. E a voi, cari laici, dico: in virtù della vostra unione battesimale in Cristo, voi condividete attivamente e in maniera a voi propria la responsabilità della trasformazione del mondo secondo la verità e i valori del Vangelo. È vostro compito vivere in modo tale da far sì che la vostra fede cristiana permei anche le attività sociali, culturali, professionali e le attività umane quotidiane nelle quali siete impegnati.
La Chiesa in Thailandia ha molto bisogno della vostra attiva collaborazione! La sfida di assicurare numerosi ed efficienti servizi scolastici, sociali e assistenziali grava sulle vostre spalle. Raccogliendo questa sfida, costruite il regno visibile di Dio e allo stesso tempo date un contributo molto valido allo sviluppo e al benessere del vostro Paese. Siate certi della benedizione e del sostegno del Papa! Portate i miei saluti alle vostre famiglie e comunità, specialmente ai giovani e agli anziani, e a coloro che si trovano in qualunque situazione di necessità!
6. Cari sacerdoti, religiosi, laici e laiche; le vostre vocazioni sono diverse. Ciascuna, a suo modo, manifesta la propria ricchezza della missione redentrice di Cristo all’opera nella Chiesa. Ciascuna vocazione e ciascun compito ecclesiale trova la sua fonte di vita e di energia nella celebrazione dell’Eucaristia. Cristo vi chiama a incontrarvi tra voi e a trarre la forza per il vostro apostolato dalla mensa della parola e del suo corpo e sangue.
Sono lieto di apprendere che particolari sforzi si stanno facendo per rendere i tesori della liturgia più accessibili ai fedeli. Questo sarà di grande nutrimento per la vita spirituale della Chiesa in Thailandia. Spero che un sempre maggior numero di laici sia in grado di partecipare alla liturgia delle Ore, che è l’inno di lode a Dio da Cristo e dall’intera Chiesa. Questa preghiera della Chiesa appartiene all’intero popolo di Dio.
7. Il vostro incontro con Cristo nella liturgia e nella preghiera personale diventa il punto di partenza per l’adempimento della vostra vocazione missionaria. Infatti, l’intera Chiesa è chiamata ad essere missionaria. Tutti i membri della Chiesa condividono questo compito, e non solamente i fratelli e le sorelle che le Chiese locali di altre parti del mondo vi hanno mandato come segno vivente di comunione ecclesiale e di cattolicità.
E a voi, missionari di altri Paesi, rivolgo un saluto particolarmente cordiale! Accettate il ringraziamento della Chiesa e del Papa per il dono che avete fatto di voi stessi alla Chiesa in Thailandia! Il Signore Gesù accoglie egli stesso la vostra offerta e la presenta a suo Padre in unione con la propria.
L’intera Chiesa in Thailandia deve essere missionaria: non per spirito di competizione o per il desiderio di imporre punti di vista diversi dai tradizionali valori della ragguardevole tradizione culturale di questo popolo: ma solo per il desiderio di partecipare agli altri sia la vita divina che lo Spirito Santo alimenta in voi, sia la vostra gioia in Cristo.
Possa il nostro Padre che è nei cieli essere conosciuto, tramite voi, nei veri valori che caratterizzano la vostra cultura tailandese! Lo Spirito Santo formi in voi Gesù Cristo, e tramite la vostra vita e il vostro insegnamento lo annunci al mondo. Maria, madre del nostro divin Salvatore, sia per sempre la causa della nostra gioia!
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