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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI NEOCATECUMENALI

Cortile del Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo
 Martedì , 25 settembre 1984

 

Nei vostri racconti ho sentito lo spirito autentico dei discepoli di Cristo che si affidano totalmente al Signore. Voi siete itineranti ma è Gesù che fa il suo itinerario dentro di voi soprattutto e poi fa il suo itinerario insieme con voi verso gli altri. Che voi siete itineranti è un fatto secondario. La cosa principale è che lui è itinerante. Egli vuole essere itinerante. Egli vuole essere non soltanto presente nella Chiesa, ma anche itinerante nella Chiesa. La Chiesa è infatti itinerante, è una Chiesa in cammino; non è solamente una Chiesa già sistemata, organizzata, strutturata, ma una Chiesa in cammino verso le persone, verso le comunità, verso i popoli, verso i credenti, verso i non credenti; queste divisioni per Cristo esistono diversamente che per noi.

Una fiducia veramente evangelica caratterizza la vostra itineranza: non portare niente, non avere niente, non fidarsi di se stessi, ma porre fiducia assoluta nella Provvidenza e in tutto quello che farà il Signore. Poi, una seconda caratteristica è l’umiltà: il Signore mi ha salvato, mi ha liberato dai peccati, dalla mia incredulità e allora io ho vissuto una grande grazia, ho ricevuto una forza del Signore. Ho vissuto personalmente questo potere; anzi, trasferendo questo potere agli altri. Il Signore è potente e voi vi fidate del potere del Signore e volete sperimentare questo potere in voi stessi e anche negli altri. Il Signore è potente nella sua morte e nella sua risurrezione, nella sua grazia; è potente nello Spirito Santo.

Diventando Vescovo di Roma e Papa, in questa epoca degli itineranti, dovevo diventare anch’io itinerante. C’è un parallelismo, una coincidenza. Ma, devo dire, gli itinerari che io faccio sono molto meno severi. Sì, è vero che ci domandano tanto e che il programma di una giornata è abbastanza esigente, ma non si cammina a piedi... Penso che questo modo di essere itinerante voi non potete accettarlo... Allora mi dico: non posso far altro, con tutta umiltà lo confesso davanti a voi: non posso far altro. Allora restiamo itineranti come siamo: il Papa itinerante come è e voi itineranti come siete . .

 

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