SALUTO DI GIOVANNI PAOLO II
AD UN GRUPPO DI SCOUT
Lunedì, 30 dicembre 1985
Vi saluto cordialmente qui, in Vaticano, dopo aver compiuto quell’itinerario che è stato presentato dal vostro sacerdote, dal vostro cappellano: un itinerario umano, un itinerario apostolico.
Vi vedo molto volentieri qui, in questa sede apostolica di Roma, vi saluto in questo clima tutto speciale che è proprio dell’Ottava del santo Natale e anche della preparazione del nuovo anno.
In questo contesto natalizio, vorrei augurarvi tutto quello che è proprio degli ideali dello scoutismo. Vorrei augurarvi di continuare sulla strada da voi scelta, confermata già da generazioni di giovani come una strada buona, come la strada dove l’uomo e la donna, la donna e l’uomo, incontrano la propria identità umana e cristiana e possono approfondirla e svilupparla.
Allora vi auguro questa forza che è propria della vostra associazione, questa forza che è insieme fisica e spirituale, questa forza che è data a ciascuno di noi nell’insieme dell’immagine di Dio, di cui ciascuno di noi porta una personale irripetibile eredità. Questa immagine di Dio era anche il titolo più profondo a nome del quale è venuto tra noi il Figlio di Dio, per confermarci in questa caratteristica principale - uomini e donne ad immagine di Dio - e per rafforzare la nostra identità di figli di Dio. Nel segno di questo contenuto proprio del Natale, dell’Ottava di Natale, vi porgo i miei auguri, ringraziando ancora una volta per la vostra visita in Vaticano.
A tutti i vostri cari, a tutti i vostri fratelli e sorelle, a tutte le vostre famiglie, ai vostri cappellani, ai paesi dai quali venite, buon anno!
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