APPELLO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLE GRANDI POTENZE PER LA PACE
Martedì, 1° gennaio 1985
L’anno nuovo si apre con il negoziato che avrà inizio il 7 gennaio a Ginevra tra gli Stati Uniti d’America e l’Unione Sovietica per la limitazione degli armamenti nucleari.
E un bagliore di speranza sull’orizzonte del mondo, dopo oltre un anno di ansiosi interrogativi.
La via del negoziato è una scelta di saggezza, anche se il cammino non sarà facile. Ogni volta che le parti tornano al tavolo trovano i problemi sempre più vasti e intricati. Sono in esame armamenti di complessità e potenza inaudite; alle installazioni continentali e planetarie si affiancano ora progetti di sistemi globali per lo spazio, mentre la produzione dei congegni più sofisticati si consuma in una gara di continui superamenti.
I calcoli degli esperti, non sempre univoci, sfuggono alla comprensione dell’uomo comune, il cui animo è stretto dall’angoscia per la minaccia di distruzione che pende sull’umanità. È chiaro che il negoziato non potrà essere guidato soltanto da criteri tecnici ma dovrà ispirarsi soprattutto a ragioni umane e morali.
Queste ragioni si ritrovano in alcuni semplici assiomi:
- l’accordo sarà possibile se le parti sono convinte che, in materia di sopravvivenza o di distruzione, corrono una sola, medesima avventura;
- il dialogo sarà onesto se terrà conto delle legittime esigenze e degli interessi reali di ciascuno;
- la sicurezza di tutti - concepita ancor oggi come equilibrio delle forze - potrà essere ottenuta a un livello più basso di armamenti se si accetteranno efficaci sistemi di verifica;
- ma tutto sarà fragile e precario finché non si affermi una nuova “filosofia” delle relazioni internazionali, rinunciando a interessi egoistici o ideologici che alimentano le tensioni, gli odi, le sovversioni, e dedicano le energie e le risorse rese libere dal disarmo alle grandi cause del nostro tempo: la lotta contro la fame, la promozione umana, lo sviluppo dei popoli.
Se ciò avvenisse, cambierebbero non solo le relazioni Est-Ovest, ma anche quelle Nord-Sud.
E un sogno? No, è un augurio che faccio a voi tutti, ai popoli di ogni continente, alla gioventù del mondo.
E con particolare intensità invito tutti a pregare il Signore perché conceda questa grazia all’umanità, nel nuovo anno.
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