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INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II
CON I PICCOLI DELLA PARROCCHIA
DI SANTA MARIA «REGINA MUNDI»

Domenica, 14 dicembre 1986

 

Sono molto lieto di incontrarvi e mi compiaccio molto di questo incontro. Vedendovi, vedo soprattutto le piccole comunità di questa parrocchia che sono le vostre famiglie, e vi vedo vicino ai vostri genitori, fratelli e sorelle nelle case dove abitate, dove si lavora, si dorme, si mangia e dove si prega. Vedendo voi vedo anche le scuole, gli asili dove vanno i più piccoli e poi le scuole con le diverse classi dove si imparano tante cose importanti e dove il giovane, il ragazzo o il fanciullo si prepara a maturare, a diventare un uomo, un cittadino di questa famosa città che si chiama Roma e nello stesso tempo un cittadino di questa vostra Patria, di questo grande paese che è l’Italia. Voi siete tutti italiani, parlate questa lingua, avete la vostra storia, la vostra cultura, l’identità come popolo e siete conosciuti nel mondo. Allora voi piccoli dovete prepararvi a entrare, maturando, in questa grande società che è l’Italia. Così io vedo le vostre scuole, vedo anche gli altri luoghi dove vi incontrate per il divertimento e il gioco. Ma da tutti questi luoghi e ambienti tutti voi vi radunate qui, in questo centro che è la parrocchia. Vi riunite qui soprattutto per incontrare Gesù, perché nella Chiesa Gesù è presente, è operante, nel suo modo invisibile, perché Dio è una realtà invisibile. Gesù Cristo, Figlio di Dio che si è fatto uomo, come uomo era visibile e noi ci stiamo preparando al suo Natale al giorno in cui è nato a Betlemme.

Sappiamo bene come ha vissuto la sua vita, vita prima nascosta e poi messianica: è venuto da Dio per portare il Vangelo all’umanità, soprattutto al suo popolo di Israele. Sappiamo anche bene che questa sua vita ha avuto una conclusione, umanamente parlando, tragica, perché Gesù Cristo è stato crocifisso. Ma quella crocifissione era un disegno di Dio perché così crocifisso egli si offriva come sacrificio per i peccati del mondo. Morto e sepolto volle poi risorgere mostrando che la morte non avrebbe avuto potere su di lui: fu vincitore della morte, portatore della vita. E così è rimasto tra noi, Cristo crocifisso, Cristo risorto. È rimasto nella sua Chiesa, noi suoi sacramenti e noi ci incontriamo in questa Chiesa particolare, in questa parrocchia con lui, con Gesù per sentire la sua voce, il suo insegnamento, il suo Vangelo, per imparare questa verità che egli ci ha portato, cominciando dai piccoli, perché sapete che Gesù aveva una predilezione per loro. Li amava molto, li abbracciava, voleva averli sempre vicini. Allora impariamo tutto questo e cerchiamo di conoscere questa verità che lui ha portato al mondo come buona novella, come Vangelo, come parola della salvezza. Cerchiamo di conoscerlo e di appropriarcene perché siamo tutti cristiani, tutti battezzati e voi vi preparate a ricevere anche altri sacramenti, soprattutto quello della prima Comunione. Così questa parrocchia è un centro dove si vive e dove si impara a vivere da cristiani non solamente qui, ma a vivere cristianamente anche nelle vostre case, famiglie, scuole e negli altri ambienti, dappertutto. È dunque importante che si faccia questa preparazione cominciando dai bambini. Imparando a vivere da cristiani noi viviamo non solamente una vita temporale che passa, ma guardiamo a una vita che è eterna, e ci prepariamo a vivere nell’eternità con Dio che è la vita.

Io vi guardo giovani, piccoli, bambini e penso al grande programma di vita nel quale voi entrate: quanti orizzonti si aprono davanti a voi in questa parrocchia con l’insegnamento del catechismo, con il Vangelo, la preghiera e i sacramenti! Ecco, questa è la pienezza della vita: voi vi preparate qui a vivere la pienezza della vita che è in Dio. Così io vi vedo, carissimi bambini, e vi ringrazio della vostra preparazione, per le parole che mi avete rivolto e per i vostri testi scritti e le poesie che mi avete donato, per i canti che avete preparato. Vi ringrazio! Sono grato per questo primo incontro con la dimensione più giovane della parrocchia che è anche molto laboriosa per riuscire a diventare una vera comunità cristiana. Ha ragione il vostro parroco dicendo che voi siete la speranza e il fondamento del futuro.

Voglio ancora ringraziarvi per questo incontro e benedire tutti i presenti e i vostri coetanei: anche i vostri genitori, insegnanti, catechisti e sacerdoti e poi voi. Auguro a tutti buon Natale, perché ci prepariamo a questa festa che è tanto cara ai bambini, perché è la festa del bambino, è la festa della famiglia. Allora buon Natale a tutti e vi benedico.

 

© Copyright 1986 - Libreria Editrice Vaticana

 



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