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PELLEGRINAGGIO APOSTOLICO IN INDIA

CERIMONIA DI BENVENUTO

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II

Aeroporto di Delhi-Palam
Sabato, 1° febbraio 1986

 

Signor presidente, signor primo ministro,
illustri rappresentanti del Governo dell’India,
signore e signori,
a voi tutti: “Namaskar”!

1. È per me una grande gioia essere in India. La ringrazio per le sue parole di benvenuto, signor presidente, e in particolare la ringrazio per l’invito a venire in questa grande nazione, così antica e pur tuttavia così giovane. Desidero anche esprimere la mia gratitudine per la sua presenza, signor primo ministro. Sono onorato che ella si unisca al presidente in questa cerimonia ufficiale di benvenuto.

Apprezzo moltissimo tutto ciò che è stato fatto per preparare questa visita. Sono grato per lo sforzo generoso di tante persone, che mi renderà possibile viaggiare in diverse parti di questa vasta e varia Repubblica dell’India, per incontrare il maggior numero possibile di rappresentanti dell’amato popolo indiano, e per giungere a una più profonda comprensione delle ricche culture del vostro paese. Prego perché la mia visita serva e favorisca il bene della vostra nazione e la prosperità di tutti gli abitanti dell’India.

2. Il suo invito, signor presidente, e questo incontro al mio arrivo a Delhi, sono in stretta continuità con le buone relazioni ufficiali che esistono da molti anni tra l’India e la Santa Sede. Altri momenti particolarmente significativi di questa storia sono stati la visita del primo vostro primo ministro, Pandit Jawaharlal Nehru, a papa Pio XII nel 1955; la visita di papa Paolo VI a Bombay nel 1964, in occasione della quale egli incontrò le vostre più alte autorità civili; e la visita in Vaticano del primo ministro Indira Gandhi meno di cinque anni or sono.

Queste buone relazioni, alle quali questa visita conferisce ulteriore espressione, rispecchiano allo stesso tempo i cordiali rapporti generali esistenti tra Chiesa e Stato in India. Sono molto lieto di sapere di quale stima gode nel vostro paese la Chiesa Cattolica e sono ben consapevole dell’importante contributo che essa cerca di dare tramite il suo zelante impegno in svariati campi del progresso umano, quali l’educazione, l’assistenza sanitaria e lo sviluppo. La Chiesa è stata presente in India sin dall’inizio della cristianità. Così per quasi duemila anni essa ha costituito parte integrante dello sviluppo e della vita del vostro popolo. E posso assicurarvi che la Chiesa è sempre desiderosa di offrire il proprio leale e generoso contributo all’unità e alla fratellanza della nazione, alla promozione della giustizia, dell’amore e della pace, e all’autentico progresso generale del vostro paese nei molteplici aspetti della sua vita.

3. Il mio obiettivo nel venire qui in India ha una dimensione che è sia religiosa sia umana. Vengo a compiere una visita pastorale ai cattolici d’India, e vengo in spirito di amicizia con un profondo desiderio di rendere onore a tutto il vostro popolo e alle vostre diverse culture. Nell’iniziare la mia visita, colgo quest’occasione per esprimere il mio sincero interesse per tutte le religioni dell’India, un interesse contrassegnato da autentico rispetto, da attenzione a ciò che abbiamo in comune, dal desiderio di promuovere il dialogo inter-religioso e una fruttuosa collaborazione tra uomini di fedi diverse.

A questo proposito, noto con ammirazione come la Costituzione indiana, tramite il riconoscimento ufficiale della libertà religiosa, onora la dignità di ciascuna persona nella sua dimensione più sacra, e allo stesso tempo permette la promozione di autentici valori spirituali che tanto fondamentali sono per ogni vita sociale.

4. È con questi sentimenti di fraterno amore e rispetto per tutto il popolo indiano che inizio questa visita. In lei, signor presidente, saluto gli uomini e le donne di ogni regione, i bambini e i loro genitori, gli anziani e i giovani. Sono interessato a incontrare il maggior numero possibile di voi, impaziente di imparare da voi e dalle vostre esperienze di vita. Nello stesso tempo sono profondamente interessato alle varie culture dell’India: alle molteplici espressioni culturali contenute nella vostra arte e architettura, nella vostra letteratura e nei vostri costumi; e a quelle espressioni culturali dell’India moderna, che rispecchiano un’armoniosa mescolanza del vecchio e del nuovo, nonché a quelle dovute in parte agli inevitabili e spesso necessari mutamenti sociali e in risposta alle sfide dell’industria e della tecnologia moderna. Tutto questo è segno di una società viva e dinamica.

5. Le molteplici attività che caratterizzano la vita interna e internazionale dell’India attraggono da molto tempo il profondo interesse del mondo. Tra di esse, il vostro sforzo instancabile per promuovere il riconoscimento concreto dell’uguaglianza e dell’identica dignità umana di ogni persona in seno alla società, la vostra ricerca di armonia sociale e di unità nella diversità, le vostre svariate iniziative per promuovere lo sviluppo socio-economico del vostro paese, specialmente a favore dei più bisognosi, e la vostra volontà di favorire un clima di fiducia e di dialogo sia all’interno che al di là dei confini della vostra terra. Fu proprio per la vostra e la sua terra, che Tagore scrisse: “Là dove la mente è senza paura e si cammina a testa alta; / là dove la conoscenza è libera; / là dove il mondo non è spezzettato in frammenti da ristrette pareti domestiche; / là dove le parole scaturiscono dalla profondità della verità; / dove la lotta instancabile protende le braccia verso la perfezione; / dove il chiaro fluire della ragione non ha perso il cammino nel desolato deserto di sabbia di morte abitudini; / dove la mente Tu guidi avanti in pensieri e azioni sempre più vasti; / in quel regno di libertà, Padre, fa’ che si risvegli la mia terra” (Rabindranath Tagore, Gitanjali, 35).

Questi molteplici aspetti dell’India moderna sono tutti significativamente legati alla causa della pace in seno alla comunità internazionale, in particolare perché l’India è la più grande democrazia del mondo. Come ho affermato nel mio messaggio per la Giornata mondiale della pace del 1986: “Il retto cammino verso una comunità mondiale, nella quale la giustizia e la pace regneranno senza frontiere tra tutti i popoli e in tutti i continenti, è il cammino della solidarietà, del dialogo e della fratellanza universale” (Ioannis Pauli PP. II Nuntis ob diem ad pacem fovendam dicatum, 1986, 4, die 8 dec. 1985: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, VIII, 2 [1985] 1468).

Vengo in India al servizio dell’unità e della pace. E desidero ascoltare e imparare dagli uomini e donne di questa nobile nazione. Attendo con impazienza di approfondire l’ammirazione e l’amicizia che già porto al popolo indiano. Sarete ogni giorno nelle mie preghiere. Dio benedica voi tutti! “Jai Hind”!

 

© Copyright 1986 - Libreria Editrice Vaticana

 


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