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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI MEMBRI DEL «CIRCOLO SAN PIETRO»

Lunedì, 4 gennaio 1988

 

Carissimi amici del “Circolo san Pietro”.

Con grande gioia anche quest’anno vi accolgo in questo breve ma significativo incontro, in occasione delle festività natalizie e di capodanno, e vi porgo il mio cordiale benvenuto. Ringrazio il nuovo presidente, professor marchese Giovanni Serlupi Crescenzi, per le cortesi parole rivoltemi, e desidero salutare con lui il benemerito marchese Giulio Sacchetti, che è stato presidente generale per due quadrienni.

La mia sentita riconoscenza si estende a tutti voi, soci del “Circolo”, sia per l’aiuto concreto che portate alla Santa Sede mediante l’“Obolo” raccolto annualmente in Roma, sia per le opere di carità che compite in questa Città.

Infatti da ormai più di un secolo, il vostro sodalizio, oltre al servizio d’onore prestato nelle cerimonie pontificie, è al servizio dei poveri e degli umili, realizzando in modo fattivo il comandamento della carità. Mi piace sottolineare particolarmente la “Commissione Cucine Economiche”, che nei quattro luoghi dislocati nella città ha offerto nel passato anno centoventimila pasti gratuiti, la “Commissione Case Famiglia”, e l’“Asilo Notturno” che dà rifugio a tanti bisognosi.

Sono opere, queste, che commuovono profondamente e che stimolano a fare sempre più e sempre meglio, costatando che in realtà c’è sempre da amare perché ci sono sempre fratelli che soffrono. La società moderna, pur con le sue conquiste tecniche e sociali, non riesce ad eliminare il dramma di tante esistenze povere ed emarginate; e poiché continuamente si avvera la parola di Cristo: “I poveri li avrete sempre con voi!” (Mt 26, 11), si percepisce la necessità di praticare sempre il “comandamento nuovo”: “Amatevi come io vi ho amati”.

In tema di carità e di amicizia, mi è caro ricordare la cena che ieri sera è stata da voi apprestata per un buon numero di fratelli e sorelle bisognosi nei locali dell’Ospizio santa Marta in Vaticano, a cui ho voluto partecipare anch’io: è stato un gesto di amore e di affetto, che se ha potuto solo per un istante far dimenticare a quei nostri fratelli la loro miseria e solitudine, tuttavia ha voluto ricuperarli alla speranza; e ci ha spinto a rompere le mura dell’egoismo, mettendoci tutti a servizio gli uni degli altri, sull’esempio di Cristo, nostro maestro.

Insieme con voi desidero ringraziare il Signore che suscita nei vostri animi tanta generosità e tanto spirito di dedizione: continuate a vedere in ogni persona un fratello in Cristo che deve essere capito, aiutato, amato! Voi sapete che la religione cristiana-cattolica esige tre fondamentali realtà: prima la fede in tutto ciò che Gesù ha rivelato e che la Chiesa insegna con il suo magistero autentico e perenne; poi la vita in “grazia” di Dio, praticando tutta la legge morale naturale e rivelata; e infine l’impegno nella carità, affinché la testimonianza della carità renda credibile la dottrina!

È questa una formidabile responsabilità davanti a Dio ed agli uomini; ma è anche una consolante condizione. Siamo tutti poveri e nello stesso tempo dobbiamo essere tutti anche buoni samaritani!

Vi esprimo pure il mio vivo compiacimento per la partecipazione che vorrete prendere al Sinodo diocesano della diocesi di Roma, nelle forme indicate dalle competenti istanze, come per la vostra fervorosa adesione allo spirito e alle iniziative dell’anno mariano in corso.

Ripensando al sublime avvenimento del Natale, che abbiamo commemorato meditando con gioia sul dono supremo che Dio ha fatto agli uomini con l’incarnazione del Verbo, divenuto così nostro amico e compagno di strada nel cammino verso la patria del cielo, vi esorto, cari soci, a perseverare nella vostra opera di formazione culturale e spirituale, nella coerenza di vita e nell’impegno della carità: rimanete fedeli e fermi nel vostro spirito di preghiera, di azione e di sacrificio! Fate in modo che, ovunque si svolga la vostra vita familiare e professionale, risplenda la luce della vostra fede, lieti e sereni per la testimonianza di cristiani.

Augurando anche a voi un sereno anno nuovo, nella pace e nella consolazione del Signore, vi imparto di cuore la benedizione apostolica, che estendo volentieri ai vostri familiari ed alle persone care!

 

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