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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AD ALCUNI RAPPRESENTANTI DELL’AZIONE CATTOLICA RAGAZZI

Venerdì, 22 dicembre 1989

 

Cari ragazzi.

1. Con affetto profondo vi accolgo nella mia abitazione, dove voi - come tutti i ragazzi e le ragazze dell’Azione Cattolica che rappresentate - dovete sentirvi come a casa vostra. Con voi saluto monsignor Camillo Ruini, l’avvocato Raffaele Cananzi, il vostro assistente centrale, don Simone Giusti, la responsabile nazionale, professoressa Beatrice Draghetti, e tutti gli altri dirigenti dell’ACR che vi accompagnano.

Vi dico il mio grazie per il dono dei fiori, degli auguri e della preghiera. A questo gesto di attenzione volentieri corrispondo con l’auspicio che il Salvatore porti gioia e renda piena la letizia, che oggi vedo sui vostri volti.

2. Carissimi, nella notte santa raccoglietevi in preghiera e, con lo stesso stupore dei pastori, guardate a Gesù bambino, il quale è venuto nel mondo per portare l’inesauribile amore di Dio, che fa nuove tutte le cose.

Adorate il mistero di Dio che non ha disdegnato di rivestirsi di carne mortale, e recate a tutti la pace che egli vi dona con la sua misericordia.

Gesù, con la sua nascita e la sua morte, si è fatto ponte tra il tempo e l’eternità, ha riconciliato la terra ed il cielo, ha ricomposto nell’unità l’intero genere umano. Ora, egli chiede a voi di seguirlo operando un cambiamento, anzi un rinnovamento che fa rinascere in lui.

L’annuncio di bontà che il Natale vi offre, fa pure ricordare che Dio è entrato nella vostra vita, e che essa è sotto il segno della grazia e del perdono.

In questo spirito, vi manifesto il mio compiacimento per la proposta associativa che nel corrente anno sociale avete deciso di svolgere. Il vostro programma pedagogico delinea un cammino che fa ritornare sulla retta via coloro che sono venuti meno alla familiarità con Dio.

3. Carissimi, mentre auspico che il cammino educativo intrapreso vi consenta di rimanere in Gesù e di portare in lui molto frutto, chiedo alla Madre del Redentore quello che il vostro cuore desidera e volentieri vi imparto la benedizione apostolica, perché il Natale, “giorno della nostra salvezza” (cf. S. Leonis Magni, Sermo 29), sia per voi come per tutti i vostri cari, lieto e sereno.  

All’inizio dell’incontro con i giovani di A. C. Ragazzi, Giovanni Paolo II invita i presenti a leggere su “L’Osservatore Romano” il discorso preparato per loro. Ai giovani invece rivolge parole “improvvisate”. 

Mi congratulo con voi per il vostro essere ragazzi e soprattutto per il vostro essere Azione Cattolica ragazzi. In questo incontro sono venuto a fare festa con voi, per anticipare la festa grande, festa connaturata ai bambini, la loro festa. Se una volta Dio si è fatto uomo, Figlio di Dio, eterno, “ante saecula natus” dal Padre, ha cominciato ad essere uomo come ogni uomo, cioè da bambino, da neonato. Questa festa è veramente la festa dei bambini. Dobbiamo essere tutti vicini ai bambini, ai ragazzi, ai ragazzi rappresentanti della vostra associazione, Azione Cattolica ragazzi, a tutti i bambini d’Italia e del mondo. Mi auguro anche che siano i bambini e i ragazzi d’Italia e del mondo, soprattutto di Roma, ad essere vicini al Papa, perché ciò ci serve molto. Il Natale ci ringiovanisce ogni anno, tutta la Chiesa viene ringiovanita, anche i vecchi che hanno già quasi settanta anni vengono ringiovaniti. Vi ringrazio per questa opera apostolica che voi fate, attraverso l’ACR tra i vostri coetanei, ma anche per questa opera apostolica, di beneficenza che fate al Papa visitandolo alcune volte, specialmente in questi giorni del Natale.

 

© Copyright 1989 - Libreria Editrice Vaticana

 



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