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VIAGGIO APOSTOLICO IN ESTREMO ORIENTE E A MAURITIUS

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI RAPPRESENTANTI DELLE CONFESSIONI RELIGIOSE

Palazzo del Governatore Generale a Le Reduit (Mauritius)
Sabato, 14 ottobre 1989

 

Cari amici.

Sono felice di trovarmi fra voi, figli e figlie di questa bella isola. Voi rappresentate le comunità religiose cristiane, indù, musulmane, in un Paese che dà al mondo l’esempio di una società dove abitanti di tradizioni spirituali diverse vivono in pace gli uni con gli altri, nella reciproca comprensione ed il mutuo rispetto, per il benessere di tutti.

Il messaggio che vi porto è un messaggio di pace. Seguendo l’esempio di Cristo che salutava i suoi discepoli dicendo: “Pace a voi” (Gv 20, 19), io vi dico: “Paix, shanti, salam”!

Cristo ha pregato il Padre affinché tutti i suoi discepoli formassero una famiglia unita. Cristiani di oggi, dobbiamo continuare i nostri sforzi per avvicinarci all’unità tanto desiderata. Saremo così testimoni più credibili del Vangelo e del suo messaggio di salvezza e di pace. Mi auguro che prosegua l’opera ecumenica intrapresa fra le comunità cristiane di Mauritius, attraverso un’accoglienza sincera della Parola di Dio, la collaborazione attiva nella carità, la preghiera continua. Che tutti i battezzati possano essere pervasi dalla saggezza di Dio e dire insieme al Signore della gloria: “Nella tua luce vediamo la luce” (Sal 36, 10)!

La pace non può essere costruita che partendo da cuori pacificati. Ed è per questo che desidero esprimere ai membri delle comunità indù quanto stimo la loro sollecitudine per la pace interiore e la pace del mondo, basata non solo su considerazioni di ordine puramente meccanico o di politica materialista, ma sulla purificazione, la dedizione e l’amore verso tutti.

Anche il Corano, nella sua descrizione del giusto riconosce il valore di questa pace interiore: “Tu, anima pacificata, torna al tuo Signore, appagata e grata” (Sourate 89, 27-28). E per noi cristiani, questa pace è il frutto dell’amore di Dio, riversato nei nostri cuori.

Nel nostro mondo, che vede tante ingiustizie, tante ineguaglianze, la pace somiglia ad un fiore fragile. Ma io vorrei riaffermare la convinzione espressa in occasione della mia visita al Raj Ghat dedicato alla memoria dell’illustre Mahatma Gandhi: “Con l’aiuto di Dio, la costruzione di un mondo migliore, nella pace e nella giustizia, è alla portata degli esseri umani” (Allocutio Delii, prope monumentum Gandhi vulgo “Raj Ghat” cognominatum, 3, die 1 febr. 1986: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, IX, 1 [1986] 248). Vorrei ricordare inoltre queste parole del Mahatma: “La legge dell’amore governa il mondo . . . la verità trionfa sulla menzogna. L’amore spazza via l’odio” (Mahatma Gandhi, “Young India”, 23 oct. 1924).

Il Signore conceda a tutti gli abitanti di quest’isola di continuare a vivere insieme in armonia ed in pace! Questi sono il mio saluto e la mia preghiera.

 

© Copyright 1989 - Libreria Editrice Vaticana

 



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