DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI MEMBRI DELL’ASSOCIAZIONE «FOGOLÀR FURLAN»
Sabato, 21 ottobre 1989
1. Siate i benvenuti, carissimi fedeli del Friuli, convenuti a Roma, per celebrare, unitamente ai tanti amici emigrati nella capitale dalla vostra regione, il quarantesimo anniversario di fondazione della associazione “Fogolàr Furlan”.
Saluto il signor Cardinale Eduardo Pironio, il quale non ha dimenticato, pur vivendo lontano da voi, la lingua dei suoi antenati, e considera sempre con orgoglio le sue radici friulane. Saluto il vostro Arcivescovo, monsignor Alfredo Battisti, e tutti i Vescovi originari della arcidiocesi di Udine. Saluto pure con piacere le autorità della regione, i parlamentari che la rappresentano nelle istituzioni politiche nazionali, e il magnifico rettore dell’università del Friuli.
A tutti esprimo il mio compiacimento per questo incontro. Esso riassume, come in un emozionante momento comunitario, tanti valori della vostra terra. Valori che non sono rimasti chiusi entro i confini della regione, ma si sono diffusi un po’ dappertutto grazie alla testimonianza dei vostri emigranti. Il fenomeno dell’emigrazione, che ha segnato profondamente la vita friulana, s’è rivelato sotto molti aspetti una occasione provvidenziale per il manifestarsi della vocazione civilizzatrice della gente friulana. Là dov’essa è giunta ha portato il sentimento dell’unità della famiglia, insieme con una singolare ed operosa dedizione per il progresso sociale. Il vostro stesso sodalizio porta un nome che ricorda a voi, emigrati o residenti in patria, quanto vi è di più caro: il focolare. I vostri focolari, che nelle case più antiche stavano al centro della cucina, anche come luogo d’incontro di tutta la famiglia o delle famiglie riunite attorno al padre anziano, restano per voi come un richiamo alla conservazione della vostra cultura, delle vostre tradizioni, dei valori propri dei vostri avi.
Al Friuli voi sempre ritornate, almeno col cuore, per ritrovare nelle solennità, nelle feste, negli appuntamenti tradizionali forti ragioni di vita. Sulla vostra terra, spesso in passato avara di frutti, molti di voi hanno stabilito di ricostruire la casa perché ivi rimanga sempre la radice profonda delle generazioni che verranno. La stessa opera di ricostruzione rapida, intelligente, generosa ed onesta, seguita all’ultimo rovinoso terremoto, dice quanto voi amiate il paese in cui siete nati.
2. Ma anche nelle varie parti del mondo voi avete saputo portare il patrimonio della fede cristiana, il senso di Dio e il rispetto dei valori soprannaturali. Così anche per mezzo vostro la religione cristiana ha camminato nel mondo, ed ancor oggi, in terre lontane, spesso le tradizioni religiose della vostra gente sono di stimolo e di aiuto alle Chiese locali.
Tra le virtù molto apprezzate del vostro Friuli primeggia un forte sentimento di onestà, sul quale si fondano non soltanto le relazioni tra di voi, ma anche con ogni altra persona. È così che la presenza nel Friuli di gruppi etnici diversi, ivi stanziatisi a causa di complesse vicende storiche, lungi dall’essere motivo di conflittualità, ha contribuito ad arricchire di motivi nuovi la convivenza, nel pieno riconoscimento dei diritti comuni, acquisiti nei debiti modi e realizzati in un clima di fedeltà e di amicizia.
3. Alla luce della vostra storia, esprimo a tutti voi, soci del “Fogolàr Furlan”, l’auspicio che possiate incrementare quello spirito di pace, di giustizia, di concordia, che è sempre stato alla base del vostro sviluppo e che costituisce pure la ragione dell’odierno progresso della vostra regione.
Nell’accomiatarmi da voi, mi è caro rivolgervi il saluto abituale che vi è proprio: “Mandi”. Anch’io dico a voi: “Mandi”, una parola che è un augurio, sia che significhi “Mane diu”, vivi a lungo, o “Mane in Deo”, che tu possa vivere sempre nell’amicizia con Dio.
Con questi sentimenti imparto a voi tutti la mia benedizione, estensibile alle vostre famiglie, agli amici, a tutta la cara popolazione friulana.
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