VISITA PASTORALE A PISA, VOLTERRA E LUCCA
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI MALATI E AL PERSONALE DELLA «CASA CARDINALE MAFFI»
Cecina - Venerdì, 22 settembre 1989
Cari fratelli e sorelle!
1. Con animo lieto e commosso inizio la mia visita pastorale all’arcidiocesi di Pisa incontrandomi con voi, che siete ospiti della “Casa Cardinale Maffi”, o in essa prestate il vostro caritatevole servizio.
A tutti rivolgo il mio saluto affettuoso, che intendo estendere a tutti coloro che risiedono o prestano la loro opera nelle altre case di riposo e di assistenza, suscitate nelle varie località dell’arcidiocesi dall’amore a Cristo e dalla sollecitudine per il prossimo.
Mentre esprimo il mio apprezzamento per queste istituzioni, ringrazio e saluto l’Arcivescovo monsignor Alessandro Plotti e le autorità civili e religiose, che sono qui convenute per la circostanza.
Un attestato di riconoscenza debbo riservare a monsignor Pietro Parducci, che di questa casa fu, tanti anni or sono, il fondatore. Sviluppando un’iniziativa generosa dell’indimenticabile Cardinale Maffi, egli ampliò l’iniziale asilo infantile, attrezzandolo anche come casa di accoglienza per le molte persone anziane o inabili, che la guerra aveva privato di ogni assistenza. Con l’aiuto di Dio e di tanti cuori generosi l’opera ha prosperato e, in questi quasi cinquant’anni di attività, ha offerto ospitalità e conforto a circa ottomila persone.
Mi unisco a tutta la Chiesa diocesana nel ringraziamento al Signore per il bene che è stato possibile compiere in questa istituzione nell’arco di quasi mezzo secolo, ed invoco sul fondatore e sui collaboratori il costante conforto della divina bontà.
2. Non posso al tempo stesso non rallegrarmi per il messaggio che da iniziative come questa giunge all’intera comunità. È un messaggio di rispetto per l’uomo in ogni fase della sua esistenza e per ogni dimensione della sua personalità. Il cristiano sa riconoscere in ogni uomo un fratello che Dio chiama a partecipare alla sua stessa vita. Egli si impegna, perciò, ad offrire una risposta non solo alle sue esigenze materiali, o più generalmente umane, ma anche a quelle religiose.
Con tale intento è sorta questa casa. Per non tradire le sue origini, a questo spirito essa deve restare sempre fedele. Esorto, pertanto, quanti in essa svolgono la loro attività a farsi guidare in ogni circostanza da quei principi ispiratori.
Impegnatevi, cari fratelli e sorelle, a far sì che le persone alle quali prestate le vostre cure possano sempre ravvisare in voi e nelle vostre azioni la bontà di Dio, il quale si china soprattutto su coloro che soffrono e sono soli, per lenire il dolore ed il senso di abbandono.
3. E voi, sorelle e fratelli, giovani ed anziani che avete trovato accoglienza tra queste mura ospitali, mantenete sempre viva nell’animo la certezza dell’amore che Dio ha per ciascuno di voi. L’avervi chiamato a partecipare alla sua Croce è un segno della fiducia che egli ha in voi e del contributo che voi potete recare alla sua opera redentrice.
Siate sempre aperti all’ottimismo e alla speranza. Voi siete parte eletta della Chiesa, che ha bisogno di voi, della vostra fede, del vostro coraggio. Anche il Papa conta su di voi e sul sostegno della vostra preghiera.
Vi affido tutti a Maria, madre della pietà, perché raccolga l’offerta della vostra sofferenza e vi ottenga da suo Figlio quanto il vostro cuore desidera.
La mia benedizione convalidi l’augurio di grazia e di pace, che di vero cuore formulo per ciascuno di voi.
Prima di lasciare l’istituto Cardinal Maffi, il Santo Padre si intrattiene brevemente con il personale che presta la sua opera per il funzionamento della Casa. Queste le sue parole di saluto.
Voglio ringraziare tutti i presenti per l’opera che svolgono in questa casa. Certamente per ciò che fate per i poveri ammalati, - abbiamo visto quanti, abbiamo visto quali - ma anche per Cristo, perché così lui ha detto di ogni buona opera, di un’opera samaritana, che è un’opera fatta a lui stesso, a Dio uomo. Vi auguro la benedizione del Signore per la vostra vita personale, per le vostre famiglie e per la vita professionale.
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