VISITA PASTORALE A PISA, VOLTERRA E LUCCA
INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II
CON I DETENUTI DELLA CASA PENALE DI VOLTERRA
Sabato, 23 settembre 1989
Carissimi.
1. Eccomi tra voi, fratello tra fratelli, per una visita attesa non soltanto da voi, ma anche da me a motivo dell’affetto che vi porto, come a persone che desiderano riconciliarsi con la società e prendere nuovamente in essa il proprio posto per collaborare costruttivamente al bene comune.
Nel ringraziare per la cordiale accoglienza, rivolgo a ciascuno di voi, come ai dirigenti della casa e al personale ausiliario, il mio affettuoso saluto.
2. L’amico, che a nome vostro ha espresso le aspirazioni e i proposito da cui siete animati, ha detto efficacemente che “il male del mondo sfigura il volto”, perché distrugge la persona e la sua dignità, mentre la grazia di Cristo “trasfigura” l’uomo perché ne esalta il valore ad un livello divino ed apre il cuore alla speranza di una vita serena, utile, compiutamente umana, destinata ad essere poi coronata con la finale partecipazione alla gioia stessa di Dio.
Io sono qui tra voi, cari amici, per portarvi l’annuncio del Vangelo, che è “lieta notizia” di liberazione. C’è una liberazione da vincoli fisici, che per l’essere umano ha certo una grande importanza, come voi potete ben testimoniare. Ma c’è anche - e più radicalmente - una liberazione da vincoli morali, che si rivela pregiudiziale ad ogni altra, non appena la persona prende coscienza del proprio destino trascendente, non chiuso entro l’orizzonte del tempo, ma aperto all’eternità.
In questa liberazione interiore ogni uomo deve sentirsi impegnato, giacché non c’è cuore umano che sia esente dai fermenti del peccato e dai “vincoli” che ogni cedimento morale porta con sé: “Chiunque commette peccato è schiavo del peccato” (Gv 8, 34).
3. Cristo è liberatore dell’uomo. A lui dovete rivolgervi con animo confidente e fiducioso, giacché egli è colui che nella Redenzione ha ricostituito la dignità umana. Crescete nella sua amicizia, impegnandovi nell’osservanza della sua legge. Realizzerete così il disegno che Iddio ha su di voi, ponendo la vostra esistenza entro l’orizzonte della sua misericordia.
Profondamente lieto di essere oggi tra di voi per ripetervi che Cristo vi ama e vi chiama ad essere suoi “amici” (cf. Gv 15, 14) apprezzo vivamente il vostro proposito di praticare tra di voi la sua carità e di essere fedeli alla vocazione di figli di Dio.
Faccio mie le vostre speranze e le affido a Maria, specchio di giustizia e di misericordia, perché ella ottenga dallo Spirito del Signore luce ai vostri passi, perseveranza e forza al vostro desiderio di collaborare alla costruzione di una società libera e giusta.
Mentre ringrazio tutti coloro che hanno prestato il loro aiuto nella realizzazione di questo fraterno incontro, imparto a ciascuno di voi la benedizione apostolica, che desidero giunga a tutti i vostri cari.
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