DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI MEMBRI DELLA PONTIFICIA ACCADEMIA DELL’IMMACOLATA
Venerdì, 5 gennaio 1990
Signor cardinale,
egregi membri della presidenza e della segreteria della Pontificia Accademia dell’Immacolata!
1. Nel primo anniversario della revisione degli Statuti e delle finalità dell’Accademia avete chiesto di essere ricevuti in udienza speciale, per rinnovare personalmente i vostri sentimenti di fedeltà alla Sede di Pietro, e i vostri propositi di sempre più fervido impegno.
Sono molto lieto di incontrarvi, e mentre porgo a tutti il mio più cordiale saluto, vi ringrazio per la vostra presenza; e mi congratulo per la vostra profonda devozione a Maria santissima Immacolata, come per lo zelo che ponete affinché sia conosciuta e venerata.
La Pontificia Accademia dell’Immacolata ha infatti come scopo statutario “la promozione e il coordinamento degli studi miranti all’approfondimento del dogma mariano” e l’incremento di iniziative pastorali ispirate a tale verità di fede.
2. Questo incontro ribadisce ancora una volta l’apprezzamento della Chiesa per la benemerita istituzione, che onora ed esalta Maria, la nostra Madre celeste e la nostra perenne avvocata, mediante varie attività culturali e spirituali.
Nell’attuale situazione ecclesiale e sociale, è necessaria una conoscenza profonda e impegnata del messaggio cristiano, come è stato rivelato da Gesù, il Verbo incarnato, e come è insegnato dal magistero della Chiesa. Il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria, solennemente definito da Pio IX l’8 dicembre 1854, potrebbe costituire una sintesi di tutta la dottrina cristiana. Esso, infatti, è strettamente collegato col dogma trinitario; con le verità della creazione, dell’incarnazione del Verbo e della redenzione mediante il sacrificio della croce; con la certezza circa l’infallibilità del magistero della Chiesa; con la realtà del “peccato originale”, dal quale Maria fu preservata in vista dei meriti di Cristo e a motivo della divina maternità.
Sentitevi sempre a servizio di queste Verità, difendendole con coraggio e annunziandole con fervore, ben convinti che, testimoniando e propagando la devozione all’Immacolata, si annunzia la realtà della fede cristiana, e si edificano le coscienze sulla solida roccia della rivelazione.
3. San Massimiliano Kolbe, scrivendo da Nagasaki ai chierici dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali per ricordare loro che la Vergine Maria a Lourdes aveva chiesto “penitenza” così diceva: “Ecco chi vuol proclamare la penitenza del nostro mondo corrotto: l’Immacolata!”. E così esortava: “Permettiamo che ella predichi proprio a noi questa penitenza: apriamole il nostro cuore, lasciamola entrare e doniamo con generosità a lei il nostro cuore, la nostra anima, il nostro corpo e tutto senza restrizione o limitazione; consacriamoci a lei completamente . . . per essere suoi servi, suoi figli, sua cosa e sua proprietà incondizionata così da divenire, in certo qual modo, ella stessa vivente, parlante, operante in questo mondo” (28 febbraio 1933).
Sono parole commoventi di un innamorato dell’Immacolata, che morì, sereno e confidente, martire della fede e della carità! Parole che possono essere anche un programma per l’Accademia Pontificia, e che vi lascio come ricordo di questo incontro, mentre con grande affetto benedico voi e le vostre iniziative mariane.
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