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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PELLEGRINI GIUNTI A ROMA
PER LA BEATIFICAZIONE DI PIER GIORGIO FRASSATI

Domenica, 20 maggio 1990

 

Carissimi fratelli nell’episcopato! Cari fratelli e sorelle!

1. Il nostro incontro si svolge quasi a coronamento del solenne rito di questa mattina, durante il quale ho avuto la gioia di proclamare beato il vostro conterraneo, Pier Giorgio Frassati, additandolo come modello eroico di perfezione cristiana a tutta la Chiesa. Formulo un cordiale benvenuto a ciascuno di voi e saluto in modo particolare l’arcivescovo di Torino, mons. Giovanni Saldarini, e l’assistente ecclesiastico dell’Azione Cattolica, mons. Salvatore De Giorgi, che ringrazio per le gentili parole che mi hanno rivolto. Esprimo la mia viva gratitudine all’Azione Cattolica, qui presente anche con il suo presidente nazionale e con i presidenti regionali.

Questa mattina i rappresentanti dell’Azione Cattolica hanno partecipato numerosi alla solenne cerimonia della beatificazione, atteso che il nuovo beato viene dalle loro file. In questo incontro vorrei rivolgermi specialmente a quanti sono venuti dal Piemonte e anche al gruppo di giovani di Comunione e Liberazione.

Carissimi, è ancora vivo nel mio spirito il ricordo delle visite pastorali nelle vostre diocesi: esse mi hanno fatto conoscere più da vicino la complessa realtà delle vostre città, mi hanno fatto apprezzare più profondamente l’impegno da voi profuso per servire la causa del Vangelo e mi hanno permesso di comprendere meglio gli ostacoli e le difficoltà che si frappongono al vostro lavoro apostolico.

Carissimi fratelli, in tale opera missionaria, vi sia di paterno incoraggiamento la mia parola, mentre rinnovo, in questa circostanza, la stima e l’affetto che ho manifestato alla cittadinanza torinese, concludendo il pellegrinaggio apostolico nel settembre del 1988: sì, il Papa vi vuole bene! Con tali profondi sentimenti vi esorto tutti ad amare e servire la Chiesa. Come ha fatto Pier Giorgio Frassati, torinese e oggi beato.

2. Nella “normalità” della sua esistenza, il giovane Frassati, infatti, ci appare traboccante di vitalità e di gioia, “una gioia che superava anche tante difficoltà della sua vita” ed è per tutti, ma specialmente per voi (Giovanni Paolo II, 13 aprile 1980), un esempio da imitare e un amico con cui familiarizzare. Ripercorrere il suo stesso itinerario spirituale richiede certamente abnegazione e sacrificio, ma egli invita a non cedere alla tentazione dello scoraggiamento ed esorta ad abbracciare senza riserve la vocazione cristiana, poiché solo Cristo può dare pieno significato all’esistenza dell’uomo e colmarne il cuore di pace e di letizia profonda.

Guardando al novello beato non è difficile comprendere che il segreto della santità, universale vocazione dei battezzati, è veramente alla portata di tutti: si tratta di accogliere ogni giorno con amore la volontà del Padre ed essere disponibili a realizzarla senza esitazioni. Così egli scriveva: “Stolto è colui che va dietro alle gioie del mondo perché queste sono passeggere e arrecano dolori, mentre l’unica vera gioia è quella che ci dà la fede”. “Ogni giorno di più - osservava ancora - comprendo quale grazia sia l’essere cattolici. Vivere senza fede, senza un patrimonio da difendere, senza sostenere una lotta per la Verità non è vivere, ma vivacchiare . . . Anche attraverso ogni disillusione dobbiamo ricordare che siamo gli unici che possediamo la Verità” (Pier Giorgio Frassati, Lettere, 1925).

3. Quando il cuore è ricolmo di Dio, la fede si traduce in generoso servizio ai fratelli, specialmente ai più bisognosi, senza che nulla, nemmeno le sofferenze e le prove, mortifichi l’entusiasmo del vero cristiano. Anche in questo, il giovane Frassati è maestro da seguire. In lui il Vangelo diventa solidarietà e accoglienza, si fa attenta ricerca della verità ed esigente impegno per la giustizia. La preghiera e la contemplazione, il silenzio e la pratica dei sacramenti danno sostanza e tono al suo molteplice apostolato e tutta l’esistenza, vivificata dallo Spirito di Dio, si trasforma in avventura meravigliosa. Tutto diventa offerta e dono, anche la malattia, anche la morte. Questo è il suo messaggio e così egli continua a parlare a tutti, in particolare ai giovani del nostro tempo.

Cari giovani, quanti vostri coetanei, tentati dai falsi valori del progresso materiale o sprofondati nel buio della disperazione, della droga e della criminalità, potrebbero ritrovare la strada della vita se incontrassero sui loro passi apostoli generosi, innamorati di Dio e dei fratelli! Come il novello beato, anche voi siete chiamati ad essere tali apostoli, “gli uomini delle 8 Beatitudini”, ai quali Gesù Cristo affida il mondo da trasformare. Siate coraggiosi, umili, e convinti e convincenti, e il Signore non vi farà mancare il suo aiuto.

4. L’urgenza della nuova evangelizzazione, quanto mai viva pur nella vostra terra, impegna ogni cristiano, impegna ciascuno di voi. La Chiesa vi domanda di essere tutti santi nella “normalità” dell’esistenza, come lo fu Pier Giorgio Frassati, alla cui protezione ancora una volta vi affido. Tornando alle vostre case condividete con coloro che incontrerete il messaggio che oggi vi è stato proposto, diffondete attorno a voi la pace e la speranza, proclamate, sopra ogni cosa, la fede che - come ricorda il beato Frassati - “è l’unica gioia, di cui uno possa essere pago in questo mondo. Ogni sacrificio vale solo per essa” (Pier Giorgio Frassati, Lettere, 1925).

Vi sostenga in questo cammino di perfezione anche il materno patrocinio di Maria, che invochiamo particolarmente in questo mese di maggio. E con tali sentimenti, tutti vi benedico.

 

© Copyright 1990 -  Libreria Editrice Vaticana

 



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