VISITA PASTORALE IN BASILICATA
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AGLI ANZIANI OSPITI DELLA
CASA DI RIPOSO «BRANCACCIO»
Casa di Riposo “Brancaccio” (Matera)
Sabato, 27 aprile 1991
Carissimi fratelli e sorelle!
1. Sono lieto di trovarmi fra voi in occasione della Visita pastorale alla Città di Matera e porgo a tutti il mio più cordiale saluto. Ringrazio il vostro Pastore, il carissimo Monsignor Ennio Appignanesi, le Autorità amministrative, che hanno voluto essere qui presenti, e quanti hanno preparato l’odierno incontro. Vi ringrazio, inoltre, per l’ospitalità che mi avete offerto e per il pranzo che ho potuto condividere con voi.
Un saluto particolare alle Religiose, agli Operatori, ai Volontari che con il loro quotidiano servizio cercano di fare di questo Centro un’oasi serena ed un ambiente di autentica fraternità, accogliente e ricco di umanità. Tanto più benemerita è la loro attività per il fatto che cercano di offrire a persone bisognose di affetto il calore di una nuova famiglia.
Continuate, cari fratelli e sorelle, a dedicare il vostro tempo e le vostre cure con disponibilità e premura a questi ospiti nei quali è presente Cristo stesso. La fede cristiana, perché sia coerente ed autentica, deve esprimersi con gesti concreti, come già scriveva l’apostolo Giacomo: “L’uomo viene giustificato in base alle opere e non soltanto in base alla fede” (Gc 2, 24).
La Casa di Riposo “Brancaccio” rievoca, in effetti, la grande attenzione ai poveri che ha animato la missione di Monsignor Antonio Maria Brancaccio, Arcivescovo di Acerenza e Matera nel secolo XVIII, e dei suoi successori. Essa costituisce anche una testimonianza eloquente dell’apertura ai bisogni della società, che caratterizza la vostra comunità cristiana.
Auspico che questa benemerita istituzione, oggi ampia e ben articolata, fornita di tutto ciò che occorre per assicurare una adeguata assistenza agli anziani, possa sempre più essere un luogo di autentica solidarietà umana e cristiana.
2. Mi rivolgo ora a voi, carissimi ospiti che qui risiedete. San Paolo scriveva ai Corinzi: “Quantunque il nostro uomo esteriore vada invecchiando, quello interiore ringiovanisce di giorno in giorno” (2 Cor 4, 16). È un invito rivolto a tutti a mantenere l’animo giovane, ad alzare lo sguardo verso Dio, a prendere sempre più coscienza del disegno di amore che Egli nutre verso ciascuno. Accettate con serenità la vostra condizione, l’avanzare dell’età e i problemi ad esso connessi. Confidando nell’aiuto divino, continuate ad amare la vita perché essa è dono di Dio. La cultura odierna sembra non di rado esaltare a dismisura i valori della giovinezza, della bellezza, della efficienza e può allora succedere che chi è avanzato negli anni si ritrovi in una situazione di interiore disagio, di crescente sofferenza, accompagnato da solitudine e sconforto. La vita, invece, ha valore in se stessa; il Signore ce l’ha data con fiducia ed amore. Non sempre è facile accogliere con animo sereno gli eventi e si rimane talora in silenzio davanti alla Volontà del Signore! È difficile penetrarvi. Occorre, allora, sapersi abbandonare al suo disegno di salvezza per quanto possa apparire misterioso ed oscuro. Cercate nel tempo che qui trascorrete di rinnovarvi ogni giorno nella bontà, nella pazienza, nella carità fraterna, impegnandovi a compiere ciò che vi è possibile per rendervi utili gli uni agli altri, venendo incontro alle esigenze di ognuno. E soprattutto colmate le vostre giornate di tanta preghiera: pregate per voi stessi, per i vostri familiari, per le necessità della Chiesa e per l’intera umanità.
Non dimenticate mai che siamo stati creati per l’eternità. Dio ci ha dato questi giorni terreni come un passaggio verso l’esistenza eterna: “Non abbiamo qui la città stabile, ma andiamo in cerca di quella futura”, così scriveva l’Autore della Lettera agli Ebrei (Eb 13, 14). Il pensiero del Paradiso, se accompagna la vita del Cristiano, dà senso e spinta ad ogni suo progetto e programma, colmandolo di gioia spirituale e di intenso fervore apostolico.
3. Al termine del nostro incontro, mentre ringrazio di cuore quanti prestano la loro opera in questa “Casa di Riposo”, saluto con affetto ciascuno di voi: vi auguro serenità e coraggio e vi assicuro un ricordo nella preghiera, mentre raccomando tutti voi alla materna protezione di Maria Santissima, Madre dell’umanità.
Vi sia di conforto anche la mia particolare benedizione, che imparto a quanti qui siete ospiti, ai vostri familiari, alle Religiose e a tutti coloro che si dedicano al vostro servizio.
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