DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLE «FIGLIE DELLA PROVVIDENZA PER LE SORDOMUTE»
NEL II CENTENARIO DELLA NASCITA DEL FONDATORE
Sabato, 30 maggio 1992
Carissime sorelle!
1. Nella significativa ricorrenza del secondo centenario della nascita del vostro Fondatore. il pio sacerdote modenese Don Severino Fabriani (1792-1849), avete sollecitato l’odierna Udienza per esprimere la vostra gioia riconoscente e insieme per sottolineare la devozione e l’amore che egli nutrì verso il Successore di Pietro negli anni non facili della sua vita. Vi ringrazio di cuore per questo vostro gesto di fede e di affetto, che molto apprezzo, e sono lieto di porgere alla Reverenda Madre Generale della vostra Congregazione. Suor Anna Rita Battistini, a voi, Religiose qui presenti e alle vostre Consorelle lontane, il mio saluto più cordiale. Il vostro Istituto svolge nella Chiesa una missione rilevante, perché si dedica all’educazione e alla integrazione sociale dei ragazzi e delle ragazze non-udenti. La vostra azione, animata dal carisma del vostro amato Fondatore e alimentata da un’intima e costante tensione caritativa, ha varcato i confini d’Italia per spingersi all’interno del Brasile, al servizio dei deboli e degli emarginati. Ed ora voi state progettando un ampliamento della vostra presenza anche verso la Nigeria e lo Sri Lanka. Veramente la Provvidenza, che ha illuminato e guidato Don Severino Fabriani e ha assistito e sostenuto da ormai un secolo e mezzo la vostra Congregazione, continua a compiere. attraverso le vostre benemerite istituzioni, prodigi di autentica carità.
2. Quale nobile figura è quella del vostro Fondatore! Uomo colto e sensibile, apologeta intelligente e acuto nella difesa della verità e della fede. Don Severino Fabriani fu soprattutto un grande educatore e benefattore dei piccoli e dei sofferenti. Frutto delle sue concrete esperienze è il volume assai apprezzato “Lettere logiche sopra la grammatica italiana”, che propone un metodo semplice e pratico di insegnamento della lingua italiana ai sordomuti. Insieme alla sua opera umanitaria ed evangelica, ciò che in lui colpisce e affascina è la profonda spiritualità. Scrivendo alle Suore Maestre del suo Istituto, egli insisteva sulla necessità di avere “carità, zelo, pazienza, quanto una madre per il più amato suo figlio, quanto un apostolo per un nuovo popolo di credenti...”. Insegnava e praticava così la via dell’amore, dedicandosi interamente alla cura delle piccole emarginate dalla società. Additava, però, sempre la meta suprema del Paradiso, raccomandando insistentemente “pace, carità, unione”, perché “dove è la pace ivi è Dio”. E soggiungeva, richiamandosi al Vangelo: “Tutti conosceranno che siamo discepoli di Gesù, se avremo tra noi carità e dilezione scambievole”.
3. Carissime “Figlie della Provvidenza”, la commemorazione della nascita del vostro Fondatore e il richiamo al suo esempio e ai suoi insegnamenti stimolino in ciascuna di voi una rinnovata e ardente dedizione apostolica. Possiate proseguire sempre, come egli vi ha insegnato, nella dedizione generosa “all’istruzione e all’educazione dei non-udenti, per sottrarli all’emarginazione, per aprirli alla conoscenza di Dio, per assegnar loro un posto autonomo e attivo nella società”. Il vostro diuturno lavoro, la vostra instancabile testimonianza di accoglienza e di solidarietà, il paziente sforzo della vostra azione educativa rappresentano un prezioso apporto alla missione evangelizzatrice della Chiesa. Con la vostra silenziosa disponibilità voi ricordate alla società moderna, distratta da tanti richiami contraddittori che la confondono e non di rado la rendono inquieta, che Dio deve avere il primo posto nella vita; che solo nel dono gratuito di sé ai fratelli si trova in pienezza la propria realizzazione. Imitando il vostro Fondatore, maestro di dottrina e di zelo apostolico, non stancatevi mai di ricercare, al di sopra di ogni cosa, l’unione intima con Gesù. L’amore all’Eucaristia, la meditazione sulla Passione di Gesù, la devozione a Maria Santissima, la pazienza nella vostra missione educativa, la fedeltà alla Chiesa e ai legittimi Pastori siano i capisaldi della vostra consacrazione religiosa e del vostro apostolato. Siate soprattutto persone di grande fede, come Don Severino Fabriani. “Quando si trattava di fede, di verità connesse ad essa - è stato scritto di lui - era tutto zelo, tutto coraggio nel sostenerne la difesa, anche nella privata conversazione, né mai per rispetto umano si vergognò del Vangelo”. Su questa fede, limpida e profonda, si fonda l’esperienza cristiana e da questa fede trae vigore la missione dei credenti nel mondo. Il mio augurio, carissime Sorelle, è che la memoria viva e feconda del vostro Padre spirituale vi illumini e vi accompagni nei vostri rinnovati propositi di totale adesione ai valori del Vangelo.
E vi sia propizia anche la mia benedizione, che ora imparto a voi qui presenti e che, con grande affetto, estendo alle vostre Consorelle e a tutte le vostre Istituzioni.
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