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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
A CONCLUSIONE DEL XVI CAPITOLO GENERALE
DELLE SUORE MISSIONARIE COMBONIANE

Venerdì, 30 ottobre 1992

 

Carissime Suore Missionarie Comboniane,

1. A conclusione del XVI Capitolo Generale del Vostro Istituto, dopo aver meditato a lungo sulle Costituzioni intimamente radicate nel carisma del Fondatore, il servo di Dio Monsignor Daniele Comboni, e dopo aver rivolto la vostra attenzione alle situazioni e alle esigenze del momento storico che stiamo vivendo, voi avete desiderato incontrarvi col Papa per rinnovare i vincoli di fedeltà alla Chiesa, che contraddistinguono la vostra Congregazione. Grazie per questo gesto di fede e di devoto ossequio, che esprime il fervore e l’impegno dell’intera vostra Famiglia religiosa. Volentieri vi porgo il mio saluto, che estendo con affetto alle vostre Consorelle sparse in ben ventisette Nazioni dell’Africa, dell’Asia, dell’America e dell’Europa. Rivolgo in modo particolare il mio pensiero cordiale alla Superiora Generale appena eletta, Madre Mariangela Sardi, e a Madre Giuseppina Tresoldi, che lascia l’incarico dopo un lungo e apprezzato servizio. Saluto, inoltre, le Sorelle elette a far parte del nuovo Consiglio Generale, come pure i membri del precedente Consiglio. Insieme al ringraziamento per la vostra gradita visita, desidero esprimere un vivo incoraggiamento alle Suore che sono state chiamate ad assumere l’oneroso incarico di guidare la Congregazione nei prossimi anni. Sarà loro cura sostenere l’itinerario spirituale e missionario della vostra Congregazione, promuovere la fioritura di nuove vocazioni, curare la formazione di ogni Consorella, perché sempre più fecondo sia il lavoro svolto dalle Suore Missionarie Comboniane a vantaggio di tante popolazioni e per la diffusione del Vangelo.

2. Dal 1 gennaio 1872, giorno benedetto in cui Don Daniele Comboni fondò a Montorio di Verona l’Istituto delle “Pie Madri della Nigrizia”, nell’intento di formare missionarie “sante e capaci, accese di una carità, che abbia la sua sorgente in Dio e nell’amore a Cristo”, la vostra Opera ha allargato le sue tende in molte nazioni. Ed iniziando dalla prima Superiora generale, Madre Maria Bollezzoli, donna di grande fede, umiltà e sapienza, fino all’attuale Responsabile, appena eletta, un intenso fervore ha segnato e continua a segnare le molteplici vostre attività apostoliche, caritative, sociali, culturali e sanitarie, in Africa e in altri Continenti. Non sono poche le vostre Suore che, insieme a Missionari Comboniani, sono cadute in questi anni, martiri per la fede e per la carità! Come inoltre non ricordare la significativa e talora eroica azione svolta dalle vostre Consorelle a favore di molte popolazioni dell’Africa, ideale supremo di Monsignor Comboni? Esse condividono infatti i dolori strazianti degli abitanti dell’Etiopia, dello Zaire, del Sudan, del Malawi, del Mozambico, dell’Uganda e di altri Paesi africani, cercando in tutti i modi di portare loro soccorsi urgenti, di alleviare le loro sofferenze fisiche e morali, di recare il conforto della fede e il sostegno della concreta solidarietà. Il Signore benedica e ricompensi ampiamente così generoso sforzo e la testimonianza evangelica offerta nella quotidiana esistenza. Renda egli efficace la vostra dedizione che si unisce a quella di innumerevoli altri missionari e missionarie per annunciare la salvezza divina in ogni angolo della terra.

3. Vi è ben nota, carissime Sorelle, la fede granitica e intrepida che guidò i passi del vostro Fondatore. La nota peculiare, che contraddistinse il suo lungo ministero, cioè la sua autenticità missionaria e l’ansia per l’“evangelizzazione”, costituiscano anche per voi lo stimolo a proseguire generosamente sul cammino da lui avviato. Egli scriveva: “Ho un’incrollabile confidenza in quel Dio, per il quale unicamente ho esposto la mia vita, agisco, soffro e muoio... Il grano di senape è gettato: è d’uopo che cresca fra triboli e spine. Esso crescerà, perché il divin Cultore lo difenderà e coprirà con lo scudo della sua protezione”.

Carissime Suore Missionarie Comboniane! Rimanete fedeli al “carisma” del vostro Padre spirituale con fiducia e perseverante preghiera. Nell’ultimo scritto, stilato sei giorni prima di morire, Monsignor Comboni, dopo ventiquattro anni di vita missionaria, di cui quattro appena come Vescovo, osservava: “Avvenga pure tutto quello che Dio vorrà. Dio non abbandona mai chi in lui confida. Egli è il protettore dell’innocenza e il vindice della giustizia. Io sono felice nella Croce, che portata per amore di Dio, genera il trionfo e la vita eterna”.

Questa prospettiva ecclesiale ed escatologica accompagni ogni vostra scelta e decisione operativa. Vi protegga nel lavoro di ogni giorno Maria Santissima, Regina degli Apostoli, e vi sia di conforto anche la mia preghiera e la benedizione, che imparto a voi qui presenti, estendendola di cuore all’intera vostra Famiglia religiosa.

 

© Copyright 1992 - Libreria Editrice Vaticana

 



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