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VISITA PASTORALE NELLA DIOCESI SUBURBICARIA
DI SABINA-POGGIO MIRTETO

INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II
CON LA CITTADINANZA NELLA CATTEDRALE

Poggio Mirteto (Rieti)
Solennità di San Giuseppe - Venerdì, 19 marzo 1993

 

Illustrissimo Signor Sindaco,
Carissimi fratelli e sorelle di Poggio Mirteto!

1. Nel pur rapido, ma interessante itinerario in Terra Sabina, sono lieto di incontrarmi anche con voi e di porgere a tutti il mio saluto cordiale ed affettuoso in questa gioiosa coreografia di festa che fa da sfondo al nostro appuntamento. Saluto il Cardinale Camillo Ruini, mio Vicario Generale per la Diocesi di Roma e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, che ha voluto gentilmente essere presente a questo nostro incontro. Saluto pure il vostro dinamico Pastore, Mons. Salvatore Boccaccio, e ringrazio di cuore voi tutti, qui presenti, che mi siete venuti incontro con fede e devozione. Sono grato, in particolare, al Sindaco, il Signor Pasqualino Carconi per le deferenti parole con cui mi ha espresso il benvenuto a nome della popolazione mirtense e dei centri vicini. Ringrazio infine il giovane “portavoce” degli studenti e dell’intera gioventù della Sabina, che ha bene interpretato le preoccupazioni e le speranze di un’età in cui ci si affaccia alla vita per costruire il proprio futuro. Voi vedete nella persona del Papa colui che, per volontà di Gesù, è stato posto a “fondamento della Chiesa” e a “garanzia” della verità rivelata.

Ecco i motivi essenziali che danno significato e valore al nostro incontro. Da parte mia, vi porto il mio affetto e l’ammirazione per l’alacrità del vostro impegno civile e cristiano. Vi porto soprattutto l’annuncio della pace del Signore e della sua gioia in questo giorno di festa, nel quale facciamo memoria del suo padre putativo, S. Giuseppe. Incontrandomi con voi oggi, nella storica Città di Poggio Mirteto, definita dal mio predecessore Gregorio XVI – come ha ricordato poc’anzi il Signor Sindaco – “praeclara in Romanam Cathedram fidei”, il mio fervido desiderio è che l’odierna Visita pastorale contribuisca a farvi crescere nella fede, nella speranza operosa e nella concreta attenzione alle necessità di tanti fratelli bisognosi.

2. Indubbiamente le questioni sociali e politiche del momento presente sono grandi, complesse e di non facile soluzione. Esse assillano i Responsabili della vita pubblica, le famiglie, gli educatori e quanti hanno il compito di operare per costruire un avvenire sereno e migliore per l’intera società. Esse preoccupano anche voi, cari giovani, che vi interrogate su quale sarà il vostro futuro. La soluzione non verrà che dall’impegno di tutti e di ciascuno. In tale sforzo congiunto, però, è necessario non dimenticare mai le parole di Gesù, il Rivelatore della Verità e il Redentore dell’umanità: “Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima? E che cosa potrebbe mai dare un uomo in cambio della propria anima?” (Mc 6, 36-37). Gesù avverte con la sua divina autorità: “Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” (Mt 6, 33).

Avere fiducia in Lui: ecco la grande sfida da raccogliere. Viviamo, in effetti, in tempi segnati sia da una profonda crisi religiosa, che non di rado conduce alla negazione della trascendenza, sia da un vasto pluralismo culturale e religioso, che sfocia spesso in un pericoloso pluralismo etico. In tale situazione di appassionata, anche se confusa, ricerca della verità, la Chiesa non si stanca di annunziare l’eterno disegno salvifico di Cristo, da cui traggono vigore anche quelle virtù umane che sono fondamento di una società realmente giusta e solidale. Cristo conosce il cuore dell’uomo: egli solo può soddisfare pienamente alle sue esigenze. Egli che ha assicurato agli Apostoli: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo” (Mt 28, 20), è la “testata d’angolo” su cui poggia la Chiesa, sostegno essa stessa della comunità familiare e sociale. “In nessun altro c’è salvezza”, afferma san Pietro. “Non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale sia stabilito che possiamo essere salvati” (At 4, 12).

3. Carissimi fratelli e sorelle, quante cose vorrei dirvi in questo incontro! Il tempo però è breve e mi limito a lasciarvi una consegna importante per la vostra esistenza. Siate fedeli a Cristo che vi ha scelti come suoi discepoli! Diffondete il suo Vangelo, diventate suoi testimoni, formatevi convinzioni ferme e personalizzate, che si traducano in una specchiata coerenza di vita autenticamente cristiana. San Pietro ripete a noi ciò che scriveva ai primi cristiani: “Non vi sgomentate per paura di coloro (che fanno il male), né vi turbate, ma adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi” (1 Pt 3, 14-15).

4. Come concludere questo nostro incontro senza far cenno a san Giuseppe, del quale oggi celebriamo la festa liturgica? Rivolgiamo a Lui e alla Santa Famiglia di Nazaret il nostro devoto pensiero. Invochiamo la protezione di san Giuseppe per la stabilità e la concordia delle famiglie, per i bambini e i ragazzi, che qui vedo numerosi e pieni di vitalità, affinché possano camminare sempre sulla retta via della fede, della giustizia, della sollecitudine verso chi è nel bisogno materiale e spirituale. Preghiamolo per la Chiesa, ed in particolare per la vostra Diocesi, perché cresca unita nella dottrina e nella disciplina, nell’amore a Dio e nell’attenzione ai poveri.

Rinnovo a tutti il mio saluto e il mio augurio, e di gran cuore vi benedico!

 



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