VISITA PASTORALE IN SICILIA
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI SACERDOTI, AI RELIGIOSI E AI SEMINARISTI DELLA DIOCESI
Cattedrale di Caltanissetta - Lunedì, 10 maggio 1993
Carissimi fratelli e sorelle,
1. “La grazia e la pace di Dio nostro Padre e del Signore nostro Gesù Cristo sia con tutti voi”. Sono lieto di porgere a ciascuno il mio cordiale saluto con queste parole che la liturgia ci fa ripetere all’inizio della celebrazione eucaristica. Saluto in particolare il vostro Pastore, il carissimo Monsignor Alfredo Maria Garsia, che ringrazio per i sentimenti espressi a nome di tutti. Al termine della Visita pastorale alla vostra Diocesi, è significativo incontrarci in questa chiesa cattedrale per pregare insieme, sperimentando la presenza viva e rinnovatrice dello Spirito di Cristo. Questo momento conclusivo di preghiera ci offre così l’opportunità di rendere grazie al Signore per la sua costante assistenza e di ribadire l’impegno di servizio alla comunità ecclesiale mediante un continuo rinnovamento spirituale e missionario.
2. La Cattedrale è il cuore della vita e dell’attività della Diocesi: il suo primo e basilare santuario. In essa il Vescovo, posto a fondamento e garanzia dell’unità dei credenti nella pluralità dei ministeri e dei carismi, presiede solennemente le celebrazioni del popolo santo di Dio. È, pertanto, il luogo eletto di incontri liturgici e pastorali del clero e dei fedeli con il Vescovo, che possiede la pienezza del sacerdozio e manifesta in modo eminente la Comunità diocesana. La struttura stessa di questo vostro tempio, con le sue decorazioni, costituisce una costante catechesi sulla realtà sacramentale della Chiesa. Tutto converge verso l’altare, simbolo di Cristo, pietra scelta e preziosa (cf. 1 Pt 2, 4), vittima e sommo sacerdote (Eb 7, 26). La Chiesa trionfante, raffigurata nella volta luminosa, si rivolge alla Chiesa pellegrina sulla terra, disposta nella navata, richiamandola alla contemplazione del suo destino immortale di “stirpe eletta e di nazione santa” (cf. 1 Pt 2, 9). L’intera costruzione, poi, poggia sopra solide colonne simbolo degli Apostoli, i quali, con la loro parola e il loro esempio, unitamente ai Santi dell’Antico e del Nuovo Testamento, raffigurati nelle lunette e nella vela, invitano ad una genuina adesione al Vangelo ed ad una generosa sequela del Cristo.
3. Carissimi fratelli e sorelle, non mi è difficile, partendo proprio dalla considerazione di queste sacre riproduzioni, invitarvi a proseguire nel cammino intrapreso, fedeli al dono della grazia battesimale, fedeli alla missione spirituale affidatavi dalla divina Provvidenza, fedeli al popolo per il quale siete stati costituiti testimoni privilegiati della salvezza. Avete appena concluso la prima sessione del Sinodo diocesano, dedicato all’esame degli urgenti problemi connessi con l’annuncio del Vangelo e col rinnovamento della società. Essere evangelizzatori ardenti e preparati è certo il desiderio più vivo che vi portate nel cuore. Lo so bene e l’ho ascoltato poc’anzi dal vostro Vescovo. So pure, però, quanto grandi sono le vostre preoccupazioni nel vedere attorno a voi non di rado trionfare il sopruso e l’inganno. Fratelli e Sorelle carissimi, non lasciatevi abbattere! Vi siano di conforto e di valido sostegno le parole del profeta Isaia: “Dio dà forza allo stanco e moltiplica il vigore allo spossato... Quanti sperano nel Signore riacquistano la forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi” (Is 40, 29-31). Mantenete vivo il contatto interiore col Signore. Ogni azione pastorale e missionaria, infatti, deve partire da Lui ed a Lui deve fare incessante riferimento. Senza un prolungato quotidiano dialogo a tu per tu con Cristo, l’agire del credente rischia di divenire inconcludente e l’ansia di servire gli altri può trasformarsi in corsa affannosa ripiena di inquietudine. Siate ben persuasi, carissimi, che solo Gesù, Redentore del mondo, converte il cuore umano rendendolo capace di perdono, di fraternità e di carità.
4. Guardate a Cristo, carissimi giovani, se volete dare significato vero e credibile alla vostra condizione giovanile e se siete alla ricerca di ideali autentici per i quali valga veramente la pena di spendere le vostre energie. Con Gesù scoprirete che la vita è una avventura unica e meravigliosa, fatta per essere donata in un clima di libertà e di amore. La felicità non è un sogno; è una realtà che Egli ci offre chiamandoci a lavorare per il suo Regno di giustizia, di verità e di pace. Vi ho visto quest’oggi attivi ed impegnati in vari lavori per assicurare un ordinato svolgimento della mia visita e soprattutto durante la celebrazione eucaristica nel nuovo stadio. Grazie per la vostra generosità. Il Signore vi ricompensi e vi renda capaci di essere fermento di gioia e di speranza, dappertutto, in famiglia, a scuola, nel lavoro, in ogni ambito della società. Guardate a Cristo, voi, che come delegati sinodali siete stati scelti dalle parrocchie e incaricati di progettare il cammino di rinnovamento della Diocesi. Il rinnovamento, non è solo un problema di strutture, ma di conversione interiore. Continuate, pertanto, con fervore nel vostro sforzo, senza mai cedere né a stanchezza né a scoraggiamento per portare a termine l’opera iniziata nel segno di una grande speranza per l’intera vostra Città.
5. Se guardare a Cristo è dovere di ogni cristiano, quanto più è necessario che voi, carissimi Religiosi e Religiose, seguiate con radicalità il Signore, professando una fedeltà personale e comunitaria alla vocazione sino alle sue più profonde esigenze. La vostra professione dei consigli evangelici è chiamata a risplendere in ogni circostanza “come un segno, che può e deve attirare efficacemente tutti i membri della Chiesa a compiere con slancio i doveri della vocazione cristiana” (Lumen gentium, 44). Nelle mani di Cristo siate sempre “perle preziose” che rispecchino dinanzi al popolo cristiano lo splendore della santità di Cristo e della Chiesa.
6. Carissimi Sacerdoti, primi collaboratori del Vescovo nel ministero pastorale, è a voi che vorrei rivolgere adesso la mia parola. A voi è affidata la responsabilità di continuare l’“ora” della redenzione di Cristo attraverso la celebrazione dell’Eucaristia (cf. Lettera ai sacerdoti per il Giovedì Santo 1993) e degli altri sacramenti. Non dimenticate mai che il sacerdote deve nutrire in sé, in modo particolare, “gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù” (Fil 2, 5). Essi costituiscono le ragioni d’essere del suo stesso sacerdozio. Questa Cattedrale vi ricorda l’ordinazione sacerdotale, vi richiama la vostra dignità di cooperatori dell’Ordine episcopale. La preghiera, la carità pastorale, amabile e comprensiva, la donazione ai più poveri, l’ascolto della Parola di Dio, la celebrazione dei divini misteri che sono nelle vostre mani, siano per voi cammino perenne di crescita nella santità e nell’apostolato. Iddio vi accompagni sempre nel vostro servizio ecclesiale. Sostenetevi gli uni gli altri con sentimenti di sincera fraternità e di spirituale solidarietà. A tutti, infine, ed a coloro che sono uniti a noi idealmente, soprattutto a quanti sono davanti e attorno alla chiesa, auguro di cuore di non dimenticare mai quanto la Cattedrale significa e ricorda, cioè la fede nel Signore vissuta in comunione col Vescovo; la carità evangelica senza distinzioni o preferenze; la speranza profetica e l’attesa della Gerusalemme celeste, dove parteciperemo per sempre dell’abbondanza della vita divina. Questa mia esortazione vuole essere come una sorta di consegna, che lascio alla vostra Diocesi nel momento di congedarmi da voi. Fratelli e Sorelle di Caltanissetta!
Crescete come Chiesa viva, ardente di zelo missionario, attenta a proclamare e testimoniare l’amore misericordioso del Signore.
Io vi ringrazio e tutti vi saluto, impartendo volentieri a ciascuno l’apostolica benedizione.
Al termine dell’incontro il Santo Padre pronuncia le seguenti parole.
Sia questa preghiera e questa benedizione un atto di congedo, ma soprattutto un ringraziamento. Noi ogni giorno eleviamo quella grande preghiera che è la preghiera di ringraziamento. È veramente una cosa degna e necessaria ringraziare il Signore Dio nostro. Ma è anche necessario ringraziare reciprocamente noi stessi e io vi ringrazio in questo momento per tutto ciò che siete come Chiesa di Caltanissetta, nel centro di questa Sicilia, di quest’Isola del tutto speciale. Un’Isola ricca, ricchissima, ma anche molto travagliata. Io vi ringrazio e vi auguro di portare avanti non solamente tutti i nobili progetti umani, ma soprattutto quel grande progetto divino affidato alla Chiesa dovunque, qui in Sicilia e qui a Caltanissetta. È questa la nostra vocazione. È questa la nostra speranza.
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