DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI MEMBRI DELL'AMMINISTRAZIONE
PROVINCIALE DI ROMA
Lunedì, 7 febbraio 1994
Signor Presidente,
Illustri membri della Giunta e del Consiglio Provinciale di Roma,
Signori e Signore!
1. Sono lieto di porgervi un cordiale benvenuto in occasione del tradizionale incontro per lo scambio di auguri all’inizio del nuovo anno. Ringrazio sentitamente il Presidente della Giunta Provinciale, l’On. Achille Ricci, per le gentili espressioni che mi ha poc’anzi rivolto a nome di tutti. Ricambio volentieri i voti augurali per l’anno appena iniziato: che il 1994 sia per voi e per quanti rappresentate un tempo di pace, di solidarietà e di fruttuosa attività sociale e lavorativa.
L’odierna vostra visita cade in una fase particolarmente delicata della vita della società italiana in generale e della Provincia di Roma in particolare. Accanto alla persistente crisi economica ed occupazionale ed alla preoccupante carenza di alloggi, emergono - come il vostro Presidente ha efficacemente sottolineato - nuove problematiche connesse, tra l’altro, con l’integrazione degli immigrati, il ricupero dei tossicodipendenti, l’assistenza agli anziani ed ai disabili.
Nel quadro della situazione attuale non mancano tuttavia luci e segnali di speranza. Si manifesta con sempre maggiore chiarezza un diffuso senso di solidarietà, espresso in molteplici forme di volontariato. Si avverte un generale desiderio di rinnovamento, che riguarda ogni ambito della Comunità civile e coinvolge anche le responsabilità ed i compiti dei pubblici amministratori. I cittadini sentono, al riguardo, l’esigenza di un dialogo più frequente e immediato con le pubbliche autorità in un clima di trasparente collaborazione. E questo può contribuire notevolmente a ristabilire nell’animo delle persone la fiducia nelle istituzioni facilitando una migliore presa di coscienza dei problemi e delle possibili soluzioni.
2. L’anno appena iniziato è dedicato in modo particolare alla famiglia. La Chiesa, in sintonia con l’iniziativa della Organizzazione delle Nazioni Unite, ha indetto, com’è noto, un Anno di preghiera e di riflessione per la famiglia. Desidera così offrire il proprio specifico contributo perché sia prestata la dovuta attenzione a questa prima e fondamentale “cellula” della società. “Fondata sull’amore e aperta al dono della vita - come ho ricordato nel recente Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace - la famiglia porta in sé il futuro stesso della società” (Giovanni Paolo II, Messaggio per la pace, 8 dic. 1993: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XVI, 2 (1993) 1414). Il valore insostituibile che l’istituto familiare rappresenta per l’intera umanità va dunque adeguatamente compreso, tutelato e sostenuto in ogni suo aspetto.
A ben vedere, non poche delle tensioni e disfunzioni sociali hanno origine proprio nell’alterazione dei corretti rapporti familiari che, a loro volta, si ripercuotono negativamente sulla famiglia stessa. Tra le cause che incidono in modo sfavorevole sull’istituto familiare vi è certamente la preoccupante carenza di alloggi. Il problema della casa costituisce una reale minaccia per la stabilità e l’armonia della famiglia. Si pensi agli sfratti, alla persistente difficoltà di reperire abitazioni a prezzi accessibili, alla condizione di molti giovani costretti a rimandare la celebrazione delle nozze a causa dell’impossibilità di trovare un’abitazione. Si rifletta su quanti si vedono obbligati a vivere in condizioni di precarietà e senza stabile dimora. Eppure, non poche case, secondo quanto affermano gli stessi Amministratori, rimangono inutilizzate, a volte semplicemente per motivi di speculazione economica.
3. Anche il lavoro costituisce per le famiglie una fonte di apprensione. Basta pensare alla precarietà del posto di lavoro, alle difficoltà per i giovani di trovare sbocchi occupazionali, ai rischi oggi frequenti di riduzione dell’attività lavorativa. Tra l’altro, i figli vengono spesso privati, per esigenze di lavoro, della premurosa presenza dei genitori, di cui hanno naturale bisogno. A questo proposito, va ribadito che, accanto alla giusta preoccupazione di assicurare alla famiglia gli adeguati servizi sociali, è auspicabile da parte dello Stato un maggiore sostegno verso quanti, nel nucleo familiare, rinunciano a possibili vantaggi economici per curare personalmente l’educazione dei figli.
La questione va considerata in prospettiva del futuro: una previdente ed equilibrata formazione delle nuove generazioni permetterà infatti di gettare solide basi per la costruzione di un avvenire più sereno e solidale per tutti. Mediante una oculata politica, capace di rispondere ai bisogni reali della famiglia, si potranno creare i presupposti dell’auspicato rinnovamento della società.
A tale impegnativa opera di risanamento e di progresso la comunità cristiana non farà mancare il proprio specifico contributo in spirito di leale collaborazione con le altre strutture del territorio. Essa si adopererà, in particolare, perché siano garantite la tutela e la promozione dei valori della famiglia, senza i quali è difficile realizzare progetti validi di solidarietà e di pace.
4. Vostra specifica competenza, illustri Amministratori Provinciali, è di promuovere e di incoraggiare sempre la collaborazione fra tutte le strutture operanti nella Provincia di Roma.
Esprimo, al riguardo, particolare apprezzamento per la proficua intesa operativa esistente tra i responsabili della pubblica Amministrazione e le diverse Associazioni cattoliche di volontariato. Auspico che essa si consolidi e si approfondisca sempre più, così da garantire un servizio attento ai reali bisogni delle singole persone e delle famiglie. Con tali sentimenti, rinnovo a ciascuno di voi, qui presenti, cordiali voti augurali per un 1994 ricco di serena attività a servizio del bene comune.
Invoco, inoltre, abbondanti grazie dal Cielo su di voi, sui vostri Collaboratori, sulle vostre famiglie e sull’intera popolazione della Provincia. Iddio tutti vi benedica!
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