DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AL CARDINALE VINCENZO FAGIOLO,
PRESIDENTE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO
PER L'INTERPRETAZIONE DEI TESTI LEGISLATIVI
Sala dei Papi - Lunedì, 28 novembre 1994
Signor Cardinale,
Sono molto lieto di incontrarla in questa Udienza, insieme con i congiunti, i collaboratori del Pontificio Consiglio per l’Interpretazione dei Testi Legislativi, i fedeli dell’Arcidiocesi di Chieti-Vasto e tante persone che, nel corso del suo non breve servizio ecclesiale, si sono legati a Lei con vincoli di stima e di amicizia.
In questa felice circostanza, è consolante ripercorrere, con gli occhi della fede, il cammino che la divina Provvidenza ha tracciato per Lei, caro e venerato Fratello, da quando, giovane sacerdote della diocesi di Roma, ha iniziato a coniugare il lavoro pastorale con lo studio e l’insegnamento del Diritto. Da allora, questi due aspetti hanno sempre caratterizzato il suo ministero, sia nell’ambito della parrocchia, dell’arcidiocesi e della Conferenza Episcopale, sia in quello della Curia Romana, nella quale Ella ha prestato il suo apprezzato servizio, oltre che come attivo collaboratore durante il Concilio Vaticano II e come Prelato Uditore del Tribunale della Rota, soprattutto come Segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.
La carità pastorale ed il servizio alla verità per la “salus animarum” sono, per così dire, gli inseparabili binari sui quali si è svolto l’itinerario della sua vita: un itinerario che ora L’ha condotta alla singolare dignità del cardinalato, coronamento di una dedizione che Le auguro possa trovare il suo intimo senso in una testimonianza sempre più generosa a Cristo, Via, Verità e Vita.
Accompagno questi miei sentimenti con una speciale benedizione apostolica, che estendo volentieri a quanti si uniscono alla sua gioia e a tutti i presenti.
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