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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI ALLA 18ª ASSEMBLEA NAZIONALE
DELLA FEDERAZIONE ITALIANA DEGLI ESERCIZI SPIRITUALI

Sabato, 17 febbraio 1996

 

Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Sono particolarmente lieto di accogliervi in occasione della 18a Assemblea Nazionale della vostra Federazione. Con questi giorni di studio volete porvi in sintonia col pellegrinaggio spirituale che tutta la Chiesa va compiendo verso il nuovo Millennio. Sulla scorta dell'invito espresso nella Lettera Apostolica « Tertio Millennio Adveniente », state riflettendo e vi interrogate sull'anelito alla santità, che costituisce la vocazione universale dei fedeli, proponendo gli Esercizi spirituali come utilissima esperienza per tale itinerario ascetico.

Ringrazio Monsignor Salvatore De Giorgi, Presidente Nazionale della vostra Federazione, per le cortesi parole che mi ha rivolto. Interpretando i sentimenti di tutti, egli ha ribadito le finalità della Federazione Italiana Esercizi Spirituali, come pure gli obiettivi che continueranno a guidarla e i propositi ai quali essa intende rimanere fedele. Rivolgo, poi, il mio saluto agli altri Presuli presenti ed a tutti voi, Delegati regionali e diocesani, Direttori e Direttrici dei vari Centri di Spiritualità e delle Case di Esercizi, come pure a quanti dettano i corsi di Esercizi e guidano le scuole di preghiera: la vostra presenza, così numerosa e varia, sottolinea l'ampiezza e la capillarità della vostra azione all'interno delle Comunità cristiane d'Italia, ed indica, inoltre, quel sempre più diffuso desiderio di ricerca religiosa che voi intendete accogliere, orientare e incoraggiare.

2. Il Concilio Vaticano II ha posto con singolare forza l'accento sulla chiamata universale alla santità, quando ha affermato: « Tutti i fedeli sono invitati e tenuti a perseguire la santità e la perfezione del proprio stato ».(1) E, nell'evidenziare le vie ed i mezzi per il raggiungimento della santità, ha indicato la necessità di « ascoltare volentieri la Parola di Dio », di « compiere con le opere la sua volontà », di « partecipare frequentemente ai Sacramenti, soprattutto a quello dell'Eucaristia », di « applicarsi costantemente alla preghiera, all'abnegazione di se stesso, all'attivo servizio dei fratelli e all'esercizio di ogni virtù ».(2) Tali suggerimenti costituiscono le finalità, i contenuti, le risorse e le vie degli Esercizi spirituali stessi. Essi sono un incontro personale con il Signore, e propongono e propiziano la ricerca e la scoperta della propria identità nella luce di Dio.

Gli Esercizi spirituali hanno la loro radice e, direi quasi, l'anticipazione nella Bibbia. Nell'Antico Testamento vengono narrati alcuni emblematici incontri che rivelano lo stile tipico di Dio nel far conoscere la sua volontà. Egli « attira a sé e conduce nel deserto per parlare al loro cuore »(3) le persone che sceglie e che intende deputare ad una particolare missione.

Nel Nuovo Testamento, Gesù riprende questo stile quando si ritira tutto solo a pregare,(4) oppure invita gli Apostoli in disparte per riposarsi un po',(5) dopo averli inviati ad annunciare il Regno di Dio.

Nella bimillenaria storia della Chiesa tutto questo è continuato, a partire da quello straordinario « ritiro » di Maria Santissima con i Discepoli nel Cenacolo, in attesa ed in preparazione alla venuta dello Spirito Santo.(6) E, secondo le vane spiritualità ed esperienze, sono stati via via proposti metodi diversi. Tra gli altri, non posso non ricordare quello di sant'Ignazio di Loyola, che il mio predecessore, il Servo di Dio Paolo VI, ha indicato come il « paradigma meraviglioso e magistrale »(7) e che, come ha scritto il Papa Pio XI nell'Enciclica « Mens Nostra », « si affermò e impose... quale il più sapiente e universale codice di governo spirituale delle anime, quale sorgente inesauribile della pietà più profonda a un tempo e più solida, quale stimolo irresistibile e guida sicurissima alla conversione e alla più alta spiritualità e perfezione ».(8)

3. Carissimi Fratelli e Sorelle! Nella Chiesa - che « è in Cristo come sacramento, cioè segno e strumento dell'intima unione con Dio »(9) - voi svolgete un ruolo singolare, in collaborazione con gli Ordini e le Comunità di vita contemplativa. La vostra azione e le vostre iniziative non fanno notizia: Maria, che non aiuta Marta nelle molte faccende, sembra inutile, infruttuosa, quasi insensibile di fronte alle urgenze; tuttavia Gesù afferma che ha scelto la parte migliore.(10) Vorrei che vi guidasse la certezza di questa « parte migliore » in ogni iniziativa che verrete prendendo, specialmente in vista ed in preparazione del Grande Giubileo del Duemila. Puntando sull'interiorità dell'avvenimento, cercate di ricondurre i fratelli e le sorelle agli inizi più profondi, misteriosi e sacri del fatto celebrativo, suscitando valenze inaspettate. Affiancandovi a quanti si rivolgeranno a voi, in quel colloquio intimo che Dio intraprende nel sacrario delle coscienze, sappiate sempre offrire giusti orientamenti e approdi al cammino verso la santità.

Siate confortati in questo dalla sicurezza che non c'è rinnovamento, anche sociale, che non parta dalla contemplazione, come ho avuto modo di sottolineare nel corso del recente Convegno ecclesiale di Palermo, e che « la santità promuove nella stessa società terrena un tenore di vita più umano ».(11)

Il mio apprezzamento va per quanto avete fatto e intendete compiere ancora nella Chiesa e per la Chiesa, nella consapevolezza che la pratica degli Esercizi rientra nel quadro della pastorale organica delle Comunità ecclesiali.(12)

Possa il vostro personale anelito alla santità alimentarsi costantemente all'insegnamento del Vangelo, che è « il Libro » per eccellenza, attualizzato dal Concilio, da leggere sempre sulle ginocchia della Madre Chiesa. E possano quanti il Signore condurrà a sperimentare la pratica degli Esercizi spirituali vivere nella convinzione di essere chiamati alla santità e rispondere generosamente a questa vocazione.

Con tali voti, imparto di cuore a tutti ed a ciascuno la Benedizione Apostolica.


(1) Lumen Gentium, 42.

(2) Cfr. ibid.

(3) Cfr. Os. 2, 16.

(4) Cfr. Marc. 1, 35.

(5) Cfr. ibid. 6, 31.

(6) Cfr. Act. 1, 12-14.

(7) Cfr. Pauli VI Allocutio I Coetui Nationali Foederationis Italicae Exercitiorum Spiratalium (FIES), die 29 dec. 1965: Insegnamenti di Paolo VI, III (1965) 1119 ss.

(8) Pii XI Mens Nostra: AAS 21 (1929) 703.

(9) Lumen Gentium, 1.

(10) Cfr. Luc. 10, 38-42.

(11) Lumen Gentium, 41.

(12) Cfr. Statuto FIES, art. 1.

 

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