VISITA PASTORALE ALLA PARROCCHIA ROMANA
DI SANTA MARIA « CAUSA NOSTRAE LAETITIAE »
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI GIOVANI DELLA PARROCCHIA
I Domenica di Quaresima, 25 febbraio 1996
Ho sentito molte parole, ma una mi è rimasta in mente: « siamo schiacciati ». È una parola molto bella, perché testimonia che siete in tanti e questo ambiente quasi non vi può contenere. Il « contenitore » è insufficiente, grazie a Dio! Voi siete « schiacciati », intorno a Cristo. È stato sempre così. Noi leggiamo nei Vangeli della folla che sempre Lo seguiva e si accalcava intorno a Lui. Ma per Lui non era solamente una folla, una turba: erano delle persone, era ciascuno e ciascuna di loro. Egli guardava a ciascuno e a ciascuna, parlava a ciascuno e a ciascuna, dicendo: «Seguimi!». Non ha chiamato tutti insieme, ma di tutti quelli a cui ha detto: «Seguimi!» ha fatto la Chiesa.
Tutto questo commenta le vostre parole: « siamo schiacciati! ». Adesso voglio commentare un po' la Quaresima, i 40 giorni di preparazione alla Pasqua. Ho pensato questa mattina a cosa avrei detto ai giovani. Direi che la Quaresima è un periodo di cammino speciale. Si dice « tempo forte », « cammino esigente ». E per trovare esigente questo cammino dobbiamo andare in chiesa e lì seguire la « Via Crucis », il cammino che Cristo ha fatto a Gerusalemme, la sua ultima strada dal Sinedrio, dopo la condanna a morte, con la Croce fino al Calvario. Questa « Via Crucis » è rimasta nella memoria della Chiesa, non solamente a Gerusalemme ma dappertutto. In tutte le chiese, chiesette, cappelle troviamo la « Via Crucis », per seguire Gesù e fermarci davanti alle 14 stazioni. C'è sempre una « Via Crucis » che conclude quasi il periodo quaresimale: la «Via Crucis» al Colosseo. Non so se vi avete partecipato qualche volta, almeno attraverso la televisione.
Vorrei che questa « Via Crucis », rimanga per voi una parola evocativa, una parola programmatica per il tempo quaresimale. Si deve camminare con Cristo, si deve imparare da Cristo ad unire alla sua grande Croce le piccole croci della nostra vita, perché quella Croce è segno della speranza e della salvezza.
Allora vi auguro di essere molte volte « schiacciati »!
Infine, nel congedarsi dalla comunità parrocchiale, il Papa rivolge queste parole ai numerosi fedeli radunatisi dinanzi alla chiesa.
Grazie per questa « Causa nostrae laetitiae », causa della nostra gioia. Grazie per l'accoglienza, per la presenza, per la partecipazione, per questo striscione che dice « Ut unum sint »: ha un significato ecumenico ma esprime anche la realtà di una buona parrocchia, perché una buona parrocchia è « Ut unum sint ». I fedeli devono essere uniti intorno al Parroco, intorno a Gesù, che è il Sommo ed Eterno Sacerdote.
Vi auguro una buona Quaresima e, alla fine, una buona Pasqua.
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