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DISCORSO DEL SANTO PADRE
GIOVANNI PAOLO II
A S.E. IL SIGNOR MARIÁN SERVÁTKA,
AMBASCIATORE DELLA REPUBBLICA SLOVACCA
PRESSO LA SANTA SEDE*

9 ottobre 1998

 

Signor Ambasciatore!

1. E' con grande piacere che Le do il benvenuto, nel momento in cui Ella presenta le Lettere che L'accreditano presso la Santa Sede in qualità di Ambasciatore straordinario plenipotenziario della Repubblica Slovacca.

La prego di voler esprimere al Signor Vladimír Meciar, Presidente del Consiglio uscente, la mia cordiale gratitudine per il cortese saluto di cui Ella si è fatto tramite. A mia volta, formulo voti di ogni bene per il Governo che sarà formato sulla base delle recenti elezioni, affinché la Slovacchia possa proseguire con rinnovato slancio il cammino intrapreso sulla via della democrazia, della libertà e della giustizia sociale.

Se guardiamo alle vicende di quest'ultimo decennio, possiamo osservare come la Santa Sede e la Nazione slovacca abbiano progressivamente ripristinato e consolidato i reciproci ed antichi legami. La mia visita pastorale in Boemia, Moravia e Slovacchia, nel 1990; lo stabilimento di relazioni diplomatiche a livello di Ambasciata e di Nunziatura Apostolica con la Repubblica Slovacca diventata indipendente - e qui il mio pensiero riconoscente va al suo illustre predecessore, il Signor Anton Neuwirth, primo Ambasciatore presso la Santa Sede-l'indimenticabile viaggio apostolico in Slovacchia nel 1995; gli incontri con i Vescovi e quelli settimanali con i pellegrini slovacchi: tutti questi eventi costituiscono come le tappe di un provvidenziale itinerario di conoscenza della realtà slovacca da parte del Successore di Pietro, di cui è doveroso render grazie al Signore.

2. Con vivo apprezzamento ho ascoltato, Signor Ambasciatore, le sue parole riguardanti i miei Predecessori che, nella storia, hanno preso decisioni altamente significative nei confronti del popolo slovacco. Nel ringraziarLa per i sentimenti che traspaiono da questa interessante retrospettiva storica, desidero assicurare che la Santa Sede continuerà ad offrire il suo peculiare sostegno alla cara Nazione da Lei rappresentata, come ad ogni popolo che lotta pacificamente per affermare le proprie legittime aspirazioni alla libertà e per dare il proprio contributo nell'ambito della comunità internazionale.

In questa delicata fase della storia è più che mai necessario che il popolo slovacco rimanga fedele alle proprie radici spirituali e culturali. Esse, anzi, domandano di essere riscoperte e rivitalizzate, soprattutto da parte delle nuove generazioni, alle quali sia così dato di proseguire il cammino dell'autentico progresso in un contesto mutato e complesso, qual è quello dell'Europa oggi. Pur dinanzi alle inevitabili difficoltà, non bisogna cessare di lavorare per fare dell'Europa una casa comune, che si estenda dall'Atlantico agli Urali, ricca delle sue molteplici tradizioni culturali, aperta al mondo e solidale con i popoli in via di sviluppo. In tale contesto la Slovacchia apporta l'eredità dei Santi Cirillo e Metodio, dei valori umani fecondati dal Vangelo e passati al crogiolo di dure prove e sofferenze.

3. L'auspicata opera di rinnovamento etico e culturale richiede un'efficiente e qualificata opera formativa a tutti i livelli, curata da maestri e professori adeguatamente preparati. Questo, come Ella ben sa, è uno degli ambiti nei quali la Chiesa, nel corso del suo bimillenario cammino, ha profuso grandi energie, animata dalla passione per la promozione integrale dell'uomo e da molteplici carismi orientati al campo specifico dell'educazione. Sono lieto che l'ordinamento scolastico slovacco abbia visto in questi anni la ripresa dell'insegnamento della religione, come pure la rinascita delle scuole cattoliche. Auspico di cuore che la frequenza a queste ultime possa essere effettivamente alla portata di tutti, perché è a tutti che la Chiesa intende offrire il servizio delle sue istituzioni. Al riguardo, mi associo volentieri al suo auspicio che tale processo possa venir presto coronato con l'apertura di una università cattolica.

Struttura portante dell'intera società è la famiglia. Colgo volentieri questa occasione per invitare le autorità governative a sviluppare e incentivare l'azione politica e sociale in favore delle famiglie, non in termini meramente assistenziali ma strutturali, vale a dire riconoscendo all'istituzione familiare fondata sull'indissolubile vincolo del matrimonio il ruolo centrale che le compete e che di fatto essa svolge, non raramente a prezzo di pesanti sacrifici. La Comunità ecclesiale in questo campo non mancherà di far sentire il suo costante sostegno, anzitutto sul piano formativo, favorendo la nascita e il cammino di famiglie solide e mature; ed inoltre promuovendo fra di esse quella solidarietà che, se è frutto ed espressione della novità evangelica, al tempo stesso va a beneficio del tessuto sociale nel suo complesso.

4. Sono lieto, Signor Ambasciatore, che, come Ella ha voluto sottolineare, la Nazione slovacca si senta vivamente ed attivamente coinvolta nel cammino verso il Grande Giubileo del 2000. Questo Anno Santo, mentre, per sua natura, costituisce un appuntamento spirituale per i cattolici, per tutti i cristiani e, più in generale, per ogni credente ed ogni uomo pellegrino sulla terra, rappresenta per tutti i popoli un significativo traguardo epocale, quasi una verifica della loro vocazione storica; e ciò vale eminentemente per quelle nazioni - tra le quali si annoverano anche gli Slovacchi - che da oltre un millennio hanno intrapreso il loro cammino sotto il segno di Cristo e del suo Vangelo.

Prepararsi al Giubileo potrebbe, pertanto, essere per il vostro Paese l'occasione per verificare se gli orientamenti politici sono effettivamente rispettosi e promozionali della persona umana e dei suoi diritti sin dal momento della sua concezione; se progredisce il processo di democratizzazione della società; se viene effettivamente promossa la cultura della vita, della riconciliazione, della solidarietà, contrastando le facili tendenze all'individualismo, al consumismo, all'edonismo, che in nome di falsi ideali di libertà finiscono spesso per gravare sulle spalle dei più deboli.

5. Signor Ambasciatore, auspico che durante il suo mandato le relazioni tra la Santa Sede e la Repubblica Slovacca conoscano un ulteriore positivo consolidamento. A tal fine, non sarà di poca importanza, tra l'altro, portare a termine le trattative per la stipulazione degli Accordi bilaterali, i quali favoriranno un preciso quadro giuridico dei rapporti tra lo Stato slovacco e la Chiesa cattolica, permettendo a questa di continuare con maggior sicurezza e rinnovato impegno la sua missione di evangelizzazione e di promozione sociale.

Le auguro una serena e proficua permanenza a Roma e di cuore benedico Lei ed il servizio che si accinge a compiere. Imparto la mia Benedizione anche alla sua famiglia, ai collaboratori ed a tutti i cittadini della cara Slovacchia, che affido alla protezione dell'amata e venerata Patrona, Maria Vergine Addolorata.


*L'Osservatore Romano 10.10.1998 p.5.

 

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