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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI AL CONVEGNO NAZIONALE
PROMOSSO DALL’UNITALSI

Sabato, 20 febbraio 1999

 

Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Sono lieto di porgere un affettuoso benvenuto a tutti voi, convenuti a Roma per celebrare l'annuale Congresso dell'UNITALSI. Rivolgo un particolare pensiero a Monsignor Alessandro Plotti, Arcivescovo di Pisa e vostro Presidente, e lo ringrazio per le cordiali parole, con le quali, a nome di tutti, ha espresso sentimenti di devozione ed affetto, ed ha presentato, insieme con gli ideali ed i propositi di codesta Associazione, gli obiettivi dell'annuale Riunione. Con lui, saluto l'Assistente ecclesiastico nazionale, come pure i Dirigenti e quanti si impegnano nelle attività promosse dalla vostra organizzazione.

Desidero manifestarvi il mio compiacimento per la benefica e sollecita opera da voi svolta con discrezione e generosità a beneficio di quanti sono provati nel corpo e nello spirito. Ad essi voi offrite una particolare testimonianza di carità, dando loro la possibilità di vivere la profonda esperienza del pellegrinaggio a diversi Santuari ed ai luoghi sacri alla Vergine Santissima, e sostenendoli nella fede e nella speranza, quando la sofferenza grava sulla loro vita.

La rete di animazione e di assistenza, articolata nelle diverse Diocesi italiane, testimonia la generosità di tanti Sacerdoti, medici, infermieri, dame di carità, barellieri, accompagnatori e volontari che, realizzando nel mondo d'oggi l'icona del buon Samaritano, si prendono cura sotto l'aspetto materiale e spirituale degli ammalati.

2. Carissimi Fratelli e Sorelle! Il vostro annuale Convegno è dedicato alla riflessione sullo "spirito unitalsiano" in rapporto con le trasformazioni e le sfide dell'odierna società che evolve e si trasforma rapidamente. Esse postulano la sapiente ricerca di risposte adeguate che, attingendo costante linfa all'ideale evangelico della carità, sappiano orientare ed infondere slancio rinnovato alle attività nazionali dell'Unione. Tuttavia, il confronto con le istanze poste dalla società odierna e l'impegno per gli opportuni adeguamenti delle vostre strutture, non devono far rinunciare alle esigenze ed allo spirito che hanno determinato la nascita ed il meraviglioso sviluppo dell'UNITALSI.

Cambiano le strutture e l'organizzazione, ma non possono mutare lo spirito ed il carisma di servizio unitalsiano, e soprattutto deve permanere come suo centro irradiante e vitale la carità, senza la quale la vostra opera perderebbe il suo senso (cfr 1 Cor 13). L'amore fraterno e premuroso, alimentato quotidianamente dalla preghiera, si palesa ponendo al centro di ogni sforzo i malati: è in essi che si riflette il volto del Crocifisso e, nelle loro sofferenze, è possibile riconoscere il segno misterioso del Padre per la salvezza del mondo.

3. Mentre la Chiesa tutta è prossima, ormai, all'appuntamento del Grande Giubileo, voi siete chiamati ad accompagnare il pellegrinaggio di quanti, provati nel corpo e nello spirito, rappresentano nel mondo un annuncio di redenzione e di salvezza. Nel grande itinerario del popolo di Dio, i pellegrini del dolore e della sofferenza sono allegoria dell'umanità in cerca soprattutto di Cristo, "luce vera che illumina ogni uomo" (Gv 1, 9). A voi, come "umili servitori degli ammalati" (cfr Statuto), è affidato il compito di sostenerli nelle difficoltà e di aiutarli nel trasformare le loro sofferenze in presenza arcana di salvezza.

Auspico che quanto lo Spirito suggerisce, nel corso di questa Assise, divenga efficace orientamento alla vostra sollecitudine e susciti rinnovato impegno nel servizio di carità, mediante il quale ogni cristiano è chiamato a rivelare la tenerezza paterna di Dio.

Vi guidi e vi accompagni Maria, pellegrina sollecita verso la casa di Elisabetta, ove, con le sue premure, si rese strumento della scoperta da parte della cugina del disegno del Padre.

Con tali voti, a tutti imparto di cuore la Benedizione Apostolica.

 

© Copyright 1999 - Libreria Editrice Vaticana

 



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