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  LETTERA DI SUA SANTITÀ GIOVANNI XXIII
«LA CONSACRAZIONE»*
 AL REV.MO P. RENATO ZIGGIOTTI
IN OCCASIONE DELLA CONSACRAZIONE
DEL TEMPIO DEDICATO A S. GIOVANNI BOSCO
A ROMA

 
 

Diletto figlio,

La consacrazione del tempio, dedicato a S. Giovanni Bosco in questa alma Città, e la venuta a Roma, in tale circostanza, delle sue venerate spoglie, Ci porgono la gradita opportunità di rivolgere alla grande Famiglia Salesiana la Nostra confortatrice parola.

E lo facciamo con viva compiacenza, e con intima commozione dell'animo. Siamo lieti, infatti, di rilevare il significato di questo duplice avvenimento: si consacra al grande apostolo della gioventù un Santuario,  proprio in questa Roma che a lui fu tanto cara, e nella quale volle lasciare preziosi ricordi della sua pietà; ed in tale occasione egli, dopo più di cento anni dalla sua prima venuta, vi ritorna non più nella modesta semplicità con cui amava nascondere la sua persona, ma accompagnato dall'universale venerazione.

Ci è grato pertanto trovare in tali prossimi avvenimenti una conferma della provvidenziale disposizione, che strettamente avvinse il Santo piemontese e la sua incipiente opera a questa Città, come sede del Successore di Pietro. Non si può infatti comprendere appieno lo spirito che sempre animò S. Giovanni Bosco, se si dimentica la sua specialissima devozione alla Cattedra Romana. D'altra parte, i Nostri gloriosi Predecessori palesarono per lui una paterna stima ed una profonda fiducia: Pio IX, infatti, lo incoraggiava a fondare la sua Società, e Leone XIII gli affidava l'erezione della Basilica del S. Cuore.

Quel piccolo seme, gettato allora da un umile sacerdote sulla parola del Supremo Pastore della Chiesa, doveva crescere e svilupparsi in un albero grandioso, che ha ormai esteso i suoi rami ospitali in tutte le regioni della terra, ovunque ci siano anime da salvare. Sicché il ritorno di Don Bosco a Roma, in occasione della consacrazione del maestoso Santuario a lui dedicato, assume il valore di un nuovo, splendido episodio del suo amore all'eterna Città, ed altresì un tributo di riconoscenza di questa verso di lui.

Perciò Ci compiaciamo profondamente con Lei, diletto figlio, e con l'intera Famiglia Salesiana. Ma un altro motivo rende più piena la Nostra soddisfazione: sappiamo infatti che, attorno al nuovo tempio, sorgono grandiosi edifici di scuole e di oratori, modernamente attrezzati, per ospitare e formare la numerosa gioventù maschile e femminile dell'ampio suburbio tuscolano. Un nuovo campo di azione si apre dunque ai figli di Don Bosco; né mezzo più opportuno poteva essere trovato per rendere più sensibile, diremmo quasi, la spirituale presenza del Padre e Maestro della gioventù in quella zona che da lui prenderà nome.

Confidiamo pertanto che fecondi frutti di bene maturino da tali nuove opere, e dai congiunti sforzi di tanti educatori, ripieni dello spirito soave e forte del Santo Fondatore. Le giovanili energie di mente e di cuore vanno infatti sapientemente coltivate, oggi come sempre, affinché possano svilupparsi in serena armonia di scienza e di virtù: e questo altissimo scopo non può essere raggiunto senza il genuino spirito cristiano, il solo che forma l'uomo nella sua completezza e che assicura il bene durevole degli individui e della società. Da questo spirito è permeata l'opera di Don Bosco, ed i frutti finora raccolti sono la prova luminosa che il Signore l'ha largamente benedetta. Si continui dunque con fede, con dedizione, con amore in questa santa missione educativa, dalla quale la Chiesa e la società civile tanto si ripromettono per le future generazioni; si continui ad instillare nell'animo dei giovani, minacciato da tanti pericoli, quei grandi ideali sapientemente insinuati da Don Bosco — l'Eucaristia, la Madonna, il Papa — che soli possono custodire i grandi tesori che essi racchiudono, e plasmarli ai futuri doveri; e le nuove intraprese, che si stanno inaugurando, siano stimolo continuo a sempre più ardente amore alle anime.

Con questi voti paterni, eleviamo la Nostra preghiera al Signore, affinché fecondi copiosamente le opere, iniziate con tanto zelo; ed a conferma delle celesti effusioni di grazie, impartiamo di cuore a Lei, ai suoi Collaboratori, ai Religiosi e Religiose della Famiglia Salesiana, ai Cooperatori, ed ai fedeli tutti della nuova Parrocchia, la Nostra propiziatrice Benedizione Apostolica.

Dal Palazzo Apostolico Vaticano, il 1 Aprile dell'anno 1959, primo del Nostro Pontificato.

 

IOANNES PP. XXIII


*  AAS. vol LI, 1959, pp. 394-396.

(1) Cfr. Io. X, 16.

 



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