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MESSAGGIO DEL SANTO PADRE GIOVANNI XXIII
A TUTTI I FEDELI, ALLE FAMIGLIE CRISTIANE
E A QUANTI SI ACCINGONO A ISTITUIRE
UN NUOVO FOCOLARE IN NOME DI DIO,
IN OCCASIONE DELLA SOLENNITÀ
DELLA SACRA FAMIGLIA

 

Fratelli e figli dilettissimi,
salute e benedizione!

In questa Domenica, la prima dopo l'Epifania, il grande Sodalizio per la Festa della Famiglia, Ci invita secondo la liturgia della Chiesa ad invocare la protezione della Santa Famiglia di Nazareth sopra tutte le famiglie d'Italia.

È ben giusto che il Papa, per divina disposizione Padre di tutti, prenda viva parte a questa supplicazione dedicata ai più santi e puri affetti della vita umana e cristiana. Anche Egli, che vi parla, è uscito, come voi, come tutti, da una casa: e pensa con intima commozione a ciò che valsero nell'animo Suo di fanciullo gli esempi di pietà religiosa e di virtù domestiche trovati nella casa dove è nato. Ogni famiglia, infatti, fondata sull'operosità, sul mutuo rispetto, sul timor di Dio, è la forza e la robustezza dei villaggi, delle città, delle nazioni; è nucleo e fondamento di ogni virtù, difesa contro ogni pericolo di corrompimento, risorsa di sane e sempre nuove energie per il benessere dei singoli e del consorzio civile.

Noi Ci inchiniamo pertanto innanzi allo splendore nascosto della Famiglia di Gesù, ai suoi tesori di purità, di umiltà, di sacrificio, alle prove e sofferenze che essa pure accettò e subì; e nella luce di Nazareth il Nostro pensiero va a ricercare con speciale ansietà le famiglie numerose, le quali, per la loro fedeltà alla legge di Dio, incontrano non di rado pene e privazioni, ad altri sconosciute, o poco stimate; poi le famiglie che, per mancanza di mezzi, di lavoro, di salute, vivono in continui e angosciosi affanni. Per tutti cotesti figli sofferenti, così come per le famiglie più sicure e serene, che invitiamo a soccorrere con cristiana sollecitudine le altre, la Nostra preghiera si eleva fervida a Gesù, Maria e a Giuseppe, affinché su tutti si effonda la pienezza delle grazie celesti e delle consolazioni della terra. La Nostra sollecitudine si estende altresì a tutti i giovani e le figliuole che nutrono in cuore il desiderio di accendere un focolare proprio, e di avviare una loro famiglia. Talora si frappongono gravi difficoltà, e queste sono pena pungente anche per il Nostro cuore.

Ed ora preghiamo insieme, cari fratelli e figliuoli. L'Angelus Domini è la più soave preghiera delle nostre antiche e buone famiglie. Recitiamola con dolcezza, con fervore, ripensando a tutte le famiglie d'Italia che si uniscono in ispirito con noi.

Ad essa seguirà la Nostra paterna e Apostolica Benedizione che vuol essere per tutti motivo di incoraggiamento e di letizia.

Piazza S. Pietro, Domenica 11 gennaio 1959.

 



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