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DISCORSO DEL SANTO PADRE GIOVANNI XXIII
AD UN PELLEGRINAGGIO GENOVESE
 GUIDATO DALL'ARCIVESCOVO
E.MO CARDINALE GIUSEPPE SIRI

Sala del Concistoro
13 maggio 1959

 

La vostra presenza Ci è motivo di grande consolazione. I Nostri occhi si incontrano con i vostri; il Nostro cuore viene a cercare ciascuno di voi, quasi per raccogliere le vostre confidenze, le aspirazioni, le pene, in ordine ai compiti cui siete tutti esemplarmente applicati.

Ma al di là della presenza fisica, al di là delle parole così amabili di Vostra Eminenza, e di quelle più semplici, che Noi stessi abbiamo preparato sull'aprirsi di questa magnifica giornata romana, ecco qualcosa che vibra nelle nostre anime, le commuove, le esalta.

Innanzitutto vi diciamo la Nostra gioia di accogliervi qui, e di darvi il benvenuto in quanto siete Genovesi, e in secondo luogo come rappresentanza qualificata dell'apostolato nel mondo del lavoro.

I

Genova Ci è familiare e cara dagli anni della Nostra giovinezza. Il Nostro Vescovo, Monsignor Giacomo Maria Radini Tedeschi, cui tanto dobbiamo della educazione ricevuta e dell'avviamento all'apostolato nella vastità degli orizzonti, aveva nel suo carattere qualcosa di genovese. Nella biografia che scrivemmo di lui, due anni dopo la sua morte, che fu nel 1914, c'è un tocco che non vi dispiacerà di conoscere:

« Dalla madre, Luisa Fantini, figura forte e insieme delicata di donna appartenente ad una doviziosa famiglia genovese, originaria però di Chieri in Piemonte, e che contava tra i suoi membri uomini di borsa e armatori di navi, Monsignor Radini attinse quella prontezza tutta ligure di cogliere il lato pratico delle cose, a vedere largo e sicuro anche negli affari materiali, in che si sarebbe poi distinto più tardi in ripetute prove » [1].

Possiamo aggiungere che questo intrepido Prelato della Chiesa del Signore, distintissimo in ogni campo del buon lavoro apostolico, mi ripetè più volte : « Se io dovessi scegliere un posto di riposo per gli ultimi anni della mia vita, la preferenza cadrebbe su Genova ».

Fra l'altro è a Genova che egli colse, con gran plauso, la sua laurea in S. Teologia.

Diletti figli, potete ben credere che questa stessa simpatia e questo stesso amore muovono i passi del Papa quando, nelle rare passeggiate nei giardini vaticani, fa una sosta presso l'edicola della Madonna della Guardia. Vostra Eminenza lo sa, ed ha gradito il pensiero che ebbi di farglielo conoscere.

II

Diletti figli! Voi rappresentate lo splendore dell'apostolato cattolico nelle sue espressioni più alte e nelle sue applicazioni più necessarie ed immediate.

Tre nomi vi caratterizzano, tre iniziative, tre punti fondamentali della dottrina e della vita cristiana: Apostolato della Preghiera; Conferenze Aziendali di S. Vincenzo; Catechesi Fabbrica.

Siamo dunque alle sorgenti stesse del Cristianesimo nel progressivo manifestarsi di colloquio con Dio mediante la p ghiera; di contatti con i fratelli per mezzo non puramente de elemosina — che è peraltro una gran cosa — ma della carità; e adempimento del precetto del Signore che urge ogni buon Sacerdote, ogni fedele battezzato: l'euntes docete omnes gentes[2].

Compiere tutto ciò nei luoghi stessi del lavoro manuale, quello pesante, che talora assorbe tutte le energie dell'uomo, merito grande, grandissimo.

Il frastuono di mille cose di altra natura, anche se giuste commendevoli, non deve soffocare questo triplice impegno, il Signore darà il suggello della grazia sua.

Quanto a voi, specialmente nelle ore di qualche difficoltà tristezza, pensate alle parole del Profeta Daniele, che leggevamo stamane nella Messa: Qui docti fuerint fulgebunt qua splendor firmamenti.

Fatevi un patrimonio di solida dottrina in ordine ai coni. piti ardui che vi furono affidati, e che in parte costituiscono nuove esperienze, su cui la Chiesa ripone tanta viva speranza.

Qui ad iustitiam erudiunt multos quasi stellae in perpetuas aeternitates [3].

Sacerdoti e laici, che sotto la guida sapiente e prudente del Vescovo, studiano secondo le norme direttive della Santa Sede i metodi più adatti per raggiungere tutte le anime, particolarmente quelle che possono trovarsi come pecore senza pastore e quasi divelte dalla parrocchia, o estranee ad essa, meritano apprezzamento cordiale ed incoraggiamento benedicente.

Così Noi vi apprezziamo e vi incoraggiamo; e mentre concediamo al vostro e Nostro carissimo Cardinale Arcivescovo di impartire, al suo ritorno in Diocesi, non una, ma tre benedizioni in nome del Papa, così nell'atto di prendere commiato da voi, vi affidiamo il Nostro saluto augurale e pieno di affezione, da trasmettere alle persone più vicine e più care a ciascuno, ma specialmente ai lavoratori delle aziende, degli stabilimenti, dei cantieri, del porto di Genova, di Genova diciamo, sempre geniale nelle sue intraprese, sempre generosa nell'Apostolato.

 


[1] Sac. Prof. Angelo Roncalli: In memoria di Monsignor Giacomo Maria Radini Tedeschi, Vescovo di Bergamo - Ed. S.E.S.A., pag. 14.

[2] Matth. 28, 19.

[3] Dan. 12, 3.



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