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PAOLO VI

ANGELUS DOMINI

Domenica, 7 marzo 1971

 

Sapete che quest’oggi a Roma è indetta la Giornata per le chiese nuove? Non vi dispiaccia se anche Noi, facendo nostra l’esortazione del nostro Cardinale Vicario, ve ne parliamo (e lo facciamo con calore, che vorrebbe sciogliere il gelo di tanti animi indifferenti, freddi come queste giornate di neve!). Ve ne parliamo, perché il problema delle chiese nuove tocca a fondo la sorte spirituale di questa Città, che è la nostra Diocesi, di Roma, cioè ciò che Noi abbiamo di più caro al mondo. Ve ne parliamo perché si tratta d’una vera, grande e gravosa necessità. Necessità di nuove chiese a Roma, dove i turisti dicono che le chiese sono già troppe? Sì, necessità di nuove chiese a Roma; sì, nella vastissima e sempre crescente Roma dell’urbanesimo moderno, dove mancano le chiese indispensabili per la vita religiosa della nuova popolazione; «indispensabili più dell’aria» ha detto una voce interprete di quella del popolo.

Perché, ricordiamolo bene, senza la religione la vita umana è vita che manca al suo fine più alto, più connaturale, più bello. Manca del suo vero significato, manca del suo più vivace principio ispiratore, manca del suo più confortante sostegno. Manca del suo vincolo sociale più sincero e più fraterno. Qui da noi, poi, la vita umana mancherebbe della coerenza più caratteristica e più doverosa alla sua tradizione storica, e verrebbe meno alla fedeltà della sua missione spirituale e universale. Roma deve conservarsi religiosa e cattolica; e se crescono enormemente le sue dimensioni urbanistiche, devono di conseguenza crescere le sue chiese, per la sua fede, per il suo popolo. Dovremmo Noi lasciare il nostro popolo della periferia senza la possibilità e senza la dignità della sua preghiera comunitaria e cristiana? Tutti dobbiamo contribuire a questa immensa opera di carità e di pietà.

Si dirà: ma la periferia ha bisogno di case! Sì, di case; e la comunità civile è già risolutamente impegnata a provvedere a questa primaria necessità. Anche noi cercheremo di dare per questo umanissimo scopo esempio di solidarietà, impegnandoci in uno sforzo di positivo concorso, limitato e modesto purtroppo, ma animato dalla medesima carità con cui vogliamo provvedere alle nuove chiese, che sono case di Dio, pur esse case per il popolo della periferia.

Aiutiamoci insieme, cominciando dalla preghiera che tutto ottiene.

                                        



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