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PAOLO VI

ANGELUS DOMINI

Domenica, 13 agosto 1972

 

Carissimi figli,

La vostra visita ci è molto gradita specialmente in questo piccolo cortile che diventa una sala per un incontro pieno di cordialità e di spiritualità. Non siamo noi soli a parlare. La vostra presenza ci interroga silenziosamente; e pare a noi che ci chieda: «. . . e il Papa, in vacanza, che cosa fa?».

Oh! Figli carissimi! ve lo diciamo subito: anche noi godiamo un po’ di questo dono, che il Signore ci regala. Respiriamo quest’aria buona, ammiriamo la bellezza di questo quadro naturale, gustiamo l’incanto della sua luce e del suo silenzio. Ed anche cerchiamo qualche ristoro alle nostre povere forze, che sono sempre scarse ed ora anche un po’ stanche.

Ma può riposare il Papa? Dosando certo lavoro, sì; quello esteriore, burocratico e ministeriale. Ma il lavoro suo, quello della sua missione di «servo dei servi di Dio», quello pastorale, non può cessare finché qualche lena gli resta.

Possiamo noi disinteressarci, anche per un solo momento, della Chiesa? Grazie a Dio, anche questo soggiorno estivo giova alla nostra umile attività. Del resto, voi lo sapete: l'Udienza generale d’ogni settimana è sempre aperta ed anche le altre più o meno. Il motore apostolico non si ferma.

Ma vogliamo dirvi i temi che maggiormente impegnano le cosiddette vacanze del Papa. Il primo, che subito riempie tutto lo spirito appena qualche quiete gli è concessa, è quello religioso, quello di sempre, quello dell’ineffabile presenza di Dio, quello di cui siamo ministri ed apostoli, del piano che a Lui ci unisce, quello di Cristo operante nella Chiesa, nelle singole anime e nel mondo. L’avvertenza di questa realtà soprannaturale, che ci avvolge, ci impegna, ci stimola e ci esalta, offre al nostro spirito quel momento di ebbrezza e di incipiente preghiera, che costituisce davvero il nostro ristoro.

Poi, tra i tanti, due altri temi occupano i nostri continui pensieri: la pace del mondo e la giustizia sociale. Questa benedetta pace, che sanguina ancora e che sembra sempre in barcollante equilibrio, ma tesa sempre nello sforzo di ristabilirsi, non dà tregua alla nostra attenzione, ostinati come siamo a crederla, a volerla possibile; spettatori trepidanti allo svolgimento delle drammatiche vicende politiche; ma indefessi, se pur modesti, promotori di principii superiori che generano la pace vera, quella giusta e felice. E poi, sì, la giustizia sociale impegna le nostre riflessioni e, come possiamo, la nostra collaborazione.

Vedete, non c’è modo né tempo per oziare, ma non ci manca il sostegno della fiducia; e la prossima festa della Madonna Assunta in ogni cuore fedele la sorregge e la allieta.

* * *

Porgiamo ora il nostro saluto ai trentadue studenti, provenienti da famiglie slovacche abitanti in Europa occidentale, i quali hanno partecipato ad un soggiorno ricreativo e formativo, visitando anche alcune città italiane, ricche di storia, d’arte e di fede. Vi auguriamo, cari giovani, di trarre da questa esperienza un duraturo giovamento per la vostra anima, per la vostra cultura, e per la maturazione della vostra personalità umana e cristiana; e mentre vi assicuriamo che la nostra preghiera vi segue in questi anni tanto importanti per il vostro avvenire, impartiamo a voi, ai vostri cari, ai connazionali tutti l’Apostolica Benedizione.

 



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