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PAOLO VI

ANGELUS DOMINI

Domenica, 5 novembre 1972

 

Il nostro sguardo, e perciò questo nostro pregare, è ancora rivolto ai punti dolenti del mondo, dove tuttora è lotta e guerra, e dove tuttora la pace è l’anelito di tanti sofferenti, e di tanti assetati di giustizia e di fraternità.

Ma in questi giorni un altro fenomeno, non bellicoso, ma pur sempre contrastante, attrae la nostra attenzione. Gli uomini si confrontano fra di loro. Ideologie e programmi sono le loro armi; potere e interessi sono la posta del gioco. Le sorti dei popoli, le cause della verità, della giustizia, della civiltà pure vi sono impegnate; e perciò meritano un nostro interessamento cristiano.

La vita moderna, dove respira la libertà, ci ha abituati a questo genere di osservazione doverosa: essa ci educa, innanzi tutto, a rintracciare i principii, donde partono questi movimenti; volere o no, sono le idee che guidano il mondo; e queste agitazioni politiche e sociali possono a noi servire per verificare le concezioni superiori, che devono illuminare la nostra mentalità, la nostra classifica dei valori, le nostre scelte preferenziali. A questo livello anche la nostra fede religiosa può avere una sua parola da dirci.

Poi la parola passa alla migliore valutazione del bene comune, ch’è la matrice della giustizia informatrice dell’architettura della vita collettiva, locale, nazionale e internazionale.

La Chiesa praticamente non va oltre nelle contingenze consuete degli avvenimenti; ma i fedeli, in quanto cittadini autoresponsabili, dovranno collaborare con prudente e coraggiosa carità all’incremento del progresso civile nelle concrete situazioni.

Così che queste vicende, tanto controverse e laboriose, possono giovare alla formazione della coscienza personale e del costume veramente umanitario.

Ma non siamo, noi credenti, degli spettatori puramente passivi. Convinti come siamo che nella tessitura della storia, in maniera misteriosa ma effettiva, la mano di Dio entra con benefica provvidenza, non senza rapporto alla nostra preghiera, imploreremo umilmente l’aiuto divino, affinché la «giustizia e la pace» abbiano a trarre vantaggio dagli avvenimenti pubblici che in varie Nazioni del mondo sono previsti in questi mesi.

Preghiamo dunque con ardore e con fiducia.

   



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