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PAOLO VI

REGINA COELI

Domenica, 26 maggio 1974

 

Sapete certamente che cosa sono i «mass-media», come oggi si dice, cioè, come noi diciamo, i mezzi di comunicazione sociale, i quali hanno avuto, proprio per loro, un Documento celebrativo e normativo dal Concilio (il Decreto «Inter mirifica»), e poi una specifica Pontificia Commissione nella Curia Romana, e finalmente una giornata annuale e mondiale della Chiesa dedicata a santificare e ad illustrare la loro funzione nel mondo.
La loro funzione evangelizzatrice, civilizzatrice, intendiamoci bene! e questo giustifica l’interesse specialissimo, che ora la Chiesa dedica ad essi, fino ad inserire questa giornata - proprio oggi! - nel suo calendario spirituale. Sì, oggi si colloca nel ritmo liturgico pasquale e nel programma operativo del nostro rinnovamento morale e sociale anche questa giornata delle comunicazioni sociali.
Perché tanto onore? non siamo qui nel campo della stampa e del giornalismo, della radio, della televisione, delle moderne comunicazioni delle notizie, delle immagini e del pensiero? un campo puramente professionale e tecnico, perciò un campo profano, e - ahimé! - profanato talvolta? Sì, sì; ma è un campo di strumenti, di strumenti validissimi per la diffusione della parola, della informazione, del linguaggio fonetico, stampato, figurato; è il campo dell’intenso e multiforme dialogo degli uomini fra loro, anzi dell’annuncio d’un incessante messaggio di voci unilaterali all’umanità che legge, vede e ascolta. È una scuola nuova e meravigliosa di superlativa potenza. È una parola che tende a farsi universale, e insieme a farsi educatrice, liberatrice.

Ora, questa è la prerogativa caratteristica del Vangelo. Perché il Vangelo ch’è, per divina eccellenza, l’annuncio all’umanità non dovrebbe valutare come suoi questi strumenti? sono trombe, trombe ai quattro venti: perché il messaggio della verità e della salvezza non dovrebbe servirsene? Anzi non dovrebbe avvertire l’intrinseca intenzione profetica che li qualifica e li nobilita?
È chiaro, è chiaro: se abbiamo il senso della dignità e della necessità della Parola, noi dobbiamo diventare spiritualmente appassionati per il colossale fenomeno dei moderni mezzi di comunicazione sociale.
Pensateli almeno sotto due aspetti fondamentali, in ordine ai sommi scopi che a tutti devono premere: la loro efficienza (abbiamo noi, diciamo noi cattolici, mezzi efficienti? sufficienti almeno?); e poi la loro «ecologia» (sono mezzi sani, moralmente igienici quelli che circolano nei nostri ambienti? o non sarebbe la diffusione malsana di certe espressioni di questi mezzi stessi che, invece di promuovere la formazione ideale dell’uomo, lo avviliscono e lo guastano?).
Riflessioni da fare. Propositi da formulare. E conseguente attività da svolgere, proprio per la causa giusta e vera dei «mass-media».
Cominceremo pregando. E sarà nelle nostre intenzioni un plauso, un saluto, un voto per tutti quanti a tale causa dedicano sapienti, oneste, moderne fatiche.
Maria con noi.

                                    



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