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PAOLO VI

ANGELUS DOMINI

Domenica, 16 febbraio 1975

Abbiamo tutti tanti gravi pensieri nel cuore, che vi crescono come spine ribelli nel campo così ben coltivato della nostra esperienza civile: per esempio, ecco, arrivano profughi dall'Asmara (storia dolorosa!); poi abbiamo ogni giorno intollerabili e avvilenti episodi di delinquenza organizzata; si parla dappertutto di aborto provocato, come non fosse quell'inumano delitto ch'esso è; continue inquietudini sociali erette a sistema; recessione economica, inflazione crescente, disoccupazione minacciante in tanti settori dell'economia; pericoli di guerre sempre alle porte; ed in molti animi, anche buoni e giovani, una tristezza pessimista su ogni svolgimento della nuova storia, che risuscita i metodi e le rivalità dell'anteguerra . . . Occorre tonificare i nostri spiriti con idee migliori, con coraggio buono, con speranze liete e sicure. Vi sono tanti motivi, che sostengono questo ottimismo. Faremo opera buona a darvi riflessione ed efficacia. Questa è un'ora di fortezza morale. Noi credenti, noi devoti alla guida della Chiesa, abbiamo una straordinaria risorsa di energia spirituale e morale nella grande e stupenda disciplina quaresimale, che anche quest'anno noi abbiamo iniziato con forza e con fede, in vista della celebrazione di quel mistero pasquale nel quale s'incentrano e si risolvono i problemi esistenziali dei nostri capitali destini.

Fratelli, non passi inosservato per noi questo periodo di primavera religiosa e morale. Ricostruiamo in noi stessi i pilastri del nostro edificio spirituale. Primo, quello d'una più assidua e meditata preghiera; la liturgia di questo periodo è una miniera ricchissima di tesori sempre fecondi di rinnovazione e di consolazione. Personalmente noi pure, non è segreto per alcuno, faremo, in questa prima settimana, i nostri esercizi spirituali. Secondo: un po' di austerità; era sempre questo un tempo di digiuno; legge ora assai mitigata; ma rimane ancora l'obbligo e il beneficio di qualche mortificazione, di qualche rinuncia, secondo le possibilità proprie al genere di lavoro e di salute di ciascuno. Terzo: ricordarsi del prossimo bisognoso di soccorso, di assistenza, di amicizia, di riconciliazione: anche l'Anno Santo a questo dovere di carità ci esorta in modo particolare. E quarto, se volete concludere, fiducia grande, vera, umile fiducia nella bontà di Dio, nel mistero della Croce, che valorizza con la passione di Cristo, anche le nostre difficoltà, le nostre sofferenze, per il bene supremo della nostra salvezza: tutto può cooperare a nostro vantaggio, se ci teniamo nella sfera dell'amore di Dio (Rom. 8, 28). Coraggio, dunque, Fratelli! Sempre la Madonna ci può essere maestra ed ausiliatrice.



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