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PAOLO VI

ANGELUS DOMINI

Domenica, 14 agosto 1977

 

Durante il periodo estivo, quello delle vacanze, chi può se ne va; esce dal tessuto sociale e professionale consueto, dal quale desidera liberarsi, isolarsi, per sottrarsi alle pressioni dei soliti impegni, dei soliti pensieri, per vivere questo breve e privilegiato momento di riposo da sé e per sé. Ma in questa fuga dal nostro mondo abituale noi tutti siamo inseguiti dal ricordo, e quasi da un senso di incalzante presenza della sofferenza che oggi è in tanti strati della nostra società. Dimenticare questa sofferenza comunitaria non si può; sarebbe un’apatia egoista, un’evasione fallace. Anzi il riposo stesso che riusciamo a procurarci accresce una penosa avvertenza dei mali, dei pericoli e dei bisogni che oggi opprimono la nostra convivenza civile.

- Come vanno le cose? che cosa si può fare per rimediare a tanti malanni comunitari?

Primo bisogno è sempre la pace. Non bisogna lasciarsi vincere dalla malefica psicologia che crede le guerre fatali e benefiche: purtroppo il senso della concordia universale sta decomponendosi, lasciando che terribili e non vani fantasmi di nuovi e incalcolabili conflitti diventino ipotesi incombenti ancora possibili. Dio ci salvi!

- Poi il lavoro. Intere generazioni nuove hanno bisogno di lavoro, cioè di impegnare le loro attività, per la dignità della vita, per guadagnarsi onestamente il pane, per garantire un incoraggiante avvenire alle loro legittime speranze. Onore e sostegno a quanti operano per dare ordinata e proficua attività ai disoccupati, ai giovani specialmente. Dio li benedica!

E poi ancora quante, quante necessità reclamano aiuto intorno a noi; malati, profughi, orfani, handicappati, emarginati . . . Oh! Benedetti coloro che avvertono queste molteplici e sempre rinascenti sofferenze e cercano di prestarvi assistenza! Noi speriamo che le nuove norme legali non abbiano a mortificare le iniziative private della tradizionale e sempre rinascente beneficenza in questo campo, dove la spontaneità del bene per gli altri deve trovare pubblica accoglienza e protezione, e dove la bontà del nostro popolo è spesso così esemplarmente interpretata.

- Ma infine alla grande sorgente della preghiera noi ricorreremo per ottenere con la temperanza nel superfluo la provvidenza nel necessario.

La meditazione estiva si fa programma di carità sociale, che Dio certo benedirà.

                                                    



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